LIBIA: VIVA LA LOTTA RIVOLUZIONARIA
DELLE MASSE POPOLARI!
dichiarazione del Consiglio Nazionale del Pdac
Il
Consiglio Nazionale del Pdac, riunito nelle ore in cui divampa la guerra civile
in Libia, esprime piena solidarietà con la lotta rivoluzionaria delle masse
popolari.
Dopo
Tunisia, Egitto, l’ondata rivoluzionaria, partita dall’Europa, sta colpendo gran
parte dei Paesi dell’area. Yemen, Algeri, Bahrein (domani l’Arabia Saudita?)
sono in questi giorni scossi da imponenti manifestazioni popolari che assumono
sempre di più un carattere rivoluzionario. Le cronache ci informano che carri
armati e pallottole non fermano le rivolte né ad Algeri né a Manama (capitale
dello Stato fantoccio del Bahrein). Ma è la Libia che in queste ore rappresenta la punta più avanzata
dell’insurrezione che sta sconvolgendo tutto il mondo arabo. Come quello di Ben
Ali e Mubarak, anche il regime di Gheddafi, che fino a pochi giorni fa sembrava
potesse durare in eterno, vede la sua esistenza a rischio.
La
maggioranza della popolazione vive in uno stato di forte indigenza economica, e
sotto il tallone di un regime oppressivo e criminale. Gli introiti miliardari
ricavati dalla vendita di gas e petrolio, non hanno migliorato per nulla il
livello di vita dei libici, ma hanno solo arricchito la debole borghesia
interna, la cricca al potere e, soprattutto, le multinazionali estere (Eni in testa),
che hanno aumentato i loro interessi nell’area, in particolare da quando l’ex "Stato
canaglia" è diventato alleato dell’imperialismo occidentale.
La
rivolta delle masse è esplosa velocemente e in maniera violenta: subito ci sono
stati scontri con l’apparato statale, assalti ai simboli del potere (uffici
statali, caserme della polizia ecc). Nonostante la repressione di esercito,
polizia e mercenari, non si è fermata la rabbia rivoluzionaria della
popolazione. Intere città, dopo essere state messe a ferro e fuoco dagli
insorti, sembra siano ora sotto il controllo delle masse rivoltose. Parliamo di
Bengasi e Al Beida, tra le maggiori città del Paese.
Come
a Tunisi e al Cairo, la forza delle masse è superiore a qualsiasi battaglione
di esercito o polizia. E anche in Libia vediamo che gli apparati dello Stato
possono essere spezzati: media indipendenti informano che settori delle forze
di repressione si sono schierate dalla parte degli insorti.
Ma
per vincere definitivamente, ed evitare che ad un regime oppressore se ne
sostituisca un altro (in Egitto, ad esempio, il governo provvisorio è legato
mani e piedi all'imperialismo e agli interessi della borghesia nazionale), o
che le storiche tensioni tra le popolazioni di Tripolitania e Cirenaica sfocino
in una sanguinosa guerra “tribale”, occorre che in Libia si costituisca una
direzione conseguentemente rivoluzionaria, che metta all’ordine del giorno la
creazione di organismi di difesa della lottta e avanzi la parola d’ordine della
formazione di un governo operaio e contadino, che abbia come obiettivo
l’esproprio senza indennizzo, sotto controllo operaio, delle aziende in mano ai
capitalisti indigeni e stranieri, primo passo per far sì che la lotta si trasformi
in una rivoluzione socialista, unica soluzione.
Oggi
è più che mai urgente la necessità di sviluppare una direzione mondiale, la Quarta
Internazionale, che sulla base di un programma di rivoluzione permanente possa
portare le tante rivoluzioni in corso alla vittoria. La lotta dei giovani
libici, egiziani, tunisini che sfidano senza paura la repressione più brutale
apre oggi un nuovo scenario mondiale. Le masse popolari insorte hanno rimesso
all'ordine del giorno la rivoluzione non solo nei rispettivi Paesi ma in tutto
il mondo. La loro lotta è la nostra lotta. E' la lotta di tutto il proletariato
mondiale contro il capitalismo e la divisione in classi, contro l'oppressione
imperialistica.
Viva la rivoluzione socialista mondiale!
Viva la Lega Internazionale dei Lavoratori! Viva la Quarta internazionale!
(approvata all'unanimità dal Consiglio Nazionale Pdac, Rimini, 20 febbraio 2011)