Sudafrica
LO SCIOPERO SI ALLARGA
di Riccardo Bocchese
Lo sciopero iniziato il 18 agosto continua ad oltranza. Quasi due milioni di lavoratori in Sudafrica sono in lotta per l'aumento dei salari. Non si ferma la protesta, iniziata dai lavoratori pubblici della scuola e della sanità ai quali si sono uniti numerosi altri settori produttivi, che sta paralizzando il Paese
Com'era
stato annunciato, lo sciopero si è esteso ad ampi settori del lavoro pubblico e
privato.
Nell'ultima settimana
si sono uniti allo sciopero i lavoratori dei consorzi che garantiscono l'approvvigionamento idrico e gli operai dell'industria dei
pneumatici impiegati in multinazionali come
Bridgestone, Continental e Dunlop. Ma anche i lavoratori comunali sono scesi in sciopero in appoggio
alle rivendicazioni dei colleghi statali.
La scorsa settimana dall'Unione Nazionale dei Minatori (l'industria mineraria rappresenta da sola il 5 per cento del P.i.l. del Sudafrica) è stato votato di aderire in massa allo sciopero e, in assenza di riposte concrete, trasformare lo sciopero di una giornata in sciopero ad oltranza in solidarietà con i lavoratori pubblici. Anche l'Unione Nazionale dei Metalmeccanici del Sud Africa, che rappresenta 70.000 lavoratori presso le stazioni di gas e produttori di componenti per auto, si è unita allo sciopero da alcuni giorni.
Una
solidarietà di classe che ha costretto il presidente Zuma, lo scorso 30 agosto,
a chiedere al governo di tornare a trattare con le richieste dei lavoratori
pubblici che rivendicano un aumento degli stipendi dell'8,6 per cento e un
bonus mensile di 1.000 rand (106 euro) per la casa. Martedì 31 agosto il governo ha offerto ai
sindacati un aumento del 7, 5% (dopo la
precedente offerta del 7% che aveva incassato il rifiuto da parte sindacale e
la rottura delle trattative) e un bonus mensile per la casa da 800 rand (pari a 85 euro circa). Dopo due giorni
di consultazioni il Cosatu (il principale sindacato sudafricano) ha respinto
l'offerta e lo sciopero continua.
Troppe
le differenze all'interno del Paese, e gli stipendi dei governanti, fino a
cento volte superiori a quelli dei lavoratori, rappresentano una situazione di
disparità divenuta inaccettabile.
E
il rischio, paventato da padroni e governo, che la protesta si estenda
ulteriormente è quasi una certezza: anche la polizia ha dato ampi segnali di
insofferenza e molti agenti hanno fatto capire che si sarebbero uniti allo
sciopero, guardie carcerarie e vigili del traffico inclusi. Al momento i
lavoratori del corpo di polizia non hanno aderito allo sciopero perché sotto
ricatto del divieto del Tribunale e anche perché i vertici hanno promesso di rispondere con il
licenziamento, ma il malumore che serpeggia tra gli agenti ha da tempo superato
il livello di guardia.
A
fronte di una così importante e prolungata mobilitazione, risalta la necessità
sempre più urgente di una organizzazione internazionale in grado di spostare
gli obiettivi da quelli minimi di un salario dignitoso, che l'attuale sistema
di mercato capitalistico è in grado di assicurare per un numero sempre
inferiore di persone, a quelli superiori di una reale uguaglianza tra la
popolazione. Obiettivo questo possibile solo quando i mezzi di produzione
saranno sotto il controllo dei lavoratori e saranno gestiti in base ai bisogni
di tutti e non in base al profitto di pochi.
Il
Partito di Alternativa Comunista (sezione italiana della Lega Internazionale
dei Lavoratori) esprime la propria solidarietà ai lavoratori sudafricani in
lotta, auspicando che tale lotta sia d'esempio e, allargandosi ulteriormente,
travalichi i confini nazionali e possa unirsi alle tante lotte isolate in
Africa, in Europa e nel mondo, per arrivare al rovesciamento di questo sistema.