Turchia: il crocevia fra un crescente nazionalismo e la lotta "laica"
Devrim Isci (*)
Le discussioni a proposito delle elezioni presidenziali hanno provocato una crisi politica. Adesso la Turchia si trova chiamata alle urne per le elezioni anticipate.
Il motivo della crisi
Secondo la costituzione della Turchia, il parlamento elegge il presidente. Però l'Akp, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (un partito liberale-islamista), gode di una maggioranza assoluta in parlamento. Per le elezioni presidenziali, questo partito ha proposto un candidato la cui moglie porta lo hijab che copre la testa secondo le leggi islamiche. I capi dell'esercito che si dichiarano i protettori dello "Stato laico" e del potere dello Stato hanno pubblicato una dichiarazione contro il partito al potere e la sua posizione riguardo alle elezioni presidenziali, e la Corte Costituzionale ha decretato che il parlamento non ha rispettato la costituzione nel contesto delle elezioni. Dopo di che l'Akp è stato costretto ad annunciare le elezioni anticipate.
I diversi poli borghesi
Le contraddizioni fra i diversi poli borghesi non sono vere contraddizioni. Oggi, ci sono due posizioni principali nel raggruppamento borghese, il "liberalismo" e il "nazionalismo", ed entrambe collaborano pienamente con l'imperialismo americano e le sue istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale ecc. Le contraddizioni vertono su questioni secondarie in un contesto in cui la corrente principale dell'islamismo continua ad influenzare il sistema politico, e in cui il movimento nazionalista curdo viene aggredito in modi diversi. Non c'è nessun conflitto fra i poli liberali e nazionalisti per quanto riguarda il ruolo dell'imperialismo nella regione. Non c'è nessuna differenza tra le politiche economiche dei partiti, nessuno dei partiti borghesi ha varato un programma che elimini la politica economica dell'Fmi... Inoltre, la lotta riguardante la "laicità" non è una vera e propria lotta. L'esercito è stato l'istituzione principale che ha sostenuto i gruppi islamici contro la sinistra dopo il colpo di Stato del 1980. La Turchia non è ancora uno Stato laico; lo Stato riconosce e dà un sostegno esclusivo all'islamismo sunnita. Perciò, milioni di Aleviti (seguaci di Caliph Ali) e molte altre sette religiose non hanno nessun rappresentante nell'istituzione ufficiale degli affari religiosi. Il problema è il crescente potere del partito islamico moderato, e questo rappresenta una minaccia al tradizionale sistema di governo. La reazione dell'esercito e delle diverse fazioni borghesi nasce da questa situazione.
L'opposizione borghese
Il principale partito di opposizione (il Chp, il Partito Popolare Repubblicano) che viene considerato "di sinistra", e che fa parte dell'Internazionale Socialista, funge ormai da portavoce per i capi dell'esercito. Gli altri grandi partiti borghesi che hanno qualche possibilità di ottenere il 10 per cento dei voti, soglia che serve per avere il diritto di mandare rappresentanti al parlamento, sono il Partito Democratico (di destra) e il raggruppamento fascista Mhp (Partito del Movimento Nazionalista). Questi partiti fanno propaganda contro il governo per i suoi atteggiamenti nei confronti dell'Islam, e criticano il governo per il fatto che, secondo loro, non ha combattuto abbastanza il movimento nazionalista curdo! Inoltre, come conseguenza della collaborazione tra i leader curdi e le forze imperialiste in Iraq, un'intesa condivisa anche dai leader curdi nel nord (in Turchia), i partiti borghesi colgono l'occasione di ricorrere alla demagogia anti-americana. Naturalmente, questo non è un atteggiamento anti-imperialista; si limitano a dichiarare che il governo non ha nessun "peso" di fronte all'imperialismo. E sostengono che i loro partiti sarebbero più determinati nel tenere testa agli Stati Uniti.
Il movimento nazionalista curdo
Dopo l'occupazione imperialista dell'Iraq, il Kurdistan meridionale (la regione curda dell'Iraq) ha ottenuto un'autonomia territoriale e ha cominciato a usufruire della ricchezza dell'Iraq, come conseguenza della collaborazione tra i capi curdi e le forze dell'imperialismo. Questo fatto ha creato confusione non solo nel Kurdistan settentrionale (la regione curda della Turchia) ma anche nella popolazione curda d'Iran e di Siria. Alcuni noti politici curdi hanno difeso apertamente l'idea che il movimento nazionalista curdo possa stringere un accordo con le forze dell'imperialismo per ottenere l'indipendenza nazionale. Barzani, il capo politico più influente nel Kurdistan meridionale, gode di un prestigio e di una popolarità notevoli nella popolazione curda in Turchia. Dentro il movimento nazionalista curdo, questo fattore ha provocato un allontanamento dai principi socialisti; l'unico stimolo è quello del nazionalismo.
La sinistra turca
Le principali ideologie che dividono i partiti borghesi - il "liberalismo"
e il "nazionalismo" - sono state completamente assimilate dai partiti
e dai raggruppamenti di sinistra. Infatti, la sinistra turca sta attraversando
il periodo più buio della
sua storia per quanto riguardano qualità e quantità. Il
crescente nazionalismo dentro il movimento curdo ha scatenato uno sciovinismo
turco in ogni parte del Paese, e molti elementi importanti della sinistra
non sono stati in grado di resistere a questa tentazione. Il Partito dei
Lavoratori ha sostenuto una politica apertamente nazionalista contro gli Stati
Uniti e i suoi agenti (il movimento curdo e anche il governo) e ormai da qualche
anno questo partito maoista non può più essere considerato un partito "di sinistra";
è diventato un raggruppamento
nazionalsocialista. Il partito comunista turco ha creato un "fronte
patriottico". Molti gruppi guerriglieri - anche quelli attivi - sono stati influenzati dall'effetto del
nazionalismo crescente. D'altronde, alcuni gruppi significativi della sinistra turca sono diventati apertamente
movimenti "liberali". Alcuni di loro hanno legittimato il
nazionalismo curdo e la sua propensione ad allearsi con l'imperialismo. Altri
gruppi di sinistra stanno
cercando di sciogliersi nel movimentismo oppure stanno dando vita a movimenti lassi
essi stessi. Il principale stimolo ideologico di questi gruppi è la propaganda per i "diritti umani" senza alcun riferimento alle questioni di
classe.
Due gruppi cliffisti
(seguaci di Tony Cliff, il fondatore dell'Swp britannico, ndt) in Turchia
(poco influenti per quanto riguardano le masse
popolari, ma significativi perchè si definiscono
"trotskisti"'), sostengono un candidato apertamente
liberale nelle prossime elezioni. Questo candidato è uno dei principali sostenitori della Turchia nel suo
cammino verso l'Unione Europea, e due anni fa, ha dichiarato apertamente che
avrebbe sostenuto il partito di governo in caso di elezioni!
La classe operaia e la politica rivoluzionaria
Nella situazione
attuale, la classe operaia è vittima di un nazionalismo crescente e di una
demagogia che si concentra sulla "laicità". Come conseguenza delle
privatizzazioni, della flessibilità del lavoro, e della produzione con subappalti,
settori enormi della classe operaia non sono più sindacalizzati; milioni di
lavoratori lavorano senza sicurezza sociale. Nonostante queste condizioni
pessime, non si può parlare di un movimento operaio unito, o di una sua azione
unitaria. Ci sono stati alcuni esempi isolati di resistenza. Attualmente i
sindacati sono completamente subalterni alle burocrazie; il lavoro sindacale è
molto difficile. La legislazione del lavoro è talmente reazionaria che
proibisce ogni forma di intervento ai sindacati con una politica
rivoluzionaria.
Nonostante tutto
ciò, la costruzione di un partito rivoluzionario dei lavoratori deve
proseguire con pazienza appoggiandosi sui settori più avanzati della classe operaia. Ad Istanbul - la città più grande - Il Lavoratore Rivoluzionario, la
sezione turca della Lit, ha presentato un candidato insieme ad alcuni gruppi
operai. Il nostro candidato, Ercan Atmaca, 60 anni, e è un operaio in pensione;
ha lavorato per 50 anni e ha guidato parecchie lotte operaie. Difendiamo
l'unità della classe operaia contro il nazionalismo crescente, contro la
minaccia di oppressione religiosa o nazionalista. Dichiariamo che l'unico
fattore che unisce individui di ogni religione e nazionalità è il fatto di
essere lavoratori. Abbiamo una politica chiara contro l'imperialismo, il
capitalismo, e contro la politica borghese. Concentriamo la nostra propaganda
elettorale nei quartieri più
poveri, nei distretti operai. Naturalmente, questa non è la via più semplice: ma
è il metodo rivoluzionario.
(*) Devrim Isci (Il Lavoratore Rivoluzionario) e la sezione Turca della Lit
(traduzione di William Hope dall'originale in inglese)