Partito di Alternativa Comunista

9 novembre: estendere il movimento a sostegno della Resistenza palestinese

9 novembre: estendere il movimento a sostegno della Resistenza palestinese

 

 

Nota dell’esecutivo nazionale

 

 

Alternativa Comunista, sezione italiana della Lit-Quarta Internazionale, aderisce all’assemblea nazionale «Fermare il genocidio e l’escalation d’Israele» convocata per il 9 novembre a Roma da decine di realtà solidali alla causa palestinese al fine di convocare una grande manifestazione nazionale unitaria a sostegno della Resistenza palestinese.

 

13 mesi di genocidio e di Resistenza

Da 13 mesi continua senza sosta il genocidio del popolo palestinese per mano di una delle più grandi organizzazioni criminali e terroristiche della storia, il sionismo, che dal 7 ottobre dello scorso anno, secondo i dati ufficiali, ha assassinato circa 45 mila palestinesi, senza contare le migliaia di palestinesi dispersi e sepolti sotto le macerie. Questa ulteriore fase della Nakba fa parte del progetto sionista della «Grande Israele», che i sionisti vorrebbero portare a compimento attraverso la pulizia etnica ai danni del popolo palestinese e mediante l’allargamento dei confini dello Stato coloniale d’Israele (costruito, ricordiamolo, sul furto di terra iniziato nel '47, con il sostegno dell'imperialismo e l'avallo dell'Onu) a partire dall’occupazione di nuovi territori nel Libano meridionale e la definitiva e completa acquisizione di Gaza e della Cisgiordania, cioè dei cosiddetti «territori occupati» nel 1967 (in realtà tutto lo Stato coloniale è costruito su un’occupazione).
L’esercito sionista da settimane bombarda i campi profughi nel nord della Striscia di Gaza (da Jabalia a Beit Lahia) e con l’attacco criminale all’ospedale di Kama Adwan, uno dei pochi attivi in tutta la Striscia. Tutto ciò ha prodotto altre centinaia di morti. Altra conferma del criminale progetto sionista è la nuova fase di guerra imposta da Israele contro il Libano, che da inizio ottobre ha visto duramente intensificarsi i bombardamenti israeliani anche su Beirut, con incursioni dell’esercito sionista nel sud del Paese.
Nonostante la grande potenza militare di cui dispone Israele, sostenuta dall’imperialismo statunitense ed europeo – indipendentemente dai governi in carica - che la finanzia e la arma; nonostante la complicità da parte del blocco imperialista emergente di Russia e Cina, nonostante il mancato intervento reale dei regimi del cosiddetto «Asse della Resistenza» capeggiato dall’Iran, a cui interessano più gli accordi economici, soprattutto in campo energetico e commerciale, con gli Usa che la vita dei palestinesi; nonostante il totale tradimento da parte dei regimi arabi come Egitto, Giordania, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti; nonostante questo svantaggio militare e politico, l’eroica Resistenza del popolo palestinese - sostenuta oggi realmente solo da Hezbollah in Libano e dai ribelli Houthi dello Yemen - da quasi ottant'anni non ha permesso al sionismo di portare a termine i propri obiettivi coloniali. È per questo che noi tutti e tutte, oggi più che mai, dobbiamo dare un sostegno incondizionato alla Resistenza palestinese e promuovere grandi mobilitazioni in tutti i Paesi del mondo.
Alternativa Comunista in Italia – così come le altre sezioni della Lit-Quarta Internazionale in altri Paesi – darà il proprio contributo. Pensiamo che per rafforzare il movimento a sostegno della Palestina questo debba essere il più ampio e unitario possibile, prendendo esempio proprio dalla Resistenza in Palestina, dove organizzazioni con profonde differenze politiche costruiscono un'unità d'azione e militare contro il nemico sionista e l'imperialismo. Noi sosteniamo la necessità di stare nello stesso fronte con Hamas in Palestina, con Hezbollah in Libano e con altre organizzazioni che pure hanno un programma molto diverso dal nostro, senza rinunciare per questo ad avanzare le nostre critiche politiche a programmi che non condividiamo.
Così, qui in Italia, crediamo che le mobilitazioni di piazza debbano essere il più ampie e unitarie possibili per essere efficaci, coinvolgendo anzitutto, anche con azioni di sciopero, la classe operaia che, a parte qualche eccezione, oggi è la grande assente all’interno del movimento a causa soprattutto delle direzioni di alcune organizzazioni sindacali di cui critichiamo duramente posizioni politiche opportunistiche o ambigue.
In tal senso ci sembra importante valorizzare la giornata di sciopero generale indetta da diverse organizzazioni sindacali il 29 novembre, proprio perché potrebbe diventare un’occasione per unificare le rivendicazioni operaie e dei lavoratori con quelle del movimento palestinese. Questa giornata di sciopero pensiamo vada collegata con la giornata di lotta contro il decreto repressivo 1660, che alcune associazioni e alcune realtà del movimento pro Palestina hanno già proclamato per il 30 novembre con manifestazione nazionale a Roma. Quello che ci preme ribadire è che è assolutamente necessario costruire una mobilitazione quanto più ampia e unitaria contro il genocidio in corso in Palestina e contro il governo reazionario della Meloni: ogni tentativo di dividere il Movimento rischia di diventare deleterio per tutti e tutte, indebolendo il sostegno a chi in Palestina lotta quotidianamente contro il sionismo.

 

Le nostre rivendicazioni

Per quanto riguarda la posizione che portiamo e porteremo in ogni manifestazione e in ogni dibattito, Alternativa Comunista sostiene la necessità di:

- sostenere la Resistenza in tutte le sue forme, favorendone il massimo sostegno politico e militare. In questo senso vanno attaccati e smascherati i regimi politici della regione che non hanno dato alcun serio sostegno militare alla Resistenza, al contempo vanno respinti gli appelli ipocriti alla «pace», che significano di fatto riconoscere la vittoria militare dei sionisti;

- porre al centro del programma la liberazione della Palestina dal fiume al mare, rifiutando le illusioni sui due Stati o l’aleatorio riconoscimento di uno «Stato palestinese» nei soli territori occupati nel '67. Va esplicitato che tutta la Palestina storica deve essere restituita ai palestinesi con il ritorno dei 6 milioni di profughi, con lo smantellamento dello Stato sionista;

- una Palestina libera, laica e antirazzista, riprendendo la rivendicazione originaria poi tradita dall'Olp, riconoscendo agli ebrei non sionisti che accettano la restituzione della terra ai palestinesi la possibilità di restare con pari diritti come era prima della fondazione d’Israele;

- riconoscere il diritto di autodeterminazione del popolo palestinese.

Da marxisti, non rinunciamo a dire che tutto ciò sarà davvero possibile solo nel quadro di una lotta per abbattere il capitalismo su scala internazionale. Se Israele esiste ed è militarmente forte è perché è sostenuto dall'imperialismo Usa ed europeo, Per questo proponiamo di espropriare i capitalisti e trasformare l'economia in un'economia pubblica, socialista. Per noi la rivendicazione democratica della Palestina libera si lega indissolubilmente alla rivendicazione del socialismo. A tal fine riteniamo necessario costruire un'organizzazione internazionale che unisca le lotte dei proletari di tutto il mondo, a partire dalle masse arabe che si devono organizzare contro i propri regimi complici del genocidio e che devono essere sostenute dagli studenti e dai lavoratori, soprattutto dei Paesi imperialisti, al fine di indebolire e distruggere lo Stato sionista e chi lo sostiene.

 

 

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