GLI EFFETTI DI PIAZZA TAHRIR ARRIVANO IN PORTOGALLO
di Cristina Portella (*)
La manifestazione della "generazione rasca" (1) è la risposta di una generazione di giovani (e meno giovani) che non hanno impiego, non dispongono di un salario dignitoso, di una scuola decente e che non avevano trovato (prima di adesso) un modo per lottare contro tutto ciò.
La
manifestazione della "generazione rasca"
il 12 di marzo è una chiara dimostrazione della situazione politica che
attraversiamo in Portogallo: con una risposta di lotta della classe che è stata
frenata dalle direzioni sindacali e politiche della sinistra, ma non sconfitta;
e il 12 si produce nel contesto internazionale delle rivoluzioni arabe, con il
rovesciamento dei dittatori di Tunisia ed Egitto, e nel quadro di un'ascesa
europea delle lotte contro i piani di austerità dei governi borghesi.
Sotto
l'influenza della lotta nei Paesi arabi, dove la convocazione di manifestazioni
via facebook e sms ha avuto un ruolo importante nella crescita della protesta,
i giovani portoghesi hanno fatto appello, con questi stessi mezzi, a una
manifestazione "per il diritto al lavoro, all'educazione, per migliori
condizioni di lavoro, per la fine della precarietà, per il riconoscimento dei
titoli, competenze ed esperienza, per salari e contratti dignitosi."
Di là dal
numero di persone che si sono ritrovate in piazza in varie città, questa
mobilitazione è già diventata un fatto politico. La grande simpatia che ha
suscitato evidenzia l'angoscia della gioventù privata di un futuro (il vicolo
cieco in cui si è di fatto ridotta la vita dei giovani, tanto quelli delle
classi medie, universitari, come di quelli della classe operaia) e al contempo
evidenzia l'assenza di una alternativa organizzata di lotta per questa
gioventù.
Ciò perché i
sindacati, in generale, ignorano i precari, che peraltro costituiscono la
maggioranza della gioventù che lavora. D'altra parte c'è una grande sfiducia da
parte della gioventù in relazione a partiti e sindacati; un fenomeno
contraddittorio che esprime un pregiudizio peraltro figlio della percezione che
queste organizzazioni sostengono un regime e un governo screditati,
responsabili di disoccupazione e precarietà.
Contro il governo
La
manifestazione del 12 è stata nei fatti contro il governo di Socrates e la
Confindustria, responsabili di disoccupazione, precarietà e attacchi alla
scuola. Le ragioni della protesta sono sacrosante e la forma adottata, cioè la
mobilitazione di piazza, è la più efficace. Il rifiuto della cappa burocratica
è una delle caratteristiche più avanzate e, in questo senso, ravvicina questo
movimento a quello degli insegnanti che si produsse quando le strutture
sindacali (Fenprof, Spgl e altre) tradirono la lotta con la firma, nel 2008,
del memorandum di intesa con il governo.
Tuttavia,
perché la mobilitazione continui e si sviluppi è necessario dotarla di una
organizzazione e di un programma di rivendicazioni: ciò che non significa in
alcun modo burocratizzare il movimento. La nostra proposta è che, a partire da
questa manifestazione, si dia vita a un coordinamento ampio, con l'obiettivo di
dare una continuità alla lotta, convocando una nuova mobilitazione nazionale
attorno a rivendicazioni precise contro la disoccupazione, la precarietà e gli
attacchi all'istruzione.
Rivendicazioni
come quella della trasformazioni di tutti i contratti precari in contratti
stabili; riduzione drastica delle tasse universitarie e ripristino delle borse
di studio; revoca delle nuove norme sulla concessione del sussidio di
disoccupazione (che hanno già causato la cessazione del sussidio a circa 12
mila disoccupati dall'agosto scorso); incremento netto delle risorse per le
università e l'educazione; revoca delle norme che hanno tagliato i sussidi
familiari e altre tutele sociali; ecc.
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(1) espressione portoghese per indicare la generazione "senza futuro" (NdT)
(*) dirigente di Ruptura - Fer, sezione portoghese della Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale
Questo articolo è stato chiuso poche ore prima della caduta del governo Socrates. (Ndt)