PERCHE' MI ISCRIVO AL PdAC /8

Giovani rivoluzionari crescono

intervista a cura di Adriano Lotito

Intervistiamo Michele Catapano, 17 anni, coordinatore locale dell’Unione degli studenti di Andria e da qualche mese militante dei Giovani di Alternativa Comunista. Insieme con lui tanti giovani compagni e compagne hanno recentemente aderito al nostro partito e al suo programma, espressione sia di una reale ansia di cambiamento da parte delle nuove generazioni sia del buon lavoro che il partito sta conducendo sui territori e della corretta impostazione organizzativa e programmatica.

Michele, la tua militanza rivoluzionaria parte dalla scuola e dalle mobilitazioni studentesche. Qual è lo stato dell’arte delle mobilitazioni di questo tipo sul tuo territorio? E come fare per concretizzare e conferire alle lotte studentesche un orizzonte strategico? Vediamo, infatti, come è facile che ogni movimento, dopo ottobre e novembre, ogni anno tenda a rifluire e a non lasciare segni.

Purtroppo per quanto riguarda le mobilitazioni studentesche il mio, come credo altri territori, si fermano all'autunno “caldo”. Tante e troppe volte non si raggiungono gli obbiettivi che ci si propone ma al tempo stesso rileviamo enormi passi in avanti per quanto concerne la partecipazione dei ragazzi, che cominciano ad avvertire che qualcosa deve cambiare e che i protagonisti di questo cambiamento devono essere loro e non i "politici dei palazzi". Penso che per sfociare in qualcosa di serio e concreto le lotte studentesche debbano ben radicarsi e gli studenti debbano cominciare a sentire su se stessi il peso di una classe sociale che viene sempre più calpestata da quei signorotti e dalle loro promesse da propaganda. Inoltre penso sia necessaria una maggiore informazione verso i ragazzi che spesso sono imbevuti dalle notizie pilotate della tv e non sono a conoscenza della situazione reale in cui ci troviamo. Ci vorrebbe anche una maggiore, e qualitativamente migliore, organizzazione da parte nostra in quanto sindacati studenteschi. Chiaramente, oltre a tutto questo, è fondamentale la presenza di un partito che possa poi mettere a frutto questa radicalità e farla convergere su un programma rivoluzionario, ovvero di rottura con il sistema capitalistico e tutte le sue espressioni.

Come hai deciso di intraprendere la strada della militanza rivoluzionaria? E’ stata una scelta difficile?

Proprio grazie al mondo delle lotte studentesche mi sono avvicinato alla politica e, aiutato da qualcuno che era già compagno, mi sono avvicinato alla strada rivoluzionaria (l'unica strada possibile). Per ovvie ragioni quella di entrare in questo partito non poteva essere una scelta che si potesse prendere su due piedi, perché a differenza di altri partiti questo ha sì idee chiare precise, ma soprattutto poggia su veri ideali (che nel mondo consumistico in cui viviamo è sempre più difficile trovare). Ma la scelta per quanto difficile ripaga subito: solo la lotta paga!

Cosa ti senti di dire ai tuoi coetanei e alle tue coetanee che non comprendono la necessità di lotta per cambiare il mondo?

Per tutti i motivi suddetti quando i ragazzi della mia età non avvertono la mia stessa esigenza di lottare per il cambiamento io provo, con determinazione, a metterli di fronte a quella che è la realtà critica di oggi e al fatto che il nemico da abbattere è il capitale e che solo con il socialismo internazionale si può uscire da questa situazione di crisi e alienazione nella quale viviamo.