Padova: «fora Bolsonaro»!
di Emerson Vero
Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, è venuto in Veneto per ricevere il titolo di «cittadino onorario» dal Comune di Anguilara Veneta, governato dalla sindaca filo-leghista Alessandra Buoso. La delegazione presidenziale è venuta anche a Padova per visitare la chiesa di Sant'Antonio e lì vicino, a Prato della Valle, ha trovato alcune centinaia di persone che manifestavano contro la presenza di Bolsonaro, responsabile della gestione genocida della pandemia che ha causato la morte di quasi 700 mila persone, così come di tutte le politiche di attacco alla classe lavoratrice del Brasile, che oggi ha più di 40 milioni di persone in condizione di insicurezza alimentare. La cerimonia è stata sospesa.
Il Pdac era presente alla manifestazione per presentare l'alternativa della rivoluzione proletaria, l’unica che può permettere alla classe lavoratrice di superare definitivamente i governi di estrema destra come quello di Bolsonaro in Brasile e risolvere tra l'altro il problema della salute pubblica e della crisi climatica, tanto ricordato dai giovani che sono scesi in piazza.
Ci sono stati scontri tra la polizia che bloccava l'accesso alla chiesa e un gruppo di manifestanti: la polizia ha risposto con cariche e idranti al lancio di qualche oggetto. Una dimostrazione brutale di forza dell'apparato statale degna di una delegazione presidenziale, che ancora una volta suggerisce la necessità di organizzare per l’autodifesa le forze della classe lavoratrice.
Dopo questo episodio, i manifestanti hanno fatto un corteo verso il centro di Padova: sotto la pioggia gridavano «Bolsonaro pezzo di merda», «fora Bolsonaro», «Bolsonaro genocida». È stata una bella giornata di solidarietà internazionale. Nel nostro intervento dal microfono aperto in piazza abbiamo ricordato la necessità di lottare non solo contro Bolsonaro ma anche contro il capitalismo.