Inghilterra: migliaia di persone si mobilitano contro i fascisti
Nota della International Socialist League*
A inizio agosto l’estrema destra ha stilato una lunga lista sull’app di messaggistica Telegram, lista che poi è circolata ampiamente sui social network, di centri di consulenza e supporto in materia di asilo e uffici legali specializzati in immigrazione in varie città e paesi di tutto il Regno Unito che avevano subito attacchi e incendi dolosi. La data e l’ora indicate erano mercoledì 7 agosto alle 20.
Di fronte al timore di una ripetizione delle violenze razziste e dei disordini che il Paese aveva vissuto la settimana precedente, uffici e negozi sono stati chiusi e sbarrati, e sono stati cancellati spettacoli teatrali per timore di essere coinvolti nel caos.
Nonostante gli appelli del governo e della polizia a stare lontano, molte migliaia di antifascisti e antirazzisti si sono mobilitati da diversi settori delle loro comunità locali, inclusi i sindacati, per unirsi e difendere le persone e gli edifici attaccati. In una poderosa manifestazione di unità contro il razzismo e l’islamofobia, migliaia di persone si sono mobilitate a Liverpool, Londra, Brighton, Bristol e Birmingham. I fascisti sono stati sconfitti e, dove si sono fatti vedere, la loro presenza è stata insignificante.
Sabato 3 agosto, in tutto il Paese, la polizia non ha difeso gli antifascisti e molte città e paesi sono stati devastati dall’estrema destra e dai fascisti, che hanno saccheggiato, dato fuoco e distrutto tutto ciò che incontravano sul loro cammino, hanno attaccato le persone nere e mulatte e terrorizzato i quartieri. È stato questo che ha indotto i comitati di quartiere, gli antifascisti e gli attivisti sindacali a organizzare la propria autodifesa. Migliaia di persone si sono riuniti in massa – 7.000 a Bristol, 7.000 a Walthamstow (Londra), 3.000 a Finchley (Londra), 1.500 a Liverpool, 1.500 a Sheffield, 2.000 a Brighton, 500 a Manchester – alzando cartelli fatti a mano sui quali si leggeva «No al razzismo», «Rifugiati benvenuti», «Nonne contro i nazisti» e molti altri che riaffermavano la solidarietà dei comitati cittadini, l’odio contro il razzismo e il sostegno agli immigrati, insieme agli attivisti sindacali che portavano bandiere di Rmt, Fbu, Unite, Pcs, Unison e Ucu. All’interno della resistenza di massa c’erano centinaia di attivisti sindacali di tutto il Paese.
L’azione del Partito laburista
I disordini razzisti della settimana precedente avevano dato al governo laburista il via libera per imporre «legittimamente» politiche di maggiore vigilanza, in continuità così con i precedenti piani dei conservatori. La proposta di Starmer di ampliare l’uso della tecnologia di riconoscimento facciale istantaneo è stata criticata in quanto si tratta essenzialmente dell’introduzione di un sistema nazionale di identificazione basato sui volti delle persone. E, inoltre, il riconoscimento facciale non rende le persone più sicure, ma tradisce pregiudizi contro le persone di origine straniera e rafforzerà ancora di più la discriminazione.
Il primo ministro Starmer ha anche annunciato l’introduzione di una «Unità contro i disordini violenti», che avrà la facoltà di prevenire le proteste, incluse le proteste antirazziste, le proteste propalestinesi, le proteste contro il cambiamento climatico, gli scioperi e i picchetti. Ci troviamo di fronte a malcontento e rabbia crescenti per i nuovi tagli ai servizi, per l’aumento della povertà infantile, per l’aumento delle disuguaglianze e del numero di persone che faticano a tirare avanti. Negare il diritto a protestare sarà essenziale perché la borghesia possa controllare l’ira della classe lavoratrice e così permettere ai capitalisti di fare profitti.
Bisogna resistere e opporsi agli appelli che vogliono liquidare i disordini come «terrorismo» per perseguirli secondo le leggi antiterrorismo, insieme alle misure proposte in precedenza da Starmer. Queste misure daranno luogo a un ulteriore controllo poliziesco e a una ulteriore negazione dei diritti fondamentali: una volta implementate, il loro ambito andrà molto oltre il controllo dei disordini dell’estrema destra da parte della polizia.
L’estrema destra inglese
Nigel Farage e il suo partito Reform Uk ottengono attenzioni e voti diffondendo l’odio e la paura verso i richiedenti asilo e gli immigrati, ma non sono gli unici responsabili nel fomentare il razzismo: il loro linguaggio incendiario è stato utilizzato in maniera generalizzata del partito dei Tories durante 14 anni di governo. La trasformazione degli immigrati in capri espiatori, la loro demonizzazione e criminalizzazione è stata incessante da parte di tutti i partiti, appoggiata e amplificata dai mezzi di comunicazione. Anche ora, i laburisti non dicono la verità sull’immigrazione, nonostante continuino a parlare contro la deportazione forzata delle persone.
Piccoli gruppi di fascisti sono in grado di connettersi con la rabbia di molti giovani socialmente ed economicamente svantaggiati, che sono infuriati perché sentono di non avere futuro e per le loro condizioni di vita. Si approfittano di questo malcontento e alimentano la loro rabbia con menzogne e disinformazione razzista su ciò che i richiedenti asilo e gli immigrati starebbero rubando loro, menzogne che vengono confermate ancora di più dalla retorica e dalla politica del governo, dei mezzi di comunicazioni tradizionali e dei social network, che presentano i richiedenti asilo come la fonte di tutti i problemi sociali ed economici.
Dopo la violenza, Farage ha avanzato l’idea ridicola di una presunta «doppia sicurezza», finora mai vista: a suo dire le politiche securitarie sarebbero applicate con rigore alla destra, mentre sarebbero blande con il Black lives matter e le manifestazioni propalestinesi (tutte pacifiche tra l’altro). Per ridicolo che possa sembrare, non sorprende che i mezzi di comunicazione abbiano cominciato a riprendere questo argomento e a dargli spazio, nonostante riconoscano che non si trattava in questo caso di una «protesta» di destra, ma di disordini squadristi, razzisti e islamofobici: non possono essere messi sullo stesso piano!
I sindacati e i giovani devono prendere l’iniziativa: costruiamo l’autodifesa!
I lavoratori e i giovani possono sconfiggere i gruppi fascisti come hanno fatto il 7 agosto e come avevano fatto nella lotta a sostegno della Palestina. I lavoratori devono pretendere dai sindacati che guidino la lotta contro il grave problema della disoccupazione, contro la povertà, contro i bassi salari, la precarietà lavorativa, le abitazioni precarie e i tagli all’assistenza sociale e sanitaria, che colpiscono una classe lavoratrice multiculturale.
I lavoratori devono esigere che i sindacati si attivino nella lotta contro i fascisti organizzandosi con i giovani, formando comitati antifascisti e stabilendo un’alleanza ferma tra lavoratori e giovani. Le direzioni sindacali devono organizzare i comitati di autodifesa antifascista, portare queste rivendicazioni alla loro base e mobilitarsi.
I sindacati e i comitati antifascisti diretti dai giovani devono organizzare corsi per le masse e per l’avanguardia in accademie di boxe ecc. e cercare equipaggiamenti per la difesa di base, come scudi, e allo stesso tempo trovare degli specialisti per addestrare la prima linea. Abbiamo bisogno di sindacati che organizzino la base, che costruiscano e dirigano manifestazioni e movimenti, nelle regioni come a livello nazionale, per unire tutti quelli che lottano contro il razzismo e il fascismo, a sostegno della Palestina, contro il cambiamento climatico, per un femminismo socialista, per i diritti delle persone lgbt+ e per rivendicare la fine dell’austerità e il ritiro di tutti i tagli.
Costruire comitati antifascisti di sindacati e giovani!
Mobilitare le basi dei sindacati!
*Organizzazione della Lit-Quarta Internazionale in Gran Bretagna