Partito di Alternativa Comunista

25 aprile Antifascismo

25 aprile

Antifascismo è anticapitalismo!

 

 

25 aprile 16

In occasione della ricorrenza del 25 aprile Alternativa Comunista non si unisce al finto coro dei memorialisti ma rivendica lattualità e la necessità della Resistenza antifascista, dunque anticapitalista.
Il padronato della repubblica
antifascista ha cercato per oltre mezzo secolo di fare del 25 aprile una pacifica giornata della memoria, depotenziandone il contenuto conflittuale e trasformandola in un mero rituale compatibile con lordine di cose esistente. Noi invece vogliamo fare di questa data una giornata di lotta: ricordare la Resistenza oggi, significa per noi riprenderla dal punto in cui è stata interrotta, dal momento in cui il Pci di Togliatti, conformandosi allindirizzo staliniano, ha spezzato la resistenza delle masse lavoratrici e ha pacificato la situazione mediante la concessione di quel pezzo di carta chiamato Costituzione. La Resistenza fu un processo rivoluzionario tradito e rimasto incompiuto a causa della direzione stalinista che ne favori lesaurimento e si applicò con successo alla restaurazione dellordine capitalistico, quello stesso ordine che fino a qualche mese prima aveva sostenuto il regime fascista e ne aveva tratto immensi profitti a danno della classe lavoratrice.

Per questo riteniamo impossibile slegare la lotta antifascista dalla lotta anticapitalista. Il fascismo
è nato come uno strumento che la piccola borghesia ha utilizzato per difendere i propri interessi minacciati dalla proletarizzazione, dagli attacchi delle banche e del grande capitale. Ma è finito per diventare, e non poteva che essere così, uno strumento del grande capitale per sfondare le organizzazioni del movimento operaio.

Recuperare la memoria storica in chiave politica e conflittuale
è importante anche perché oggi, al fianco dei corifei dell'antifascismo istituzionale ci sono anche alcuni settori politici e intellettuali (si pensi al Movimento Cinque Stelle o a Diego Fusaro e al suo seguito di complottisti rossobruni) che rivendicano esplicitamente l'abbandono di qualunque forma di antifascismo, ritenuto obsoleto e anacronistico, e affermano la scomparsa di qualsiasi distinzione tra destra e sinistra. Queste narrazioni tanto alla moda, e riprese in chiave demagogica anche da certi settori della sinistra (vedi Podemos in Spagna) sono in realtà pericolose mistificazioni. Infatti tanto più oggi, che viviamo una devastante crisi del sistema capitalista, davanti al rischio di unascesa del conflitto operaio contro le misure di austerità, ritorna puntualmente il pericolo fascista, il pericolo di una reazione della classe padronale alle lotte operaie che si poggia sul malcontento dei ceti medi impoveriti privi di una direzione operaia. La crescita del consenso nei confronti dell'estrema destra e del nazionalismo è un fenomeno riscontrabile in gran parte del continente europeo: il Front National in Francia, la Lega di Salvini, i gruppi razzisti in Europa Centrale e Orientale (si pensi a Pegida in Germania) ne sono la dimostrazione. Una politica che cresce sfruttando la paura del terrorismo islamista, che fomenta una guerra tra poveri individuando nell'immigrato il capro espiatorio della crisi sociale, che si prepara nuovamente ad alzare muri e steccati per dividere la classe lavoratrice, rendendo un prezioso servigio alle classi dominanti.

Oggi pi
ù che mai è necessario opporsi a questa possibile svolta reazionaria delle classi padronali, o almeno di una parte di esse, in Italia e altrove. Ma per farlo bisogna praticare un antifascismo di classe, che si colleghi alla più generale mobilitazione anticapitalista. Lantifascismo costituzionale e legalitario di cui faremo incetta in questi giorni su giornali e tv, è un modo per sottacere il vero problema, prestando il fianco a quelle forze che attaccano lantifascismo tout court considerandolo superato. E il vero problema si chiama capitalismo. Fin quando rimarrà un sistema fondato sullo sfruttamento di classe e lesclusione sociale, rimarrà sempre il pericolo fascista. Per questo la resistenza antifascista non può che essere una resistenza anticapitalista. Ciò significa che la mobilitazione antifascista può realmente vincere solo con la rivoluzione socialista, solo spazzando via il sistema capitalista e i suoi cani da guardia.

E questo lappello che Alternativa Comunista rivolge a tutte le organizzazioni sinceramente antifasciste: uniamoci per spedire nelle fogne i rigurgiti fascisti, ma allo stesso tempo, mobilitiamoci per distruggere il sistema che tali rigurgiti produce. Antifascismo è anticapitalismo!

 

 

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