Resistenza contro il nuovo attacco sionista a Gaza
Volantino del Pdac
Nelle prime ore del 18 marzo, l’esercito sionista ha rotto la tregua che aveva raggiunto con la Resistenza palestinese e ha ricominciato a bombardare la Striscia di Gaza, provocando circa 400 morti solo nel primo giorno di ripresa unilaterale delle ostilità (già 1000 il secondo giorno). Mentre la Resistenza stava ancora trattando per il rilascio degli ostaggi israeliani, le forze sioniste hanno sferrato la loro offensiva per «distruggere Hamas come forza militare e politica nella Striscia di Gaza»: è questo il loro obiettivo principale, in quanto condizione necessaria all’espulsione della popolazione palestinese dalla Striscia. Obiettivo che non sono riusciti a raggiungere.
Il fallimento dei piani sionisti per Gaza risulta chiaramente dalle dichiarazioni dei membri della Commissione Affari esteri e Difesa, secondo cui «il potere militare di Hamas e della Jihad palestinese è stato ripristinato. Il primo ha 25.000 armati e la Pij oltre 5.000». Che l’attacco sionista non sia riuscito a sradicare la Resistenza dalla Striscia, che anzi ha sempre più appoggio popolare e nuovi uomini, è un fatto che devono riconoscere gli stessi alti comandi sionisti. È per questo che hanno provato da subito a minare una tregua accettata controvoglia anche dietro pressione degli Usa. Ma nonostante avessero bloccato l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza previsti dall’accordo di cessate il fuoco, le provocazioni dei sionisti sono state respinte dalla Resistenza.
Ora però Israele ha rotto la tregua, dimostrando una volta di più un’assoluta incuranza per le vite dei civili palestinesi, incluse quelle dei bambini. I tentativi di addossare sulla Resistenza palestinese la colpa di questo nuovo massacro troverà sicuramente la complicità di alcuni mass media occidentali, ma la natura barbara e colonialista del sionismo è sempre più evidente a tutti.
Per quanto si trattasse di una risoluzione ipocrita, non è certo un caso che Israele abbia votato – insieme a Stati Uniti e Russia – contro la risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu che condannava l’invasione russa ai danni dell’Ucraina. La politica di conquista e dominio, avallata da Trump, è sostanzialmente la stessa in Palestina e in Ucraina.
In Italia e in tutta Europa, è necessario riprendere le mobilitazioni a sostegno della Resistenza palestinese, per costringere Israele a retrocedere nei suoi piani genocidi («apriremo le porte dell’inferno a Gaza», è lo slogan di questa ultima operazione).
Ma è anche necessario lottare contro l’aumento delle spese militari e contro la politica ReArm Europe a firma Von der Leyen: lungi dall’essere un supporto all’Ucraina, le nuove armi serviranno per sostenere il genocidio sionista a Gaza. Israele usa armi europee e statunitensi per massacrare i palestinesi, mentre gli imperialismi europei continuano, esattamente come gli Usa, a fare affari con i sionisti (senza rompere le relazioni commerciali).
Al fianco del popolo palestinese contro gli attacchi sionisti a Gaza e in Cisgiordania!
Sostegno alla Resistenza palestinese!
Palestina libera dal fiume al mare, laica e antirazzista, rifiutando le illusioni sui due Stati!
La Palestina storica deve essere restituita ai palestinesi con il ritorno dei 6 milioni di profughi, con lo smantellamento dell'entità sionista!
Contro il riarmo imperialista, dalla parte di ogni Resistenza contro l’imperialismo!
Sconfiggiamo l’imperialismo in tutto il mondo, abbattiamo il sistema capitalista!
Costruiamo un’organizzazione internazionale per la rivoluzione m