L'Ucraina resiste contro Putin
Lega Internazionale dei Lavoratori – Quarta Internazionale
Quella che Putin sperava fosse poco più di una passeggiata si sta rivelando una impresa molto complicata per le truppe russe che hanno invaso l'Ucraina il 24 febbraio. Lungi dall'essere visti e trattati come «liberatori», come annunciava la propaganda di Mosca, i russi stanno incontrando una dura resistenza da parte dell'esercito ucraino e delle milizie civili ucraine. In mezzo alle difficoltà e alla distruzione, le immagini mostrano come gli ucraini stanno organizzando la difesa: ricevono armi, si addestrano, scavano trincee, producono bombe molotov...
Putin, furibondo, ha deciso di raddoppiare l'attacco all'Ucraina.
Sabato 26 ha ordinato un'offensiva totale «da tutte le direzioni» su Kiev con la motivazione che gli ucraini si rifiutano di negoziare. La condizione del Cremlino per un tale negoziato è che le forze del Paese che stanno invadendo «depongano le armi». Questa non è un'offerta di negoziato. È una richiesta di resa incondizionata.
Nella notte di sabato scorso, Kiev si stava preparando per l'assalto finale degli invasori. Il presidente ucraino Zelensky ha annunciato che il nemico avrebbe cercato di prendere la capitale e che sarebbe stata una «notte difficile».
Ma Kiev non è caduta. Ha resistito finora, contro ogni previsione. La chiave per comprendere questo fatto sta nella grande volontà delle masse popolari ucraine di combattere. Una forza di volontà che ha sorpreso Putin e lo stesso Zelensky, e commuove il mondo intero con innumerevoli dimostrazioni di coraggio di fronte a un nemico infinitamente superiore.
L'Ucraina resiste alla invasione russa.
Le milizie civili si stanno organizzando a Kiev e in altre città, in molti casi con la partecipazione in prima fila delle donne.
Nel pomeriggio del 1 marzo, l'esercito russo ha avvertito la popolazione in diverse zone di Kiev di lasciare le loro case per un imminente bombardamento. La torre della televisione è stata fatta saltare in aria, uccidendo almeno cinque persone. Esplosioni sono segnalate in diverse parti della capitale.
Il governo ucraino domenica ha denunciato 352 morti tra i civili e 1.684 feriti dall'inizio dell'invasione, compresi 14 bambini. Ci sono circa un milione di sfollati interni. Più di 660.000 persone sono state costrette a lasciare il Paese, soprattutto in direzione di Polonia, Ungheria e Romania, fuggendo da attacchi russi sempre più potenti senza discriminazione tra obiettivi militari o aree civili.
A Kharkov, la seconda città più grande del Paese, i quartieri residenziali sono stati bombardati e un missile ha colpito l'edificio dell'amministrazione regionale.
L'esercito russo sta avanzando verso Kiev. Le immagini satellitari mostrano un convoglio di più di 60 chilometri di veicoli militari russi diretti verso la città che ha 2,8 milioni di abitanti. Il grosso delle truppe di terra russe sarebbe a meno di 30 chilometri dalla capitale.
Oltre all'assedio e al bombardamento di Kharkov e all'assedio di Kiev, i russi attaccano dal sud, dove hanno preso Berdiansk sul Mar d'Azov e cercano di prendere Mariupol, dove la resistenza ucraina è molto forte.
A quanto appare Putin sta pianificando una tenaglia per circondare il Donbass, consolidando un corridoio dalla penisola di Crimea, che ha annesso con la forza nel 2014, alle regioni di Donetsk e Lugansk.
La guerra di conquista della Russia contro l'Ucraina ha suscitato un'enorme solidarietà con il coraggioso popolo ucraino, richiamando nelle piazze un ampio movimento contro la guerra, contro le mire di Mosca.
Durante il fine settimana, decine di massicce manifestazioni anti-Putin e pro-Ucraina hanno avuto luogo nelle città di tutta Europa e nel mondo. Migliaia di persone hanno manifestato a Berlino, Madrid, Roma, Milano, Amsterdam, Parigi, Londra, Sydney, ecc.
Anche in altre città, come San Paolo del Brasile e Santiago del Cile, ci sono state proteste. Il ripudio dell'aggressione di Putin si è fatto sentire anche nell'Europa orientale, come a Tbilisi, la capitale della Georgia, e a Varsavia, la capitale polacca.
Ma le proteste più clamorose sono state a Mosca, nel cuore del Paese aggressore, dove cresce il malcontento contro la dittatura russa, che ha arrestato più di 5.000 manifestanti contro la guerra.
Vergognosamente, una parte della sinistra, soprattutto quella filostalinista, che si schiera con Putin e riprende le menzogne della sua propaganda, collabora in questo modo al massacro del popolo ucraino.
È urgente organizzare, in tutti i Paesi, una campagna di solidarietà con il popolo ucraino, per estendere la condanna dell'invasione russa.
Facciamo appello a tutti i socialisti, democratici, difensori della libera autodeterminazione dei popoli a unirsi alla lotta per la sconfitta di Putin e la difesa della sovranità dell'Ucraina.
Per la sconfitta dell'invasione militare russa in Ucraina!
Fuori le grinfie degli Stati Uniti, della Nato e dell'Unione Europea dall'Ucraina!
Per un'Ucraina unificata e libera dall'oppressione russa!
Scioglimento della Nato!
Dissoluzione dell'alleanza militare Csto (Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva) dello Stato russo con le ex repubbliche sovietiche, che è utilizzata per inviare truppe per schiacciare le rivolte popolari e sostenere gli oligarchi, come in Kazakistan!