Partito di Alternativa Comunista

Non si ferma la lotta esemplare dei lavoratori delle cooperative

Non si ferma
la lotta esemplare
dei lavoratori delle cooperative
Intervista ad Arafat, portavoce della lotta all'Ikea
 

sabato 6 aprile tutti a Piacenza!

 

Il Pdac aderisce e partecipa alla manifestazione promossa dal Si.Cobas

NO AL FOGLIO DI VIA, NO ALLA REPRESSIONE DELLE LOTTE

SOLIDARIETA' AGLI OPERAI DELLA TNT IN LOTTA

Appuntamento a Piacenza

ai Giardini Margherita a partire dalle ore 15

 

a cura di Mirko Seniga e Sabrina Volta


Qui di seguito pubblichiamo l’intervista al compagno Arafat, portavoce della lotta dei facchini delle cooperative che lavorano per l’Ikea di Piacenza, e che alla fine di marzo ha fatto parte della folta delegazione che dall’Italia è partita alla volta di Parigi per l’incontro internazionale del sindacalismo combattivo (v. su questo l'articolo di cronaca dell'incontro sul nostro sito).
L’intervista che qui pubblichiamo è apparsa sulle pagine del nostro giornale, Progetto Comunista, circa un mese fa. Nel frattempo la lotta dei facchini, a Piacenza e nel resto del Paese, non si è fermata. Il 22 marzo è stato indotto dal Si. Cobas e dall’Adl uno sciopero nazionale per il rinnovo del contratto di categoria, contrapposto alla piattaforma sostenuta dai Confederali che nei fatti sostengono le tesi padronali anziché le rivendicazioni avanzate dai lavoratori durante mesi di lotte.
Sabato 6 aprile, a Piacenza, si svolgerà una manifestazione di solidarietà al compagno Milani, portavoce nazionale del Si. Cobas, che ha ricevuto un foglio di via della durata di tre anni dalla Questura della città emiliana, tentativo evidente di colpire questa lotta che si sta estendendo. Il Pdac parteciperà, insieme a molte altre realtà di lotta, a questa importante manifestazione e invita tutti a non mancare.
 

Ikea: solo con la lotta e con l'unità dei lavoratori si vince!
"Vogliamo essere una rivoluzione"
 Intervista a Mohamed Arafat, portavoce della lotta
  ikea
(intervista del 28 febbraio 2013, pubblicata su Progetto Comunista n. 39)
 
Il magazzino centrale Ikea di Piacenza è il maggiore hub di distribuzione in Europa che rifornisce i vari negozi in Italia, di una parte dell'Europa e del Mediterraneo; è quindi di importanza strategica per la multinazionale stessa. Attraverso il sistema delle cooperative, come la San Martino, Cristal, Euroservizi, Ikea ha basato la sua competitività sul mercato calpestando i salari e i diritti dei lavoratori, con una gestione arbitraria della flessibilità degli orari. La lotta dei lavoratori, iniziata ad ottobre 2012, è una battaglia politica contro il blocco pro-Ikea-cooperative che va dal centrodestra  al centrosinistra.
Ikea è una potenza a Piacenza, le cooperative del consorzio Cgs (Consorzio Gestione Servizi) presenti in Ikea sono parte del potere del sistema politico-economico emiliano che trova espressione nel Pd e nei sindacati confederali. La vertenza di Piacenza balza sulle cronache nazionali il 2 novembre scorso quando, sotto la regia del ministero degli Interni, sono intervenuti questura e prefetto che hanno organizzato gli attacchi polizieschi a base di manganello, lacrimogeni e denunce nel tentativo di rompere la lotta intimidendo i lavoratori immigrati. Loro sono i veri protagonisti.
Le forze dell'ordine sono intervenute cercando di spezzare i legami di solidarietà di classe sorti fra gli stessi operai e quelli di altre cooperative come la Tnt e Gls che, dopo il loro turno di lavoro, sono accorsi a sostenere i picchetti davanti all'Ikea. Picchetti ai quali ha partecipato anche il Pdac, condividendo e sostenendo la lotta dei lavoratori.
La vicenda Ikea non è conclusa fino a quando non sarà effettivamente riconquistata la maggioranza degli operai che si sono sfilati dalla lotta per non incorrere nei ricatti padronali di riduzione dell'orario di lavoro e salario a meno della metà. Il rientro dei lavoratori che i padroni volevano espellere ha dato anche ai lavoratori, che sono rimasti passivi durante la lotta, la dimostrazione che la mobilitazione paga e che uniti e organizzati gli operai possono sfidare il potere padronale e vincere; questa lotta spinge alla costruzione di un'organizzazione delle lotte operaie più ampia, sia su scala nazionale che internazionale e il successo della lotta contro l'Ikea è la base da cui partire per sconfiggere i ricatti e la sottomissione al padronato. Soltanto con la lotta di classe che miri ad una reale sottrazione del capitale padronale e a una vera gestione operaia i lavoratori riusciranno ad impadronirsi dei propri diritti distruggendo lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Intervistiamo Mohamed Arafat lavoratore alla Tnt, delegato sindacale del Si-Cobas e portavoce della lotta in Ikea.
Mohamed, la vostra lotta è iniziata per l'applicazione del contratto nazionale della logistica...
Marcia indietro non si fa dopo che le lotte sono state portate avanti nonostante la neve, la pioggia, il freddo. Noi partiamo chiedendo il rispetto del contratto collettivo nazionale della logistica ma, quando l'otterremo scopriremo che dobbiamo chiedere di più, in quanto il Ccnl non dà tutti i diritti e non permette comunque una vita dignitosa ai lavoratori. Noi vogliamo un salario dignitoso e una vita migliore per tutti i lavoratori.
L'attacco di multinazionali come Ikea, con la complicità delle cooperative, condotto contro i lavoratori del settore logistica è un caso a sé o s'inserisce in quadro più ampio?
Ogni padrone difende i suoi interessi e utilizza ogni mezzo per reprimere le lotte dei lavoratori. Abbiamo portato la lotta fatta alla Gsl di Piacenza alla Gsl di Bologna bloccandola per 2 giorni. Dopodiché il padrone ha deciso di riaprire la Gsl a Piacenza. Questo ci dimostra che con l'unità dei lavoratori si ottengono delle conquiste. Loro usano la crisi contro i lavoratori togliendo i diritti agli operai per accrescere i propri interessi. La stessa protesta unitaria è avvenuta all'Ikea dove l'azienda ha deciso il reintegro dei lavoratori, che avevano partecipato alle lotte, dopo che noi in mobilitazione abbiamo bloccato il punto vendita Ikea di Bologna.
La vostra lotta ha portato al reintegro di 4 lavoratori che erano stati tenuti fuori per 3 mesi, come giudichi questa vittoria?
Se i lavoratori dell'Ikea fossero rimasti uniti come il primo giorno avremmo ottenuto il reintegro anche dopo un solo giorno invece che dopo tre mesi. Il padrone cerca di dividere i lavoratori. Attraverso questa intervista voglio dare un messaggio ai lavoratori: non dovete avere paura dei padroni, ma dovete essere combattivi e uniti. Il padrone è debole e dove i lavoratori sono uniti si vince, dove siamo disuniti si può vincere ma è necessario più tempo. Il fatto che i 4 lavoratori sono stati reintegrati dimostra che l'unità è il segreto di ogni vittoria ed è la nostra arma.
Quale messaggio vuoi dare a tutti gli operai che come voi stanno lottando in Italia?
Non devono lasciare che il padrone metta i lavoratori uno contro l'altro. Gli operai non devono badare alle loro origini (egiziani, marocchini, italiani) perché sono tutti nelle stesse condizioni, siamo tutti sfruttati. Siamo un pericolo per il padrone per questo motivo ci vuole divisi, ma noi dobbiamo essere determinati e uniti.
Quali sono le prossime iniziative di lotta?
La prossima iniziativa sarà il giorno 22 marzo con uno sciopero nazionale per il rinnovo del Ccnl. Con questo sciopero rifiutiamo le modifiche del contratto e vogliamo di più. Attraverso il vostro giornale voglio rilanciare questo sciopero sociale che vuole coinvolgere studenti, disoccupati, famiglie che soffrono. Scendete in piazza contro il governo, contro il sistema capitalista. Il vero cambiamento non si fa con le elezioni borghesi, ma con le nostre mani, con la nostra forza, con la nostra lotta! Viva la lotta!!!
Cosa ha significato il tuo intervento all'iniziativa No Austerity a Maranello?
Il sindacato dobbiamo essere noi, dobbiamo organizzarci per difendere noi stessi. Il Si Cobas a Piacenza l'abbiamo costruito noi lavoratori con la lotta davanti alla Tnt, prima della lotta questo sindacato non era presente in città. Quella che stiamo portando avanti è una lotta di classe e non si fermerà, deve essere condivisa insieme agli operai della Ferrari, della Fiat, dobbiamo coinvolgere altre realtà di lotta. Siamo noi i lavoratori sfruttati, deve essere una lotta di tutto il Paese. Dobbiamo coinvolgere tutti i Paesi europei, la Fiat sta spostando i sui stabilimenti all'estero per sfruttare altri lavoratori. I padroni devono capire che i lavoratori vogliono i loro diritti e questo sogno si realizza coi fatti e con la lotta giorno per giorno. Noi non vogliamo essere uno sciopero ma una rivoluzione!
 
 
 

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