Partito di Alternativa Comunista

Grecia SCIOPERO GENERALE

Grecia

SCIOPERO GENERALE

La crisi deve essere pagata dai capitalisti!

Lotta per i bisogni dei salariati, non per i profitti degli sfruttatori!

 

 

pubblichiamo estratti del volantino-opuscolo distribuito dai nostri compagni dell'Okde-Ep in occasione dello sciopero generale del 2 aprile in Grecia

 


Compagni lavoratori, oggi, tutti coloro che hanno supportato e effettuato le misure anti-operaie, che sono stati difensori delle politiche di “libero mercato” e di cosiddettta “sana competizione", che non hanno avuto altro scopo che di aumentare i profitti delle imprese, stanno ora provando a convincerci che dovremmo accettare di fronteggiare la crisi del loro sistema capitalista come un problema comune ai lavoratori e ai capitalisti. All'improvviso, i governi scoprono che i soldi ci sono e stanno esaurendo miliardi di dollari e di euro per mantenere le imprese degli sfruttatori e i loro profitti. Tutto ciò accade nel momento in cui la crisi sta diventando sempre più grave, minacciando di divorare tutte le nostre conquiste, i nostri lavori, il nostro normale vivere, la nostra stessa vita. 

I predatori del profitto, che erano soliti respingere qualsiasi intervento dello Stato in nome del “libero mercato", stanno ora richiedendo allo Stato e ricevendo enormi somme di denaro: denaro nostro, un prodotto del nostro duro lavoro (28 miliardi che Nuova Democrazia, con il consenso del Pasok, ha regalato ai banchieri). Comunque, nonostante i miliardi che i banchieri stanno intascando, la crisi non si è ridotta, al contrario, sta peggiorando.

 

Il governo di Nuova Democrazia, con il consenso del Pasok, sotto l’egida dell’Union Europea e degli industriali, sta provando a scaricare sui lavoratori la crisi. Gli effetti della crisi economica sono già tragici sui lavoratori del nostro Paese, dell’Europa, come del mondo. Siamo solo all’inizio della crisi e 672 mila salariati nell’Ue hanno perso il loro lavoro, nel solo ultimo trimestre del 2008. In Grecia la crisi economica si sta sviluppando rapidamente e violentemente. (...) Lo Stato e le fondazioni sono sull’orlo della bancarotta. Allo stesso tempo, gli sfruttatori, con il benestare prima, e l’aperto supporto dopo, del governo, stanno tentando di distruggere qualsiasi diritto del lavoro rimasto.

Quindi, ci sono stati 12 mila licenziamenti e 2050 mobilità tra novembre 2008 e febbraio 2009, la settimana di quattro giorni di lavoro, o la riduzione delle ore di lavoro insieme alla riduzione dei pagamenti sono diventati un abitudine nel settore privato, mentre è stato previsto che, dalla fine del 2009, i disoccupati saranno 1 milione, o il 25% della forza lavoro.

 

Le nuove misure del governo nel settore pubblico rivelano come intende “proteggere” noi lavoratori dalla crisi. Ha annunciato:a) nessun aumento in pagamenti e pensioni per l’intero settore pubblico e assegni di integrazione sociale solo per 213000 salariati (su un totale di 700000); b) una riduzione del 10% della “libera” spesa pubblica -ciò significa che bisogna attendere una larga riduzione di questa spesa, che risulterà dalla distruzione di grandi parti della pubblica istruzione e la bancarotta della Sanità pubblica.

(...) Nello stesso momento, il governo favorisce gli industriali in modo che possano congelare i pagamenti nel settore privato. (...)

Nello stesso momento, il governo di Nuova Democrazia (...) rifiuta di imporre qualsiasi tassa alle imprese o qualunque genere d’integrazione. Non impone tasse alle grandi proprietà, alle proprietà della Chiesa, o alla proprietà di compagnie off-shore. Al contrario, ha ridotto l’alto fattore delle entrate dal 35% al 25%. Come risultato, mentre il governo afferma che raccoglierà 274 milioni di euro imponendo tasse alle alte entrate, infatti, le imprese hanno risparmiato miliardi di euro grazie all’esenzione di tasse del grande capitale. (...)

 

Nuova Democrazia, Pasok e Unione Europea continueranno ad attaccare i lavoratori usando i metodi più predatori, misure d’emergenza e “terapie shock” con il compito di conservare la proprietà e profitti degli imprenditori dalla crisi. E' stata preparata una serie di misure anti-operaie: a) Abolizione del contratto collettivo (...) b) Una più ampia flessibilità dei rapporti di lavoro. c) Un nuovo progetto di previdenza, che includerà un aumento dei limiti dell’età pensionabile, una riduzione delle pensioni e un saccheggio dei fondi riservati alla sicurezza sociale. (...) d) Un aumento dell'Iva su tutti i prodotti di consumo, così come un aumento delle entrate delle tasse. e) Un taglio della spesa pubblica sull’educazione e la sanità (quando gli ospedali pubblici sopravvivono a stento sotto il peso dei loro debiti). f) Diminuzione della spesa pubblica in generale, abbandono di contratti d’impiego e riduzione delle entrate dei fondi di sicurezza sociale provenienti dai contributi dei lavoratori. g) Nuove privatizzazioni (della compagnia ferroviaria, compagnia idrica, ecc…).

 

I governi e gli imprenditori sono ben consapevoli che noi lavoratori non permetteremo loro di riportarci alla preistoria. I milioni di scioperanti in Francia, le manifestazioni attive contro la crisi in tutto il mondo, l’occupazione di fabbriche che stanno per chiudere, così come la nostra esplosione sociale a dicembre, costituiscono la prima risposta alla crisi e alle politiche borghesi che produce. (...) Le nuove misure del governo sulla "sicurezza" implicano la criminalizzazione di chi indossa un cappuccio durante le manifestazioni, insulta le autorità e l’abolizione del diritto d'inviolabilità delle università: l'obiettivo è terrorizzare, intimidire e criminalizzare le lotte dei lavoratori e dei giovani.

Durante questi cruciali momenti di vita o morte per la classe operaia, la burocrazia sindacale, che è diventata borghese, ha concordato con gli industriali sulla necessità di prendere misure, invece di informare la classe operaia e preparare la loro resistenza. L'obiettivo dei burocrati sindacali è di comunicare un messaggio di sconfitta e fatalismo ai lavoratori, disorientandoli, dando l’impressione che le misure anti-operaie del governo sono necessarie e solo temporanee.

 

La questione posta a noi lavoratori è semplice: permetteremo al sistema di superare la crisi a nostre spese, o richiederemo il soddisfacimento delle nostre necessità? La sola soluzione è di prendere le lotte nelle nostre mani; di organizzare lunghe permanenti lotte con unità, auto-organizzazione e solidarietà; di fare le nostre assemblee, tenute nei posti di lavoro, di creare nuovi sindacati dovunque non ci siano comitati di lotta; di decidere da noi stessi delle nostre richieste e delle nostre forme di lotta. Questa è la sola via perché le nostre lotte abbiano una prospettiva. L’Iniziativa del Sindacato di Base che è stato creato per promuovere la solidarietà tra i militanti ha dimostrato, in pratica che quando i lavoratori sono uniti e sono solidali possono produrre lotte vittoriose a favore dell’intera classe operaia.

 

NOI CI BATTIAMO PER:

- salario di base di 1400 euro. Immediato adeguamento di salari e pensioni al costo della vita;

- sussidio di disoccupazione pari al salario di base, senza nessuna precondizione, per tutti i disoccupati;

- conteggio dell’intero periodo di disoccupazione per il calcolo pensionistico;

- lavoro stabile, a tempo pieno per tutti, 35 ore lavorative alla settimana, 5 giorni lavorativi su 7 ore di lavoro al giorno. Abolizione di ogni forma di lavoro flessibile e ogni forma di lavoro senza contributi previdenziali;

- proibizione dei licenziamenti. Nazionalizzazione senza indennizzo, controllo operaio, delle aziende che stanno chiudendo;

- sanità sociale pubblica per tutti. Pensione all’età di 60 anni per gli uomini e a 55 per le donne, pensione uguale all'ultimo salario ricevuto. Tutti i soldi rubati devono tornare ai fondi dei lavoratori. I debiti degli imprenditori e dello Stato devono essere pagati;

- stop alle privatizzazioni. Rinazionalizzazione di tutti i Servizi pubblici sotto il controllo operaio.

- riduzione dei prezzi di tutti i prodotti di consumo popolare,  specialmente alimentari, abolizione dell'Iva;

- sanità Pubblica e Istruzione gratuita per tutti. Aumento della spesa pubblica.

 

SERVE UN CONTRATTACCO OPERAIO!

 

 

(traduzione di Giuliano Dall'Oglio)

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