Cile: respingiamo la persecuzione di Maria Rivera!
Maria Rivera, dirigente del Mit (la sezione cilena della Lit-Quarta Internazionale), candidata rivoluzionaria indipendente alla Costitutente, da sempre avvocata in prima linea nella difesa dei perseguitati politici cileni (fin dai tempi della dittatura di Pinochet), è stata citata in giudizio per reato di «sedizione impropria».
L’accusa che viene mossa a Maria è quella di aver fatto appello ai soldati a disobbedire agli ordini dei loro superiori, quando questi, durante la recente mobilitazione rivoluzionaria, ordinavano alle truppe di massacrare le masse popolari cilene, con arresti sommari, torture, gravi ferite, omicidi.
L’accusa a Maria viene dai Carabineros, che sono uno degli apparati repressivi più feroci e più odiati dai rivoluzionari cileni: difendono con cinica violenza gli interessi di poche ricchissime famiglie corrotte che si appropriano di tutta la ricchezza nazionale, lasciando nella miseria le masse popolari.
Maria Rivera è un volto noto della rivoluzione cilena in corso: è tra le leader riconosciute di plaza Dignidad (il nome con cui i rivoluzionari cileni hanno rinominato plaza Italia, nel centro di Santiago, attraversata nei mesi scorsi da manifestazioni moltitudinarie).
Trovate qui sotto la traduzione di un articolo pubblicato su un portale della stampa indipendente dell’America Latina che spiega chi è Maria Rivera.
Anche in Italia facciamo appello a tutte le organizzazioni politiche, sindacali e di movimento a esprimere solidarietà, come stanno facendo tutte le organizzazioni cilene, alla compagna Maria Rivera. Domenica 21 febbraio alle ore 20 vi invitiamo a collegarvi alle pagine facebook (@litci.cuartainternacional) e Instagram (@lit.ci) della Lit-Quarta Internazionale per assistere alla presentazione della candidatura di Maria Rivera alla Costituente.
La leader sociale e avvocata del popolo María Rivera è accusata di «sedizione impropria» da parte dei Carabineros
Andrés Figueroa Cornejo*
La leader sociale e politica, avvocata popolare e candidata alla Costituente per il Distretto 8, Maria Rivera è stata convocata per testimoniare come accusata davanti alla Giustizia per il presunto crimine di «sedizione impropria».
La richiesta è stata avanzata dagli ufficiali dei Carabineros, perché Maria ha lanciato esplicitamente un appello ai soldati affinché «smettano di massacrare il nostro popolo».
Maria Rivera è dirigente del Movimento Internazionale dei Lavoratori, Mit (sezione cilena della Lit-Quarta Internazionale, di cui il Pdac è sezione italiana, ndt), ed è diventata uno dei leader più riconosciuti del movimento rivoluzionario che ha avuto inizio il 18 ottobre 2019. Già da molti anni, Maria si è guadagnata il rispetto delle organizzazioni sociali in lotta per la sua coerenza, i suoi comportamenti conseguenti, le sue qualità umane e il suo amore per la causa dell'emancipazione dei lavoratori e delle masse popolari.
Allo stesso modo, da diversi anni, la popolare attivista, nel suo ruolo di avvocata, ha difeso attivisti sociali, prigionieri politici e attivisti per i diritti umani in innumerevoli procedimenti legali.
Inoltre, Maria è uno dei volti femminili di plaza Dignidad, l’avvocata della «Prima linea», ed è stata tra coloro che hanno intentato una causa contro Piñera per i crimini contro l'umanità che costui ha commesso dall'inizio della rivolta popolare.
L’incallita combattente è nata il 28 gennaio 1958 e, a soli 12 anni, ha iniziato la sua militanza, essendo stata un'attivista per la candidatura, accolta con enormi aspettative dai giovani e dalle masse rivoluzionarie di allora, di Salvador Allende (Unità Popolare) nel 1970. Qualche anno dopo, nel 1972, al liceo entrò a far parte del Fronte rivoluzionario studentesco, Fer, legato al Mir. Nel 1980, nel pieno della feroce dittatura, fu catturata dalla Central Nacional de Informaciones, Cni, il servizio di intelligence del regime di Pinochet. Maria fu condotta alla caserma Borgoño a Santiago, uno dei più grandi centri di detenzione e tortura della dittatura, di cui è una sopravvissuta.
Nel 1983 Maria è fuggita in esilio con i suoi figli in Argentina, dove si è unita al Mas. Lì ha militato, tra l'altro, nei quartieri popolari di Lanús per 7 anni. Infine, nel 1990, è riuscita a tornare in Cile per unirsi alla sezione cilena, il Mit, della Lega internazionale dei lavoratori- Quarta Internazionale, dove continua ancora oggi la sua militanza.
Nel 2004 è stata riconosciuta come una sopravvissuta alla prigionia politica e alla tortura della dittatura di Pinochet nell'ambito del rapporto della Commissione nazionale sulla prigione politica e la tortura, meglio conosciuta come «Commissione Valech». Maria, già combattente per i diritti umani, ha deciso di utilizzare la sua borsa di studio (ricevuta come riparazione) per studiare legge. Nel 2008 ha fondato la Defensoría Popular (oggi chiamata Defensa Popular), un gruppo di avvocati che offre aiuto legale gratuito alle vittime della polizia e della repressione statale. Nel 2010 si è laureata in giurisprudenza ed è diventata una delle principali avvocate dei prigionieri politici e delle vittime della repressione.
Questo è il momento della solidarietà con Maria. La sua statura umana, la sua generosità; i contenuti vibranti della sua convinzione; la sua tenerezza e l’abbraccio nell'ora dura di tanti; i sentimenti che si intrecciano con la causa della liberazione degli oppressi in Cile e nel mondo: ecco quali sono le ragioni per starle accanto in questo momento!
*AnRed (Agenzia Noticias RedAction)
[traduzione di Salvatore de Lorenzo]