I lavori congressuali sono stati molto intensi, mostrando – da un lato – una Lit viva e in crescita e – dall’altro – la preoccupazione di orientarsi per intervenire attivamente nei processi reali della lotta di classe che stanno sviluppandosi nel mondo, affrontando così le grandi sfide nel gigantesco compito di contribuire alla costruzione di una direzione rivoluzionaria. In questo senso, sono emerse anche le debolezze che la Lit manifesta di fronte a queste sfide e la necessità di lavorare duramente per superarle.
Sotto il primo aspetto, quello della crescita, hanno partecipato quattro nuove sezioni od organizzazioni che non erano presenti al congresso precedente (che pure aveva mostrato un importante sviluppo): il Pst di Honduras, la Voz de los Trabajadores degli Usa, il Grupo Socialista Obrero del Messico e la Lega dei Lavoratori per il Socialismo di Panama. E in altri Paesi dove già esistevano sezioni ci sono stati processi di fusione con altre organizzazioni che hanno dato origine a nuovi partiti, come nel caso del Pstu d’Argentina e della Ust di El Salvador. Al contempo, si sono manifestati progressi nei processi di intervento nella lotta di classe della maggioranza delle organizzazioni nazionali.
Per esprimere questa nuova realtà, si è deciso di ampliare il criterio e il numero di delegati in rappresentanza delle sezioni e delle organizzazioni simpatizzanti. Si è riunito così un ampio settore di quadri, molti dei quali giovani, in rappresentanza di una nuova generazione di militanti e dirigenti rivoluzionari. Nel dibattito sui temi politici, v’è stata la partecipazione come invitato di un rappresentante dell’organizzazione haitiana Batay Ouvriyé.
Uno dei punti più importanti del X Congresso è stata la decisione di dare priorità all’Europa e concentrare i maggiori sforzi della Lit per la costruzione e l’intervento in questo continente.
Tale decisione può rappresentare una pietra miliare nella lunga traiettoria della nostra corrente politica. Per diverse ragioni, il morenismo e la Lit hanno sempre avuto il loro peso concentrato per lo più in America Latina: lo stesso Nahuel Moreno riteneva una debolezza il fatto di non avere una presenza importante nel continente e nei Paesi che costituiscono la culla del proletariato mondiale e i cui lavoratori storicamente incarnano la maggior tradizione di lotta. Oltre a quest’aspetto, attualmente l’Europa è uno dei centri della lotta di classe mondiale.
La Lit-Quarta Internazionale già oggi ha qui un’accumulazione di lavoro, con organizzazioni piccole ma vive e attive in questi processi, in Spagna, Italia e Portogallo, oltre a organizzazioni minori in diversi altri Paesi del continente. Se la decisione di dare priorità a questo lavoro desse risultati positivi, potrebbe conseguirne un salto qualitativo nella nostra costruzione e nel carattere della Lit.
Rispetto alla necessità di dotarsi di strumenti per intervenire nei processi della lotta di classe in atto le discussioni politiche sono state intense su tutti i temi. Al riguardo, si è riflessa non solo la nuova situazione della lotta di classe mondiale, ma anche le diverse esperienze e realtà nazionali e/o regionali. Su tutti i temi si sono manifestate diverse forme di comprensione dei nuovi fatti e discussioni che andavano dagli aspetti teorici a quelli tattici, passando per le caratterizzazioni. Le discussioni sono state molto vivaci, a volte forti, ma sempre fraterne, come deve essere in un’Internazionale rivoluzionaria retta dal centralismo democratico e in cui le differenze possono e debbono esprimersi come parte dell’elaborazione collettiva.
I principali punti in discussione sono stati:
a) Situazione mondiale
È stato un tema molto ricco, in cui una delle principali discussioni si è svolta intorno al segno (rivoluzionario o reazionario) della fase aperta a partire dalla fine degli ex Stati operai e dalla distruzione dell’apparato centrale dello stalinismo, riprendendo dibattiti molto importanti per le nostre caratterizzazioni politiche realizzati sul finire degli anni Novanta e l’inizio del decennio successivo non solo dentro la Lit, ma nell’insieme della sinistra mondiale. Il congresso ha deciso di mantenere ferma la caratterizzazione di fase rivoluzionaria per quella aperta negli anniNovanta, come peraltro veniva avanzato nel documento precongressuale. Ha definito, altresì, quella che stiamo vivendo all’interno di questa tappa come situazione rivoluzionaria, per il combinarsi della crisi politica in cui versa l’imperialismo in conseguenza della sua sconfitta politico-militare in Iraq e di quella quasi certa in Afghanistan e della profonda crisi economica aperta nel 2007 e i processi della lotta di classe, specialmente in Nord Africa, in Medio Oriente e in Europa.
b) Europa
Un’altra discussione (in cui pure si sono espresse posizioni parzialmente differenti) si è centrata nella definizione della situazione della lotta di classe nel continente europeo. Nel dibattito, si è espresso un accordo generale circa il fatto che l’Europa rappresenta, oggi, uno dei picchi più alti della lotta di classe mondiale e che la situazione nel suo insieme tende ad acutizzarsi. Ma sono emerse visioni differenti sui ritmi dei processi, sulla capacità della borghesia e dei regimi di affrontare le lotte e su come va ad incidere il ruolo degli apparati burocratici e l’assenza di una direzione rivoluzionaria.
c) Nord Africa e Medio Oriente
Su questo tema c’è stato accordo generale sul fatto che la regione vive un processo rivoluzionario d’insieme e che il rovesciamento di Gheddafi in Libia, così come la lotta in corso contro il regime di Assad in Siria, sono parte di questo processo e non costituiscono la manifestazione di “interventi militari” o “aggressioni imperialiste”, come li definisce la gran parte della sinistra mondiale. In questo quadro, vi sono stati vari apporti e precisazioni al testo presentato.
La prima di queste ha riguardato proprio la denominazione del processo, che finora avevamo definito “rivoluzioni nel mondo arabo” e che invece adesso abbiamo modificato in “rivoluzioni nel Nord Africa ed in Medio Oriente”, dal momento che, in queste rivoluzioni, esistono molte nazionalità che non sono arabe (come i berberi e i curdi) che subiscono oppressione nazionale (o d’altro carattere) da parte di governi arabi e che pure stanno combattendo contro le dittature.
La seconda ha riguardato la caratterizzazione del peso politico delle direzioni borghesi islamiche in questi processi. Il documento precongressuale evidenziava che, nel loro insieme, erano screditate di fronte alle avanguardie e alle masse. Ciò è vero solo per una parte di esse, cioè per quelle che hanno assunto una posizione contraria (persino reprimendoli) ai processi rivoluzionari che vedono le masse protagoniste contro le dittature filoimperialiste che governano da decenni la regione. Ma, al contempo, esistono nuove correnti che vi partecipano dall’interno disputando la direzione di alcuni di questi processi (Egitto, Tunisia, Libia, Marocco) e che, inoltre, si sono rafforzate a partire dalle rivoluzioni, com’è accaduto in Tunisia dove gli islamisti hanno vinto le elezioni.
d) Spagna e Portogallo
Il punto “Paesi” del Congresso ha avuto al centro la discussione politica e quella relativa alla costruzione dei partiti di due Paesi europei (Spagna e Portogallo), considerando che in questi la Lit è in condizione di fare a breve un salto nella sua inserzione nel continente, a partire dai cambi oggettivi e soggettivi che si sono determinati nell'ultimo periodo.
Circa la Spagna, si è partiti dall’analisi della situazione politico-economica e della lotta di classe e si è affrontata la discussione sulla caratterizzazione dei nuovi settori che stanno sorgendo (come gli “Indignati” o “Democrazia Reale Ora!”) e la politica verso di essi, dibattito fondamentale per disputare il processo di riorganizzazione avanzando nella formazione di un’alternativa di direzione.
Anche sul Portogallo si è affrontato il carattere della situazione politica e, a partire da ciò, si è discusso di come ordinare le parole d’ordine del programma da proporre alle masse. In questo senso, c'è stata un’altra discussione su quale collocazione (se di agitazione o di propaganda) debbano avere le parole d’ordine relative al potere: vale a dire, che ruolo avrebbero rivendicazioni come “Per un governo operaio e delle masse popolari!”. Si è definita la situazione come prerivoluzionaria e che le parole d’ordine relative al potere sono ancora sul terreno della propaganda, benché siano molto importanti per disputare l’avanguardia.
Per entrambi i Paesi, il Congresso ha affrontato le sfide della costruzione dei partiti, muovendo dalle opportunità che la situazione oggettiva della lotta di classe ci pone. Ciò si inquadra nella decisione, assunta in precedenza dal Congresso, di lanciare una campagna speciale di appoggio all'insieme del nostro lavoro europeo.
e) America Latina
Su questo punto si è registrato un ampio consenso circa le definizioni centrali del documento precongressuale: che la situazione rivoluzionaria vissuta dal subcontinente nella prima metà del decennio passato si è chiusa per il combinarsi dell’azione dei governi di fronte popolare e populisti da un lato e, dall’altro, del “respiro economico” che, nel mezzo della crisi mondiale, ha vissuto la regione. La situazione è stata, dunque, definita come “non rivoluzionaria”. Il documento è stato approvato con una serie di aggiunte ed attualizzazioni a partire dai differenti interventi, specialmente nel senso che l’aggravarsi della crisi economica mondiale ed il suo impatto sui Paesi latinoamericani, il discredito dei governi e l’influsso delle lotte in Europa, nel Nord Africa e nel Medio Oriente, specie nei settori giovanili e studenteschi, potrebbero riaprire i processi in un futuro prossimo. Su questo punto, peraltro, si sono riflessi molto positivamente gli sforzi seri e militanti dei partiti della nostra Internazionale per inserirsi nella classe operaia intervenendo nella lotta di classe.
f) Fronte Unico Rivoluzionario e lotta contro l’oppressione della donna
Altri punti in discussione sono stati quelli sulla tattica del Fur (Fronte Unico Rivoluzionario) e sulla lotta contro l’oppressione della donna. Su quest’ultimo tema c’è stata una discussione su come meglio intervenire per sviluppare il lavoro fra le donne nel quadro delle opportunità che si aprono nella situazione mondiale.
Sul piano dell’attività politica di agitazione e propaganda, si è deciso di lanciare tre campagne centrali.
1) La prima è una campagna contro il pagamento del debito pubblico degli Stati, questione centrale in Europa, ma presente in tutto il pianeta, specialmente in America Latina.
2) La seconda è una campagna di emergenza relativa ad Haiti e per la lotta contro l’occupazione militare dell’Onu in quel Paese, a partire dalla relazione del compagno di Batay Ouvriyé sulla grave situazione apertasi con l’ascesa al potere del governo Martely, il riarmo delle bande di duvalieristi-macoutes e l’appoggio dell’imperialismo, specialmente statunitense, ai piani di repressione.
3) Nel quadro di un’offensiva propagandistica e di costruzione, è stata decisa la realizzazione di una campagna internazionale per i 30 anni dalla fondazione della Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale(1982), che coinvolgerà tutte le sezioni dell'Internazionale, il sito, le riviste Correo Internacional e Marxismo Vivo, nonché l’Archivio León Trotsky. La campagna sarà realizzata durante tutto il 2012 e l'iniziativa centrale si svolgerà a Buenos Aires nell’ottobre prossimo.