Haiti
SERVE LA SOLIDARIETA'
PROLETARIA INTERNAZIONALE
Via i predoni
imperialisti!
dichiarazione del Pstu
(sezione brasiliana della Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta
Internazionale)
Una tragedia ha colpito profondamente Haiti. Il peggior
terremoto nella storia haitiana ha avuto il suo epicentro nella capitale del
Paese, distruggendo i due terzi di Port-au-Prince. Le prime stime parlano di
centomila morti. Le immagini che iniziano ad essere divulgate danno conto di una
situazione terribile, con morti nelle strade e feriti sotto le macerie senza
assistenza.
Non si può rimanere indifferenti
rispetto alla situazione haitiana. Il popolo di colore del Paese più povero del
continente si trova di fronte a una tragedia brutale. Ma non si possono
attribuire le morti e la distruzione soltanto alla dimensione del terremoto. La
grave tragedia naturale si è abbattuta su un Paese devastato dal capitalismo. Il
terremoto non avrebbe avuto conseguenze così impressionanti se si fosse trovato
in un’altra situazione sociale.
La disoccupazione ad Haiti raggiunge
il 70-80% a Port-au-Prince. I pochi occupati vivono con un salario minimo di
poco più di 115 real (equivalenti a 45 euro). Non esiste una struttura nazionale
di assistenza sanitaria. Ci sono pochissimi ospedali pubblici in tutto il Paese
che non sono in grado di svolgere alcun ruolo concreto in questo momento. Ed ora
anche i pochi ospedali sono stati distrutti. Neppure esiste un servizio di
vigili del fuoco: dopo il terremoto, dopo aver visto le proprie case crollare,
sono stati gli stessi sopravvissuti a tentare di strappare alle macerie quelli
che vi erano sepolti. I feriti si accumulano nelle strade senza possibilità di
essere in nessun modo assistiti da chicchessia. Molti attendono la
morte.
La tragedia haitiana sta per essere
utilizzata per difendere la Minustah, cioè le truppe dell’Onu al comando di
soldati brasiliani che mantengono l’occupazione militare del Paese da cinque
anni. Nei prossimi giorni in tanti cercheranno di dimostrare la necessità della
Minustah in questo momento. Ma l’obiettivo reale delle truppe non ha nulla di
umanitario: si tratta invece di assicurare lo svolgimento del piano economico
neoliberale al servizio delle multinazionali installate nel Paese. Queste grandi
imprese producono tessuti a bassissimo prezzo (grazie ai miserabili salari che
pagano) a pochi chilometri dagli Usa, cioè pagando salari ancor più bassi di
quelli della Cina e molto più vicino al mercato statunitense.
I fatti smentiscono la propaganda
capitalista in favore della Minustah. Non c’è stato nessun miglioramento sociale
in cinque anni di presenza delle truppe. L’occupazione militare è servita per
reprimere le mobilitazioni degli operai haitiani, com’è accaduto nell’agosto
2009, durante lo sciopero degli operai tessili per un salario minimo di 200
“gourdes” (75 euro): sciopero che si è concluso con due morti. È servita per
reprimere gli studenti che manifestavano contro le truppe e che in venti sono
stati arrestati lo scorso novembre.
Ed ora, nel momento del terremoto, le
testimonianze dei sopravvissuti mettono in evidenza l’assenza della Minustah,
ora che servirebbe una vera azione umanitaria. La descrizione di un gruppo di
studenti brasiliani presente ad Haiti è impressionante: "La situazione si sta
complicando uscendo per strada in cerca di acqua abbiamo visto molti feriti,
morti, case distrutte, e persone che cercavano di estrarre corpi da sotto le
macerie, oltre a lotta per il cibo, saccheggi, una sparatoria; e tutto ciò senza
la presenza di nessun veicolo militare, camion o ufficiali dell’Onu in questi
primi momenti di terrore della popolazione. Abbiamo appreso che le truppe
stavano rimuovendo solo le macerie dell’Hotel Montana, uno degli alberghi di
lusso, dove alloggiava il personale dell’Onu".
Esiste una enorme distanza fra la
solidarietà di cui i lavoratori hanno bisogno adesso e la legittimazione
dell’occupazione militare ad Haiti. Noi del Pstu siamo stati sin dall’inizio
radicalmente contro l’invasione, denunciandone il carattere proimperialista. In
questo momento, in cui il dolore del popolo haitiano commuove tutto il mondo,
vogliamo riaffermare il nostro appello alla solidarietà con i lavoratori e anche
il nostro assoluto rifiuto dell’occupazione militare. Più di prima siamo contro
la presenza di queste truppe che difendono solo il capitale imperialista e si
dimostrano inutili quando è necessaria un’azione umanitaria.
Il Pstu propone che gli operai, i
lavoratori e gli studenti di tutto il mondo facciano una campagna di solidarietà
in favore dei lavoratori haitiani attraverso i sindacati, raccogliendo
contributi della base da inviare al movimento operaio haitiano. La Conlutas ed i
suoi sindacati già hanno iniziato una campagna in questo senso. Non abbiamo
fiducia nel fatto che il governo haitiano o brasiliano o la Minustah possano
essere “solidali” col popolo. Gli aiuti potranno solo servire a soffocare la
rivolta in atto del popolo haitiano, oppure si disperderanno nella gigantesca
corruzione esistente nel Paese.
L’imperialismo dimostra tutto il suo
cinismo ad Haiti. Mentre parlano di solidarietà, gli stessi governi che hanno
dato 25.000 miliardi di dollari alle banche durante la crisi economica, oggi
offrono 145 milioni di dollari ad Haiti. L’Onu ha speso, nei cinque anni di
occupazione militare di Haiti, 3.500 miliardi di dollari ed oggi “offre” 10
milioni di dollari in aiuti per il terremoto.
Esigiamo dal governo brasiliano, che
tanto parla della sua solidarietà al popolo haitiano, il ritiro delle truppe di
occupazione e l’utilizzo dei relativi finanziamenti per aiuti umanitari. Lula si
è impegnato ad inviare una somma ridicola, oscillante fra 10 e 15 milioni di
dollari in aiuti, quando finora ha speso circa 600 milioni di dollari per il
mantenimento delle truppe d’occupazione.
Tutta la solidarietà al popolo
haitiano!
Fuori la Minustah e l’occupazione militare da Haiti!
Esigiamo
dal governo brasiliano il ritiro delle truppe dal Paese e la trasformazione
delle relative spese in veri aiuti umanitari!