La ritirata dell’esercito sionista da Gaza
NON HANNO PIEGATO LA RESISTENZA PALESTINESE!
Per una campagna permanente per il boicottaggio!
Per la distruzione dello Stato d'Israele!
dichiarazione della Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale
La Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale saluta l’eroico popolo palestinese di Gaza che ha ottenuto il ritiro delle truppe di terra dell’esercito d’Israele dalla Striscia e ha impedito che venisse piegata la resistenza.
La
lotta è stata impari, la resistenza si è battuta contro uno degli eserciti più
poderosi del mondo, come provano i dettagli della brutale aggressione israeliana.
Più di 1.300 vittime, migliaia di feriti, 4.000 abitazioni e le infrastrutture di
base distrutte, il 15% delle abitazioni danneggiate, campi ed animali annientati,
dimostrano che l’obiettivo d’Israele era quello del genocidio della popolazione
di Gaza. L’esercito d’Israele non si è fermato neanche davanti ai rifugi dell’Onu,
a scuole od ospedali. Tutti conserveremo per sempre nella memoria le immagini
delle centinaia di bambini assassinati dalla macchina nazi-sionista che
uguaglia per orrore quella di Hitler nel Ghetto di Varsavia o i campi di
concentramento. Per poter assassinare alcuni dei dirigenti di Hamas o del governo
di Gaza le truppe sioniste hanno distrutto tutto ciò che incontravano. Nel
tentativo di minimizzare le perdite per le loro truppe, gli israeliani hanno
bombardato ogni edificio che potesse nascondere qualsiasi possibile pericolo.
Tutta la distruzione e sofferenza che hanno sparso non è però servita a piegare
la resistenza palestinese.
L’impossibilità
di controllare territorialmente la Striscia e le crescenti mobilitazioni in
tutto il mondo hanno condizionato la ritirata delle truppe israeliane. Il
termine concordato con gli Usa per sviluppare l’offensiva scadeva in occasione
dell’insediamento di Obama. Il nuovo presidente statunitense non poteva iniziare
il proprio mandato con le bombe che cadevano sui bambini palestinesi.
Le mobilitazioni contro Israele
Le
illusioni prodotte dall’insediamento di Barack Obama hanno avuto come conseguenza
che per un po’ di tempo Israele avrà l’esclusiva dell’odio mondiale delle
masse. È finita la condiscendenza di cui, utilizzando l’Olocausto degli ebrei a
opera del nazismo, lo Stato d’Israele aveva beneficiato dalla sua creazione.
Israele negli ultimi anni ha fatto affidamento sul vergognoso appoggio di
settori di “sinistra” che hanno difeso la sua esistenza con la politica dei “due
Stati”.
Le
massicce mobilitazioni che si sono dispiegate, specialmente in vari Paesi
europei e soprattutto nell’insieme dei Paesi arabi, ci ricordano quelle enormi
che ci furono contro la guerra in Iraq. In quell’occasione, le mobilitazioni di
milioni di persone in Europa e negli Usa avevano come asse la pace. In questo
caso, si è fatto un passo in avanti, dato che sin dal principio l’asse è stata
la protesta contro l’aggressione israeliana. È fallita la campagna –
orchestrata fin dal primo giorno dall’imperialismo nel suo insieme, dalla sua
ala socialdemocratica all’estrema destra – di porre sullo stesso piano aggressori
ed aggrediti come se fossero due contendenti.
Inoltre,
nei Paesi arabi le mobilitazioni hanno rappresentato un pericolo in più per l’imperialismo.
Infatti, si sono sviluppate, ogni giorno più massicce, anche contro i governi
che sono gli alleati dell’imperialismo, perché stavano consentendo il massacro israeliano.
Nonostante la ferrea dittatura, il governo di Mubarak (è il secondo al mondo per
aiuti militari degli Usa) sarebbe potuto cadere se fosse continuata l’offensiva
israeliana.
Nessun regalo per Obama, ora arriva il boccone avvelenato
Il
successo di una vittoria imperialista, con la capitolazione della resistenza
che Israele sperava di consegnare come regalo di benvenuto al governo di Obama,
non è arrivato, ed egli dovrà ora preoccuparsi di cercare di ottenere con i
negoziati ciò che non ha ottenuto con le armi israeliane.
Hamas,
che ha diretto la resistenza, ha l’opportunità di buttare nella spazzatura
della storia Abbas e tutta la direzione traditrice di Al Fatah. I governi
imperialisti europei, insieme a Mubarak ed Abbas, hanno facilitato la ritirata
israeliana quando hanno visto che era impossibile la vittoria militare. La
strada che cercano è quella di portare Hamas al tavolo dei negoziati affinché
collabori con l’Anp. Con ciò riconoscono Hamas come interlocutore, quando finora
l’hanno considerata un’organizzazione terroristica, ma tentano anche di salvare
il burattino d’Israele, Mahmud Abbas, o almeno ciò che resta della direzione di
Al Fatah, affinché possa continuare ad essere il governo collaborazionista d’Israele.
Si sarebbe potuto porre fine prima al massacro di Gaza?
Crediamo
di sì, ma per questo era necessario che chi aveva maggiori possibilità di intervenire
lo facesse. Hezbollah era stato capace di sconfiggere Israele nel 2006
affrontando la sua invasione del Libano. Non sappiamo quanto appoggio Hezbollah
abbia dato in questo mese alla resistenza palestinese, è probabile che sia
stato molto. Le dichiarazioni del suo leader Nasrallah contro Israele e l’appello
a rovesciare Mubarak per non aver aperto la frontiera agli abitanti di Gaza, le
massicce mobilitazioni promosse in Libano, sono fatti per i quali i palestinesi
debbono essere grati. Tuttavia ci consta pure che la direzione di Hezbollah abbia
proibito ai suoi miliziani di attaccare Israele aprendo un nuovo fronte che
avrebbe anticipato la sconfitta dell’Israele. Né ha permesso ai palestinesi
rifugiati di potersi armare e combattere dal Libano contro coloro i quali massacravano
i loro fratelli.
La
critica a Hezbollah, che possiamo estendere al governo iraniano, la avanziamo
perché sono gli unici che fino ad oggi si rifiutano di riconoscere lo Stato d’Israele.
Il resto dei governi della regione o sono complici diretti oppure stanno
negoziando direttamente con Israele, come è per la Siria.
Da
parte sua, Hamas ha il merito di avere diretto la resistenza, ma avrebbe dovuto
fare appello a tutto il popolo arabo perché si sollevasse contro l’aggressione,
ciò che rappresenta l’unica garanzia di porre fine allo Stato d’Israele.
Continuare la mobilitazione internazionale fino a farla finita con ogni aggressione israeliana
Israele
non può controllare la Striscia di Gaza ma questo non gli impedisce di continuare
a massacrare la popolazione palestinese. Abbiamo visto già come in Iraq o
Afghanistan le truppe imperialiste continuino a realizzare bombardamenti e
massacri nelle zone che non sono state capaci di controllare militarmente.
Possiamo trovarci di fronte a uno scenario somigliante a Gaza. Negli ultimi
anni i bombardamenti “selettivi” israeliani hanno ucciso più palestinesi che l’attuale
guerra di 22 giorni. L’embargo di alimenti, combustibili e medicine sta uccidendo
lentamente la popolazione di Gaza. Ora i bombardamenti sionisti spariranno dai
grandi mezzi di comunicazione “occidentali”, ma l’aggressione e il genocidio dei
palestinesi continuerà.
Perciò
la Lit fa appello a continuare la mobilitazione internazionale fino al ritiro
completo delle truppe da tutta la Striscia di Gaza, alla cessazione degli
attacchi aerei, all’eliminazione totale dell’embargo e all’apertura dei valichi
di confine.
La distruzione di Israele è più vicina
La
barbarie israeliana nella Striscia di Gaza ha dimostrato nuovamente che tutti i
milioni di dollari e tutti i sistemi sofisticati dell’esercito sionista non
bastano per sconfiggere il popolo palestinese che lotta per la sua
sopravvivenza. La mobilitazione internazionale ha colpito duramente lo Stato d’Israele.
I sionisti avranno molta difficoltà ad alzare la voce di fronte all’umanità che
ha visto l’orrore che essi hanno seminato. I milioni che si sono mobilitati non
torneranno a essere neutrali di fronte al genocidio. Tutti hanno visto che,
come il nazismo, il sionismo significa distruggere, espellere una popolazione dal
suo legittimo territorio, per il solo fatto di essere composta di arabi
musulmani, una etnia che esso considera inferiore rispetto a quella ebraica. I
bombardamenti non sono stati solo indiscriminati, ma erano coscientemente
diretti contro l’insieme della popolazione. Alcuni giorni fa vedevamo come gli
israeliani bombardavano un edificio in cui avevano obbligato decine di
palestinesi a rifugiarsi con l’ordine di non uscire. Essi non stanno utilizzando
camere a gas ma il principio è lo stesso. I ghetti sono più grandi, sono come i
bantustan o le township come Soweto, che nel Sudafrica razzista tenevano assediata
e senza diritti una parte della popolazione nera. I ghetti ed i bantustan di ieri sono i territori
palestinesi di oggi, dai quali la popolazione non può uscire né ricevere aiuti,
e hanno non solo l’obiettivo della segregazione per ragioni di razza e
religione, ma anche quello di facilitare i bombardamenti per massacrare,
isolandola, quella palestinese senza colpire però la popolazione ebraica.
Perciò
è necessario che venga mantenuta una campagna permanente per la distruzione
dello Stato d’Israele. Il boicottaggio internazionale che si riuscì ad imporre
al governo dell’Apartheid in Sudafrica fu determinante affinché le masse nere
potessero abbattere quel regime. Ora dobbiamo continuare ad esigere dai governi
di tutto il mondo la rottura di relazioni diplomatiche e commerciali col regime
nazi‑sionista d’Israele.
Segretariato Internazionale
della Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale