27 maggio 2010
PARIGI: SCIOPERO GENERALE
PARIGI: SCIOPERO GENERALE
corrispondenza dalla nostra inviata a
Parigi
Patrizia Cammarata

Mentre in Grecia divampa la protesta
contro il capitalismo e il suo governo di centrosinistra chesta affamando i
lavoratori e le masse popolari; mentre il sindacalismo di base prepara in Italia
la manifestazione del 5 giugno e lo sciopero del Pubblico Impiego del 14 giugno
(la Cgil si limita invece ad annunciare l'ennesimo sciopericchio, forse tra un
mese); tutta l'Europa è in fermento contro i governi padronali. Ieri, 27 maggio,
sciopero generale in Francia.
I lavoratori francesi
scendono in piazza aderendo allo sciopero generale indetto dai sindacati contro
il governo di centrodestra di Sarkozy, che mette in discussione le pensioni e
cerca di colpire il Pubblico Impiego tramite tagli di fondi e riduzione di
personale.
Eravamo presenti, a Parigi, alla manifestazione che, partita da Denfert Rocherault, si è conclusa nella piazza della Bastiglia.
La polizia parla di 400 mila in tutto il Paese, mentre i sindacati affermano che sulle strade di Francia hanno oggi marciato un milione di manifestanti.
Certo è che a Parigi oggi l'effetto era forte, non solo per il numero dei lavoratori presenti, ma soprattutto per la radicalità delle parole d'ordine che venivano gridate durante il corteo.
Il capitalismo veniva oggi messo sotto accusa da tutte le organizzazioni, anche da quelle più moderate: "Les Peuples n'ont pas à payer la crise du capitalisme", "Faison payer les banques", "Il est urgent d'agir", "Stop à la précarieté", "Police partout, justice nulle part".
E noi, a questi slogan abbiamo aggiunto il nostro: "L'unica via è la lotta di classe internazionale!".
Eravamo presenti, a Parigi, alla manifestazione che, partita da Denfert Rocherault, si è conclusa nella piazza della Bastiglia.
La polizia parla di 400 mila in tutto il Paese, mentre i sindacati affermano che sulle strade di Francia hanno oggi marciato un milione di manifestanti.
Certo è che a Parigi oggi l'effetto era forte, non solo per il numero dei lavoratori presenti, ma soprattutto per la radicalità delle parole d'ordine che venivano gridate durante il corteo.
Il capitalismo veniva oggi messo sotto accusa da tutte le organizzazioni, anche da quelle più moderate: "Les Peuples n'ont pas à payer la crise du capitalisme", "Faison payer les banques", "Il est urgent d'agir", "Stop à la précarieté", "Police partout, justice nulle part".
E noi, a questi slogan abbiamo aggiunto il nostro: "L'unica via è la lotta di classe internazionale!".