Partito di Alternativa Comunista

Giù le mani di Putin, Usa, Nato e Unione Europea dall'Ucraina!

Giù le mani di Putin, Usa, Nato e Unione Europea dall'Ucraina!

 

 

 

Dichiarazione della Lit-Quarta Internazionale

 

 

Per un'Ucraina unificata e libera dall'oppressione russa!

Putin ha appena firmato un decreto che riconosce le sedicenti «repubbliche» di Donetsk e Lugansk come Stati indipendenti al di fuori dell'Ucraina (e proprio in queste ore ha iniziato l’invasione militare dell’Ucraina nella regione del Donbas, ndr). Allo stesso tempo, sotto la copertura di «trattati di amicizia» firmati con le autorità fantoccio di questi territori, ha inviato truppe nella zona con la cinica scusa di «salvaguardare la pace».
Il riconoscimento di queste «repubbliche» fantoccio, sostenute da bande paramilitari controllate da Mosca con il sostegno dell'esercito russo, è una violazione della sovranità nazionale e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. Questa aggressione è una continuazione dell'annessione della Crimea del 2014.
Il riconoscimento da parte di Putin di queste false repubbliche indipendenti fa saltare gli accordi di Minsk, firmati nel 2015, accordi che in teoria dovevano fermare l'escalation militare. Questi accordi, imposti all'Ucraina sulla base della superiorità militare russa, hanno nei fatti mantenuto lo status quo a favore della Russia e hanno riconosciuto l'«autonomia» dei territori del Donbas. Al contempo, questi territori venivano ancora formalmente riconosciuti come parte dell'Ucraina.
L'accordo implicava anche il ritiro dei gruppi paramilitari filorussi dalla zona e la restituzione all’Ucraina del controllo dei confini. Tuttavia, i gruppi paramilitari non se ne sono mai andati, al contrario sono stati rafforzati, e l'Ucraina non ha nemmeno ripreso il controllo dei suoi confini orientali. Ora Putin non riconosce più questi territori come parte dell'Ucraina e invia il suo esercito per garantirsene il controllo.
Tale riconoscimento comporta il rischio immediato di un'aggressione contro i restanti territori del Donbas, di cui le repubbliche fantoccio di Donetsk e Luhansk occupano solo un terzo, anche se nelle loro «costituzioni» rivendicano tutto il territorio. Questo scatenerebbe una guerra con migliaia di morti, devastazioni e conseguenze imprevedibili.
Il riconoscimento dell'indipendenza di queste «repubbliche» e l'invio di truppe russe è stato accompagnato da un discorso televisivo molto significativo di Putin in cui - oltre a giustificare le sue azioni con accuse surreali di un presunto «genocidio» della popolazione russa nei territori orientali o del carattere «nazista» del regime ucraino - ha esposto, con la solennità delle grandi occasioni, le aspirazioni imperiali del capitalismo russo. Un capitalismo debole, finanziariamente dipendente e ridotto al ruolo di fornitore di energia, ma allo stesso tempo dotato di una superpotenza militare ereditata dall'Urss. Le sue aspirazioni si basano innanzitutto sulla sottomissione delle ex Repubbliche sovietiche che appartenevano all'Urss.
Putin, amico di tutta l'ultradestra europea, che si vanta del suo regime ultranazionalista e autoritario, è stato molto chiaro nel dire che l'Ucraina fu «una creazione dei bolscevichi» mentre secondo lui non è altro che una parte integrante della Russia.
Ha attaccato ferocemente i principi di Lenin sulle nazionalità (autodeterminazione dei popoli), affermando questo: «Abbiamo dato loro [agli Ucraini, ndt] il diritto di lasciare l'Urss senza obblighi né condizioni. Questa è una follia». Invece, ha elogiato Stalin che ha represso nel sangue tutte le aspirazioni nazionali dei popoli sovietici e ha imposto la feroce oppressione del nazionalismo grande-russo, in diretta continuità con la politica zarista che Lenin combatté apertamente.
Per Putin, il crollo dell'ex Urss, che ai tempi di Lenin e Trotsky ha permesso la libertà nazionale dei popoli sottomessi al nazionalismo grande-russo, è stato «la più grande catastrofe del XX secolo» che deve essere invertita. E, poiché non può farlo in altro modo, usa la forza militare.
Oltre all'Ucraina, è il caso del sostegno al regime autoritario di Lukashenko in Bielorussia di fronte alla rivolta popolare. O il recente intervento delle truppe russe in Kazakistan (benedetto in quell’occasione da Stati Uniti, Ue e Cina), volto a schiacciare la rivolta popolare contro il regime in quel Paese, effettuato sotto l'ombrello dell'alleanza militare Csto (formata dal governo russo e quelli delle ex repubbliche sovietiche).
Uno degli argomenti che Putin ha usato per giustificare la sua politica verso l'Ucraina è l'accerchiamento militare a cui la Russia è effettivamente sottoposta dalla Nato.
Ma, per difendersi veramente da questo accerchiamento, la Russia dovrebbe chiedere una mobilitazione dei popoli ucraino ed europeo, statunitense e russo contro l’intensificazione della presenza militare e delle minacce Nato, e chiedere anche misure radicali di disarmo reciproco. Invece Putin e gli oligarchi russi che rappresenta hanno più paura delle masse popolari che dell'imperialismo e non sono disposti a indebolire il militarismo grande-russo, la loro preziosa carta vincente nei confronti sia del popolo russo che dei popoli della loro periferia, il loro unico punto di forza per difendere le loro aspirazioni nei confronti delle grandi potenze.
Di fatto la «difesa» dalla Nato da parte di Putin non è altro che una brutale aggressione della nazione ucraina. Così facendo non fa altro che fornire argomenti agli Stati Uniti, alla Nato e all'Ue per apparire come i difensori dell'Ucraina, per trasformarla in una semi-colonia militare della Nato e per aumentare la loro presenza militare in Europa orientale.

 

Giù le mani degli Usa, della Nato e dell'Ue dall’Ucraina!

Ma le azioni degli Usa, dell'Ue e della Nato non hanno nulla a che fare con la difesa della sovranità ucraina, che è cinicamente manipolata nell'interesse di due bande controrivoluzionarie: la Russia di Putin da un lato e l'imperialismo Usa, la sua Nato e i suoi partner europei dall'altro. Entrambe le parti stanno usando il conflitto ucraino per difendere le loro posizioni, per rafforzare il militarismo in Europa e nel mondo e per intensificare la corsa agli armamenti.
Il conflitto ucraino è anche un teatro di operazioni in cui gli Stati Uniti cercano di affermare la loro autorità nei confronti dell'Unione europea, in particolare della Germania, a spese delle relazioni di quest'ultima con la Russia, il suo principale fornitore di energia. In definitiva, gli Stati Uniti vogliono anche sottomettere la Germania nella loro più ampia competizione con la Cina.

 

La Russia non ha alcun diritto sull'Ucraina! Fuori le truppe e i paramilitari russi dal Donbas!

Ritiro delle truppe russe e delle attrezzature militari dal confine orientale e dalla Bielorussia! Restituzione della Crimea all’Ucraina!

Scioglimento della Nato e ritiro delle truppe e delle basi Usa dai Paesi dell'Europa occidentale e orientale!

Dissoluzione dell'alleanza militare Csto tra Stato russo ed ex repubbliche sovietiche, utilizzata dalla Russia per inviare truppe per schiacciare le rivolte popolari e sostenere gli oligarchi sottomessi, come in Kazakistan!

Per un'Ucraina unificata e libera dall'oppressione russa, libera dalle grinfie degli Usa, della Nato e dell'Unione Europea! Contro la politica nazionalista oppressiva della «Grande Russia» di Stalin e Putin, rivendichiamo la politica leninista del diritto all'autodeterminazione nazionale dei popoli!

 

 

Per approfondire: www.partitodialternativacomunista.org/politica/internazionale/il-conflitto-stati-uniti-nato-russia-ucraina-dichiarazione-della-lit-quarta-internazionale

 

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