Grecia: il più grande
movimento studentesco degli ultimi decenni
di Stefanos Ioannidis (*)
1. Le controriforme e la nascita del
movimento
Innanzitutto riassiumiamo brevemente le due
riforme che hanno portato alla nascita del più grande movimento studentesco in
Grecia degli ultimi venticinque anni:
a) Il governo di destra ha tentato di riformare la legge fondamentale che regola
il funzionamento dell'educazione superiore. L'obiettivo del governo è la
cosiddetta "autonomia" delle Università, il che significa che i fondi statali
saranno drasticamente ridotti. Ogni Università, ogni scuola dovrà trovare il
proprio modo per autofinanziarsi. Questo porterà all'introduzione di tasse
(attualmente si pagano tasse solamente per certi studi postlaurea). Tutti i
supporti allo studente, come libri (che sono tutti gratuiti), trasporti e
alloggi, scompariranno o non saranno più gratuiti. Gli studenti saranno trattati
come "clienti" ai quali le Università venderanno un ampio assortimento di
lauree, di uno, due, tre o quattro anni, ecc. La vera essenza della laurea andrà
persa; ogni studente avrà la propria "somma di crediti" e non una laurea di
quattro o cinque anno, come è adesso. Ultimo, ma non meno importante, con questa
riforma il cosiddetto "asilo" delle Università greche verrà abolito. L' "asilo"
significa che la polizia può entrare nei campus universitari solamente
in caso di omicidio. E' grazie all'"asilo" se il sindacalismo studentesco si è
potuto sviluppare in Grecia. Si è arrivati al punto in cui tutti gli edifici
universitari sono stati letteralmente coperti da manifesti, senza che le guardie
di sicurezza o la videosorveglianza abbiano notato nulla.
b) La seconda riforma è la revisione
dell'articolo sedici della Costituzione greca. Questo articolo afferma con
precisione come l'istruzione universitaria possa essere offerta unicamente dallo
Stato. In altre parole, lo Stato è responsabile del pieno finanziamento
dell'educazione universitaria ed è anche responsabile del suo contenuto, della
durata e del riconoscimento delle lauree.
E' chiaro che queste due controriforme si
completano a vicenda, avendo lo stesso fine.
2. Le ragioni del capitalismo dietro
l'attacco neoliberista
Il capitalismo greco sta affrontando una
crisi trentennale. La disoccupazione sotto i venticinque anni è del 25-30%.
Anche chi ha una istruzione universitaria sta provando la disoccupazione, bassi
salari e turni flessibili. Per i giovani non c'è assolutamente nessun supporto
sociale, a differenza di molti altri Paesi europei. E' chiaro che la società
greca non è in grado di integrare i giovani.
Una seconda ondata di attacco neoliberista
all'educazione universitaria è cominciato. Si sta provando a risparmiare denaro
al fine di aiutare il capitale, sia riducendo le tasse sui profitti dei
capitalisti, sia sotto forma di aiuti diretti. L'educazione universitaria, e
l'educazione in generale, devono diventare una responsabilità individuale e non
saranno più garantite dallo Stato. Le lauree non saranno riconosciute come tali
dallo Stato e, pertanto, dalla società. Il lavoro qualificato sarà trattato come
non qualificato.
3. Le reali ragioni del movimento
studentesco
Come è stato evidenziato in Francia durante
il movimento contro il Cpe (Contratto di primo impiego), la gioventù sente di
non avere futuro. Sta cominciando a comprendere che vivrà in condizioni peggiori
di quelle della generazione precedente. Una massiccia proletarizzazione del
lavoro scientifico è in corso. Inoltre, l'educazione universitaria in Grecia è
consistente, molto più di quanto il capitalismo greco in crisi abbia bisogno o
possa utilizzare. Questo è il risultato dei movimenti studenteschi del passato,
come la domanda sociale di educazione universitaria per tutti. Un crescente
numero di studenti è costretto a lavorare, anche se proviene dalle classi
medio-alte.
4. Le forze politiche del
movimento
Ogni partito del Parlamento ha il proprio
gruppo studentesco. Il gruppo del Governo ha ottenuto circa il 40% dei voti
nelle elezioni studentesche (a cadenza annuale), il gruppo dell'opposizione
socialdemocratica circa il 25%, il gruppo del Partito Comunista circa il 15% e i
vari gruppi dell'estrema sinistra (il maggiore dei quali è l'Eaak) ha ottenuto
un altro 10%. Ci sono numerosi gruppi studenteschi di estrema sinistra
praticamente in ogni scuola in Grecia. A parte i risultati elettorali
universitari, la cosa più importante per l'estrema sinistra è il fatto che ci
siano molti militanti attivi che intervengono quotidianamente nelle
Università.
5. Il movimento di
maggio-giugno
Il movimento di maggio-giugno ha avuto inzio
dopo quello contro il Cpe e la gigantesca mobilitazione durante il Quarto Forum
Sociale europeo ad Atene. E' iniziato con grandi assemblee generali studentesche
in tutte le scuole, con una partecipazione uguale o anche superiore a quella per
le elezioni. Queste assemblee hanno votato la proposta delle forze di estrema
sinistra di occupare le scuole e organizzare manifestazioni. Durante due
settimane, l'80- 90% di tutte le scuole sono state occupate. Manifestazioni sono
state organizzate settimanalmente.
Dopo una enorme manifestazione di 25 mila
studenti ad Atene, la riforma è stata ritirata. Lo slancio del movimento era
tale che ci sono volute oltre tre settimane prima che si arrestasse.
E' importante menzionare gli insegnanti
delle scuole elementari (un settore che è stato inattivo per anni) che hanno
scioperato in ottobre. Lo sciopero è durato sei settimane. Notevole è stata,
oltre alla larga partecipazione e alla durata dello sciopero, la aggressività
delle rivendicazioni (salari di 1400 euro, attualmente sono di 900, 5% del Pil
per l'educazione), che non erano mai state sostenute da così tante persone prima
e che hanno ricevuto un importante supporto da tutti gli strati sociali. Lo
sciopero non ha né vinto né perso.
6. IL "secondo round" del movimento
studentesco
Intorno al 10 gennaio, il movimento
studentesco si è rianimato, questa volta contro la revisione costituzionale e in
special modo contro la revisione dell'articolo 16. Le assemblee generali sono
state enormi, ma non quanto in maggio e giugno dell'anno scorso. Ancora una
volta le scuole sono state occupate e ci sono state manifestazioni
settimanalmente. Per la prima volta, i docenti universitari hanno scioperato a
lungo.
Il 15 febbraio, il Pasok (l'opposizione
socialdemocratica), ha impedito la discussione e la votazione, quindi non è
stato possibile modificare l'articolo. Poco dopo, il governo ha deciso di
riesumare la legge che era stata cancellata in giugno, in modo da apparire
potente e per trarre vantaggio dalla naturale stanchezza del movimento. L'8
marzo, il governo ha votato la riforma da solo e ha scelto di attaccare
brutalmente una manifestazione di circa ventimila studenti ad Atene,
arrestandone 61.
Mentre scriviamo, metà delle scuole restano occupate, incluse
le più importanti. E' probabile che la mobilitazione costituirà un impedimento,
rendendo non facile per questo governo azzoppato applicare la riforma, almeno
non immediatamente.
7. Le debolezze del
movimento
Il movimento studentesco aveva, e ha
tuttora, la potenzialità per sconfiggere il governo e costringerlo a ritirare la
riforma per la seconda volta. Ad ogni modo, ci sono molte debolezze che spiegano
le difficoltà:
a) la maggior parte delle organizzazioni di
estrema sinistra non sembrano comprendere la profondità e il vero obiettivo
dell'attacco neoliberista all'educazione. La maggior parte di queste pensa che
si tratti di semplici riforme e non di cambiamenti drastici.
b) Le auto-organizzazioni del movimento non
funzionano bene. I comitati studenteschi non sono eletti dalle assemblee. C'è
poco o nessun coordinamento a livello locale e nazionale.
c) il movimento non è ancora stato capace di
trainare un vasto movimento popolare, non è stato capace di portare i lavoratori
e le masse popolari in generale a supportare attivamente la lotta. Sebbene
maggiormente di quanto fatto in maggio-giugno, l'intervento degli universitari
sui luoghi di lavoro, nelle scuole inferiori e nei quartieri è insufficiente e
non coordinato.
d) Le organizzazioni di estrema sinistra non
comprendono quanto il movimento si sviluppi e hanno difficoltà ad individuare le
giuste rivendicazioni, i giusti argomenti e i giusti metodi di lotta al momento
più opportuno.
Questi sono i limiti politici
del movimento.
Come Okde (Organizzazione dei Comunisti
Internazionalisti di Grecia) coordiniamo un gruppo studentesco che si chiama
Student Socialist Struggle. Non conta per ora molti militanti, ma abbiamo
giocato un ruolo importante nelle città e nelle scuole in cui siamo
presenti.
(Questo articolo è stato scritto per
presentare sinteticamente ai lettori del sito e della newsletter del PdAC la
situazione delle mobilitazioni studentesche in Grecia. La traduzione
è di Davide Margiotta)
(*) dirigente di Okde (Organizzazione dei
Comunisti Internazionalisti di Grecia).