Partito di Alternativa Comunista

Un papa di Sinistra?

Un papa di Sinistra?

 


 

Il recente viaggio di Papa Francecsco verso Cuba e Stati Uniti ha avuto un grande impatto a livello internazionale. Con i suoi discorsi contro la povertà, la pena di morte e l'esclusione degli immigrati, non sono pochi i giornali del mondo che giungono a definire Francesco un Papa di “Sinistra” ed al servizio dei poveri, destando aspettative in molti compagni e compagne sulla possibilità di un cambio di ruolo della tradizionalmente conservatrice Chiesa Cattolica.

 

Articolo di Matías Martínez

 

 

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In realtà, al di là dei gesti e dei discorsi, il viaggio conferma un appoggio esplicito al piano di Obama e Castro per togliere l' embargo a Cuba e facilitare la consegna dell'isola agli “investimenti” nordamericani. Con una nuova forma, la Chiesa Cattolica continua a stare dalla parte dei potenti e si reinventa come uno strumento al servizio dell'imperialismo che ci sottomette quotidianamente.

I giornali e le agenzie di stampa più importanti del mondo hanno dedicato i loro editoriali a presentare l'importanza dell'ultima visita di Papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti. I suoi discorsi in Piazza della Rivoluzione all'Avana, alla Casa Bianca, al Campidoglio degli Stati uniti [sede del Congresso, cioè del Parlamento statunitense, a Washington; ndt] ed all'Assemblea dell'Onu sono stati evidenziati come storici, e tutti sono stati concordi nel catalogare questo viaggio come il compito più esigente di Francesco dal suo insediamento. E, non a caso, il Papa si è recato in visita presso il centro del potere imperialista, arrivando dove nessun altro pontefice era giunto prima. E il risultato è stata un'ovazione con “ le lacrime agli occhi”. Gli applausi ottenuti in questo covo di banditi sono ragioni più che sufficienti per cui i lavoratori ed il popolo del mondo non ripongano alcuna fiducia in ciò che proviene da quelle direzioni.

Forse come nessun altro, il nuovo Papa ha assunto l'esecuzione della sua agenda politica impregnando il suo nuovo ruolo in ogni discorso.

Ogni volta si chiarifica ulteriormente quale è stata la causa della strana rinuncia di Benedetto XVI, qualcosa di poco frequente nella Chiesa Cattolica. Se si guarda all'interno di questa istituzione millenaria, niente d'importante è cambiato nella sua struttura. Evidentemente il primo Papa latinoamericano è emerso come una necessità da parte della Chiesa stessa di recuperare i suoi parrocchiani ed adattarsi ai tempi che cambiano. Francesco è solo un prodotto del cambio di politica di quest'ultima. Sebbene molti  compagni e compagne sicuramente validissimi, che vogliono un mondo senza povertà, senza sfruttamento né oppressione, considerino oggi Francesco un riferimento. Con assoluto rispetto delle loro credenze religiose e delle loro aspettative, vogliamo dir loro che purtroppo i fatti dimostrano che questo cambio nella politica della Chiesa continua ad essere in sintonia con il governo di Obama e il padrone imperialista su scala mondiale. Cioè, fedele alla sua tradizione millenaria, il “Papa di sinistra” non è altro che un volto più gradevole della stessa Chiesa Cattolica da sempre al servizio dei potenti.

 

Con Obama al servizio dell'imperialismo nordamericano

 

“Tutti conosciamo e siamo profondamente preoccupati per l' inquietante situazione sociale e politica”, ha detto il Papa in una parte del suo lungo discorso di fronte ambedue le camere del potere legislativo “nella terra dei liberi e nella patria dei valorosi”, come lui stesso ha definito gli Stati Uniti nel discorso detto. Questa è stata la forma diplomatica scelta per descrivere come la situazione mondiale diventi ogni volta più rivoluzionaria.

E la sua lettura non è sbagliata. Lui sa perfettamente che l'avanzare della crisi economica e la resistenza dei lavoratori e dei popoli di tutto il mondo ha messo in discussione il dispositivo di dominazione imperialista su scala internazionale. Oggi assistiamo a rivoluzioni, guerre, catastrofi che si moltiplicano e iniziano a cercare una soluzione. I fatti che commuovono il mondo con la crisi migratoria in Europa e l'esplosione della rivoluzione siriana sono alcuni riflessi della direzione in cui ci sta portando la barbarie capitalista. Gli scioperi e le mobilitazioni operaie e popolari scuotono tutto il pianeta. Lo stalinismo ora non può compiere il suo ruolo di contenimento di queste lotte come ha fatto in buona parte del secolo XX, sconfiggendo le rivoluzioni delle masse dell'ex URSS e dell'Est Europeo. Ed è in questo scenario che la Chiesa – e le grandi religioni - spuntano a giocare le loro carte nel concerto mondiale. Malgrado le dispute tra di loro, tutte approfittano della loro influenza sul movimento delle masse per impedire che i lavoratori e le lavoratrici prendano il futuro nelle proprie mani, costruiscano i propri strumenti e si mobilitino conseguentemente fino ad abbattere questo sistema che li condanna.

Dietro gli appelli al dialogo ed alla pace si nasconde un appoggio alla politica portata avanti dal presidente Barack Obama al cospetto dell'imperialismo nordamericano. Evocando Abraham Lincoln e Martin Luther King ha usato parole per mettere tutti d'accordo, democratici e repubblicani, ed allineare la truppa dietro una stessa politica. L'annuncio delle dimissioni di John Boehner, Presidente della Camera dei Rappresentanti (deputati) degli Stati Uniti ed uomo duro del blocco repubblicano dopo la visita papale, sembra essere un segnale in questo senso.

E queste coincidenze non costituiscono per niente delle novità. Subito dopo essere arrivato a Roma è stato proprio Francesco, in viaggio in Medio Oriente, a “pregare” insieme ad altri capi religiosi, in un chiaro appoggio alla politica reazionaria della costruzione dei due Stati promossa dallo stesso Obama. Quella stessa politica che sta fallendo e che permette allo Stato d'Israele di continuare a massacrare il popolo palestinese. Questo stesso Papa dice che “i muri non sono la soluzione” di fronte ai rifugiati che scappano dalla Siria, ma non si è pronunciato in appoggio alla rivoluzione che lotta contro la dittatura assassina di Bashar Al Assad, uno dei responsabili di questa “catastrofe che non si vedeva dai tempi della Seconda Guerra Mondiale”. E mentre parla in difesa dei poveri, appoggia politicamente i governi che opprimono e portano alla povertà i propri lavoratori per salvare i guadagni delle multinazionali, come ha fatto in Brasile durante il suo primo viaggio verso l' America Latina.

 

Insieme al castrismo “benedicendo” i ponti della restaurazione capitalista

 

Prima di recarsi a Washington, il Papa è stato in terra cubana. Niente è casuale nell'agenda del Vaticano e questa volta non fa eccezione. Perché Papa Francesco ha giocato un ruolo determinante nel ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti.

Sebbene i comunicati della stampa si siano impegnati ad evidenziare il carattere pastorale del viaggio, il Papa si è rifiutato di ricevere i dissidenti del regime cubano dell'isola, in un chiaro messaggio d'appoggio ai fratelli Castro. Questi a loro volta hanno recepito il messaggio del segretario del Tesoro nordamericano, Jacob Lew, rendendo più flessibili gli oneri “in materia di ampliamento delle rimesse, viaggi, telecomunicazioni, servizi internet ed operazioni commerciali a Cuba” [1]. Questa è stata la premessa delle trattative aperte tra Castro ed Obama nelle Nazioni Unite per togliere l'embargo commerciale in forma definitiva. Come contropartita, e come forma di pagamento per i servizi prestati, il regime castrista ha restituito alla Chiesa cattolica cubana varie proprietà che furono espropriate dalla rivoluzione.

Così come suo fratello Fidel ricevette Papa Giovanni Paolo II nel 1998, per consolidare la penetrazione del capitale europeo nel processo di restaurazione capitalista a Cuba, questa volta Raul Castro ha ricevuto con tutti gli onori Francesco all'Avana. Quasi venti anni dopo, un nuovo Papa viene a “benedire” i “ponti del dialogo” che permettono l'entrata del capitale nordamericano in funzione del saccheggio dell'Isola. Inoltre, questo ha portato discordanze all'interno della stessa corrente castrista. Aleida Guevara, la figlia del Che Guevara, si è rifiutata di assecondare l'appello del Partito Comunista di Cuba (Pcc) a partecipare alla messa realizzata da Papa Francesco in Piazza della rivoluzione: “Alla messa non (vado) perché ciò per me è ipocrita (…), Che cosa faccio ferma lì, ore ed ore? (…), “è come un compito di Partito praticamente, con il quale sono totalmente in disaccordo” [2], ha aggiunto.

Difatti, è la dittatura del Pcc che si abbraccia alla popolarità del Papa per alleviare il malcontento crescente nel popolo cubano di fronte ai tagli brutali che vengono portati avanti per permettere che arrivino gli “investimenti” capitalisti nell'Isola. Tutte le correnti castrochaviste che sottolineano la partecipazione di Raul Castro all'Onu ed al vertice delle Americhe come un trionfo del popolo cubano, in realtà nascondono una nuova capitolazione del regime castrista al servizio del potere imperialista. Un fatto che via via si rivela in maniera sempre più evidente.

 

 

Note:

 

[1] http://www.pagina12.com.ar/diario/ultimas/20-281963-2015-09-18.html

 

[2] http://www.telesurtv.net/news/Hija-del-Che-Guevara-cuestiona-visita-papal-a-Cuba-20150919-0023.html

 

 

Traduzione dalla spagnolo di Vincenzo Asaro

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