Partito di Alternativa Comunista

Dove va il Brasile?

Dove va il Brasile?
Cosa sta realmente succedendo
(e la sinistra riformista mondiale non vi dice)
 

 
 
Editoriale di Opinao Socialista
(giornale del Pstu, sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale)
 
 
dove va il brasile
 
L'uscita di Dilma e l'assunzione da parte di Temer della presidenza della Repubblica aprono una nuova congiuntura nella situazione politica del Paese. La crisi politica del governo e del regime, aperta dalle giornate del luglio 2013, si è aggravata con la recessione economica, la disoccupazione e l'inflazione, e ora tende a intensificarsi di fronte a questo nuovo governo che non gode di nessun sostegno popolare.
La crisi politica è il prodotto dell'enorme insoddisfazione popolare dei lavoratori e della gioventù, che nelle strade, negli scioperi, nelle occupazioni cercano un cambiamento e non sono ascoltati dal governo.
Dilma e il Pt dicono che c'è un golpe, una onda conservatrice: lo fanno per nascondere la realtà e cercare di ricomporre una base di sostegno al governo. La classe operaia ha rotto col governo perché ha visto dove porta il progetto di conciliazione di classe difeso dal Pt: nella continuità della politica economica neoliberale e nel mantenimento delle diseguaglianze sociali nel Paese.
La perdita di appoggio popolare al governo Dilma ha condotto all'impeachment di un governo che non garantiva più nemmeno le minime condizioni di governabilità per imporre quella ristrutturazione che cercava di applicare a favore della borghesia, per questo fu scartato. Senza mutare nulla, il nuovo governo cerca di accelerare la ristrutturazione fiscale e l'applicazione di altre misure di attacco ai lavoratori. Temer, comunque, non pare avere un futuro migliore di Dilma. Respinto nelle piazze, avrà enormi difficoltà per imporre il suo governo e cercare di superare la crisi inter-borghese che ha rovesciato anche Eduardo Cunha [capo dell'opposizione, ndt] e che conferma, una volta di più, che non c'è golpe ma piuttosto si tratta di una enorme crisi interborghese.
La crisi politica ed economica è parte della nuova situazione del Sud America, una situazione di crisi e rotture con i governi e di ritorno alla lotta dei lavoratori.
Il governo Macrì, recentemente eletto in Argentina, già deve affrontare poderose mobilitazioni contro l'aumento dei prezzi e delle tariffe. Temer assume il governo in questa situazione, con la necessità di applicare duri piani di attacco ai lavoratori. Ha già annunciato diverse misure, tra le quali una contro-riforma pensionistica. I lavoratori, comunque, non pagheranno per la crisi. La borghesia non è infatti stata in grado di chiudere il ciclo di lotte apertosi nel giugno 2013 e la tendenza è alla crescita delle lotte con un aumento della polarizzazione sociale. Da una parte, più miseria e attacchi. Dall'altra, più reazione delle masse popolari. Da una parte, lotte più dure e radicali, anche nelle forme. Dall'altra, criminalizzazione e focolai di ultradestra.
Più che mai dobbiamo seguire l'esempio dei lavoratori greci, francesi ed argentini che si scontrano coi rispettivi governi e i piani anti-operai. E' necessario unire le lotte e costruire uno sciopero generale per cacciare Temer, Renan Calheiros, Aecio Neves, Bolsonaro... Cacciarli tutti, impedire i loro attacchi ed esigere elezioni generali subito, con nuove regole.
E' necessario pretendere dalla Cut, della Ctb, dal Mst e dalle burocrazie sindacali la convocazione di uno sciopero generale contro gli attacchi e in difesa dei diritti dei lavoratori: e non per un "ritorno di Dilma" che viceversa divide i lavoratori ed è un ostacolo allo sviluppo delle lotte.
Né Dilma né Temer: solo un campo di classe dei lavoratori può far avanzare le nostre lotte e le nostre conquiste. I lavoratori non possono dividersi tra i due campi borghesi che hanno entrambi una strategia di conciliazione di classe con la borghesia.
Dobbiamo rinforzare lo Spazio di unità d'azione e la Csp Conlutas nella lotta per il rafforzamento di un campo indipendente dei lavoratori, di una alternativa per la costruzione di un potere operaio e socialista, senza padroni e senza corrotti.
La sinistra deve trarre insegnamento dalla degenerazione del Pt, viceversa si costruiranno altri Pt. Il Psol, nel presentare un programma compatibile col capitalismo, va nella direzione di ripetere la stessa strada già percorsa dal Pt. In questo quadro, una politica di alleanze, come quella che si prospetta per le prossime elezioni, conduce soltanto a nuovi governi di collaborazione di classe. Abbiamo già visto questa pellicola.
E' possibile, nelle lotte, puntare sulla costruzione di nuovi strumenti di lotta dei lavoratori e dei giovani. Avanzare nella autorganizzazione e nella democrazia operaia negli scioperi, nelle occupazioni di fabbriche e scuole. Costruire la Csp Conlutas come alternativa ai sindacati maggioritari. Solo con la mobilitazione possiamo far avanzare la costruzione di organizzazioni come consigli popolari perché coloro che stanno in basso possano governare, per porre gli operai e le masse popolari al potere.
In questo processo abbiamo necessità di costruire un partito rivoluzionario, operaio e socialista. Le lotte che sono in corso e tendono ad approfondirsi in Brasile e in America Latina, e la rottura progressiva della classe operaia con il Pt, richiedono che si rilanci l'orizzonte della rivoluzione socialista.
Non abbiamo il diritto di ripetere gli errori del Pt. Il nostro compito non è rifondare un partito di collaborazione di classe come vorrebbe il Fronte Brasile Popolare, né costruire partiti elettorali che pongono le elezioni davanti all'azione diretta, partiti il cui orizzonte non va più in là della democrazia borghese e di inutili tentativi di riformare questo sistema putrido che può produrre solo disoccupazione e diseguaglianze.
Facciamo appello a tutti coloro che lottano, che sono impegnati in scioperi e occupazioni: portiamo nelle piazze il grido "Via Temer! Che se ne vadano tutti! Elezioni generali subito!" E al contempo andiamo insieme a impugnare la bandiera della rivoluzione socialista e a lottare per un governo degli operai basato su Consigli popolari, sostenuto dalle lotte.
Questo è il cammino della vera trasformazione sociale.
 
* Dal sito della Lit-Quarta Internazionale: www.litci.org
(traduzione di Francesco Ricci)
 
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La bancarotta della sinistra riformista in Brasile
 

Pubblichiamo qui di seguito la traduzione di un articolo scritto da un dirigente del Pstu, sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale, che riteniamo utile per comprendere il dibattito che si è sviluppato nell'ambito della sinistra brasiliana e internazionale in relazione alla caduta del governo Dilma. L'articolo è stato pubblicato pochi giorni prima della votazione dell'impeachment contro Dilma Rousseff, avvenuta lo scorso 11 maggio, che ne ha determinato la sospensione dalle sue funzioni di presidente del Brasile.
 

di Bernardo Cerdeira (*)
 

Con la campagna contro il supposto golpe, la maggioranza della sinistra si imbarca nella trappola elettorale col Pt [il Partito dei lavoratori di Lula e Dilma Rousseff; ndt] alle elezioni del 2016 e del 2018. 
La crisi e la caduta del governo Dilma hanno riscaldato gli animi non solo tra quelli che sono a favore o contro l'impeachment. C'è un'enorme pressione, nazionale ed internazionale, per unire in un fronte tutti quelli che sono contro il “golpe”, in “difesa” della democrazia, dello “Stato di Diritto”. 
In America Latina, questo fronte va dal castro-chavismo, raggruppato nell'Alleanza Bolivariana per i popoli dell'America (Alba), al kirchnerismo, dal Psol [partito della sinistra riformista brasiliana; ndt] fino alla maggioranza dei partiti che si rivendicano trotskisti, come il Pts argentino [sezione della Frazione trotskista; ndt] e il Partido obrero argentino [gemellato col Pcl di Ferrando con il quale, assieme ad altri due gruppi, costituisce il Crqi; ndt]. 
Quelli che, come il Pstu, si oppongono ai due settori, tanto al governo come all'opposizione di destra, sono accusati di golpismo, di fare il gioco della destra, di dividere la sinistra quando è necessario unirla, ecc. Questo quando gli accusatori non ci insultano e scagliano contro di noi ogni tipo di aggressione verbale, che è l'azione più comune. 
Non rispondiamo agli insulti, che riteniamo essere l'unica risorsa per le persone prive di argomenti. Ma pensiamo che questa polemica sia molto importante perché definisce le rotte della classe lavoratrice e dei settori sfruttati nel Brasile ed in America Latina nei prossimi anni. 
Abbiamo già dimostrato in articoli precedenti che non c'è alcun golpe in atto. C'è una competizione fra due settori borghesi a forza di corruzione e menzogne. Inoltre, lo stesso Pt pensa già di proporre nuove elezioni presidenziali, lasciando così cadere la maschera che occulta la farsa del golpe. 
Ciononostante, quando diciamo che questo governo attacca i lavoratori, che viene ripudiato dal 70 percento della popolazione e che deve cadere, come vuole la maggioranza, siamo accusati di golpismo e di fare il gioco della destra. È un'accusa scandalosa, tanto più se consideriamo da chi proviene. Il Pt ha governato per più di 13 anni insieme alla destra: Temer, Cunha, Renan, Sarney, Kassab, Maluf e tanti altri. Fino all'ultimo minuto il suo governo fu difeso nel Congresso da gente come Kátia Abreu, la regina dell'agro-commercio e nemica dei senza terra. E, alla fine, chi ha portato Michel Temer alla presidenza? 
 
Il fronte contro il “golpe” è una trappola per appoggiare il governo 
Il fronte contro tale “golpe” e in difesa della democrazia è funzionale a difendere il governo Dilma. Questo compito è molto difficile, anche tra i simpatizzanti del Pt, perché la maggioranza assoluta del Paese è ormai giunto alla conclusione che il governo ha tradito, è corrotto ed attacca i diritti. 
Di fronte a tutto questo, l'alternativa scelta dalla direzione del Pt è stata di provare a indirizzare la giusta indignazione di ampi settori contro l'aggressività reazionaria della destra. È molto più facile mobilitare migliaia di persone, incluse quelle che criticano duramente il governo, richiamandole a difendere la democrazia piuttosto che provare nel tentativo impossibile di convocarle per appoggiare il governo. Da lì la campagna contro un golpe inesistente. 
Come se ciò non bastasse, il Pt, il PCdoB [Partito comunista brasiliano, stalinista; ndt] ed altri settori cercano di creare una polarizzazione del tipo “chi non sta con noi, sta con la destra, è golpista”. Così facendo, sono riusciti a raggruppare partiti ed organizzazioni come il Psol ed il Mtst [Movimento dei lavoratori senza tetto; ndt] che erano critici verso il governo, ma oggi stanno nelle file di coloro i quali cercano di sostenere il governo Dilma, un tentativo inutile. 
 
Al di là delle apparenze, l'obiettivo del Pt è ricostruire il fronte con la borghesia 
Da quando il supporto al governo scese ai livelli minimi, constatazione che portò Lula a dire che il governo Dilma e lui stesso erano a “volume spento”, l'ex presidente e la direzione del Pt hanno cercato un modo per recuperare la loro base sociale. 
Hanno trovato una soluzione partendo dal riconoscimento che il Pt è in preda ad una forte usura e che, pertanto, non ha più l'egemonia all'interno della sinistra e di quelle che loro chiamano forze progressiste. Pertanto, Lula e la direzione del Pt proposero la creazione di un fronte, basato sul modello del Fronte Ampio dell'Uruguay, che raggruppasse i partiti di sinistra e i movimenti sociali. 
L'idea era quella secondo cui il Fronte non solo sarebbe tornato a mobilitarsi in modo da recuperare il prestigio perso dal PT, ma anche che si sarebbe presentato alle elezioni. Nacque, così, il Fronte Brasiliano Popolare che raggruppa Pt, PCdoB, Mst [Movimento senza terra; ndt], Cut [il principale sindacato brasiliano, diretto dal Pt; ndt], Une [Unione nazionale degli studenti; ndt] ed altre organizzazioni. 
Il settore di sinistra che solleva critiche contro il governo, guidato dal Mtst e dal Psol, creó il Fronte del popolo senza paura. Ciononostante, i due fronti sono oggi uniti nella lotta contro il supposto golpe, promuovono le stesse azioni, organizzano iniziative in comune e, principalmente, lottano per mantenere il governo Dilma. Cioè, nonostante le differenze, sulla questione fondamentale, che è l'appoggio al governo, stanno insieme. 
Questo “fronte dei fronti” comincia già a mostrare il suo obiettivo immediato: la partecipazione alle elezioni del 2016 e del 2018. Il Pt discute adesso di appoggiare una candidatura unica per il comune di Rio de janeiro, proponendo l'unità a Marcelo Freixo (Psol) e Jandira Feghali (PCdoB) in una stessa lista. Secondo la stampa, ci sono negoziazioni in corso. Lo stesso Freixo dice che è necessaria una discussione fra le parti (O Dia, 20/4/2016). 
In realtà, l'obiettivo maggiore di tutta l'articolazione di questo Fronte Ampio è ricostruire per il 2018 il vecchio progetto di un'alleanza con settori della borghesia per tornare a governare il Paese. È la ripetizione di un film che finirà come è finito il governo Dilma: inabissato fra corruzione ed attacchi alla classe lavoratrice. 
 
Crisi di direzione. Unità con chi e per quale motivo? 
Molti compagni onesti vedono in questa unità qualcosa di positivo. Criticano la sinistra per le sue divisioni e pensano che queste favoriscano la destra, che si unisce sempre sulle questioni fondamentali. Comprendiamo questa preoccupazione, ma prima è necessario capire qual è il motivo centrale delle divisioni a sinistra. 
La destra, se intendiamo come tale la borghesia, la classe dei grandi capitalisti, si unisce intorno alla difesa delle sue proprietà, dei suoi privilegi di classe sfruttatrice, e del potere politico e militare dello Stato che essa controlla e che garantisce il suo diritto a sfruttare. 
 
Origini del riformismo 
La diffusione delle idee socialiste, dalla seconda metà del secolo XIX, portò la borghesia, principalmente quella dei Paesi imperialisti, a cercare una nuova strada per indebolire le file della sinistra che, fino a quel momento, difendevano in maniera unanime la lotta per farla finita col capitalismo e costruire una società socialista. 
Si trattava di guadagnare un settore della sinistra alla difesa del capitalismo, del libero mercato e della democrazia borghese, limitandosi alla lotta per alcune riforme nel quadro di questo sistema e rinviando la lotta per il socialismo ad un futuro distante. 
La conquista di queste direzioni della sinistra non si ottenne facendole aderire sul piano delle idee. Al contrario, fu ottenuta offrendo privilegi e cariche, tramite la corruzione dei rappresentanti della sinistra. E, più tardi, concedendo loro parti limitate dell'apparato dello Stato e perfino dei governi, cosicché costoro furono alleati ai partiti e settori borghesi affinché non sfuggissero al controllo dei capitalisti. 
Pertanto, la divisione della sinistra ha radici materiali e politiche. Parliamo di partiti ed organizzazioni che mirano a fare alleanze con partiti borghesi (cioè, della destra) per governare e mantenere privilegi che sono frutto della corruzione. Per questo difendono il capitalismo, un sistema che usa la corruzione per mantenersi in piedi. Fu così che il Pt  degenerò. 
 
Lottare per i lavoratori 
Da questo punto di vista, l'unità possibile e desiderabile per la sinistra è quella che può darsi nella lotta concreta tra tutti coloro i quali sono disposti a difendere i lavoratori dagli attacchi della borghesia, dalla disoccupazione, dai piani di austerità, dalla rimozione dei diritti e delle conquiste. 
Proprio per questo, non può esserci unità per difendere un governo che attacca i lavoratori, come il governo Dilma. 
Cioè, dal punto di vista degli obiettivi politici, esistono, in linee generali, due progetti opposti a sinistra. Fino ad ora quello che predomina verte intorno all'alleanza con la borghesia e alla difesa del capitalismo con alcune riforme. Questo è stato il progetto del Pt, del PCdoB e di altri partiti, ed è in crisi perché i lavoratori, nella loro  maggioranza, non si lasciano oramai ingannare da costoro. 
 
La nostra strada: un'alternativa della classe operaia e di tutti gli sfruttati 
Un altro progetto, difeso dal Pstu, è quello della lotta dei lavoratori e dei settori sfruttati contro lo sfruttamento, è quello dell'indipendenza della classe lavoratrice di fronte alla borghesia ed i suoi partiti. E' quello della lotta affinché i lavoratori conquistino il potere politico ed impiantino un governo socialista dei lavoratori basato sui consigli popolari. 
Questo progetto è, oggi, molto minoritario, ma cresce. I lavoratori ed i settori popolari sono di fronte ad un fatto immenso: il tremendo fallimento del progetto di alleanza tra il Pt ed i partiti borghesi per governare il Paese. È questo fatto, e non la supposta crescita della destra, come dicono i dirigenti del Pt, che angoscia milioni di lavoratori ed attivisti onesti di sinistra. 
Questo fatto non può essere nascosto, nonostante tutte le manovre della direzione del Pt e la farsa della campagna contro un “golpe”. Questo fallimento ha solo aggravato, enormemente, le sofferenze della classe lavoratrice.
 
* Dal sito della Lit-Quarta Internazionale: www.litci.org
(traduzione dallo spagnolo di Mauro Buccheri)
 

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