Partito di Alternativa Comunista

Amt Genova Il polpo

Amt Genova

Il polpo è cotto?

L'importante lotta a Genova e il ruolo delle burocrazie

 

 

di Patrizia Cammarata

Dopo cinque giorni di sciopero a oltranza degli autoferrotranvieri dell’Amt di Genova sistemano tutto i burocrati sindacali dei sindacati concertativi e corporativi. Anziché sostenere ad allargare la protesta in modo da renderla vincente, è stato proposto, dal segretario nazionale della Faisa-Cisal, un accordo illustrato alla “Chiamata del Porto” (sala simbolo delle lotte operaie genovesi) in cui i rappresentanti sindacali che hanno condotto la trattativa sono stati insultati, la cui presidenza è stata più volte assaltata ribaltando sedie e tavoli, e in cui molti lavoratori che avevano animato la protesta dei giorni precedenti, hanno lasciato la sala.

Una bozza d’accordo approvata con una votazione farsa che in molti hanno dichiarato pilotata e che si è svolta durante un’assemblea molto tesa, una votazione che ha portato il risultato sperato ed atteso dai padroni e dai politici: la divisione dei lavoratori. Non a caso è stato proprio il governatore della Regione ad annunciare via twitter il successo (piegando dal punto di vista dei padroni un vecchio moto dei camalli in lotta) della trattativa scrivendo in dialetto: “il polpo è cotto”.
I lavoratori di Genova hanno sfidato la precettazione. Cinque giorni di sciopero e alla loro protesta si sono uniti altri lavoratori, fra cui i netturbini e gli operai della manutenzione pubblica. Un pericolo, questo “sciopero selvaggio”, per l’Amministrazione Comunale

(guidata dal “sinistro” Doria) e per tutti gli altri padroni che hanno visto apparire improvvisamente una lotta che avrebbe potuto rappresentare una sorta di “corso di formazione accelerato” per tutte le lotte che si stanno sviluppando nel Paese.

E’ diventato da subito urgente far rientrare le cose per poi far di tutto per isolare le “teste calde”. L’accordo ha avuto come risultato, come del resto è nelle speranze e negli obiettivi primari delle burocrazie sindacali concertative, quello di dividere i quasi 1500 lavoratori.

 

Generalizzare la lotta per sconfiggere il capitalismo

Quello che sta succedendo, ai lavoratori e agli utenti del trasporto pubblico è la conseguenza dei dettami del Fondo Monetario Internazionale che ha indicato, anche per il nostro Paese, gli obiettivi da raggiungere per salvare il capitalismo in crisi e, per quanto riguarda il settore trasporti come d’altri settori importanti per i lavoratori e le masse popolari, le indicazioni sono: “dismissioni, affidamenti ai privati, riduzione del numero delle aziende, diminuzione delle risorse economiche dello Stato
Questo sistema, il capitalismo, non è più in grado di garantire una vita minimamente dignitosa alla stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Solo la classe lavoratrice può, con la sua forza e la sua organizzazione, indicare la strada da percorrere per porre fine allo sfruttamento.
La lotta degli autoferrotranvieri rappresenta un altro segnale di un malessere che sta generalizzandosi e, nonostante gli accordi truffa, è destinato ad esplodere. Nulla potranno gli attuali cani da guardia dei padroni, quei “bravi” sindacalisti buoni solo a smorzare ogni istinto naturale di ribellione dei lavoratori, di fronte alle conseguenze sempre peggiori dovute all’ormai inarrestabile fallimento del sistema capitalistico; invitiamo per questo i tantissimi lavoratrori visti fuori dalla sala, legittimamente delusi, ad abbandonare lo sconforto, a prendere le distanze da chi li ha venduti e a riprendere nelle loro salde mani la mobilitazione ed estenderla collegandola agli altri lavoratori.

Da soli si può vincere una battaglia, uniti e in lotta si può vincere la guerra che i padroni hanno dichiarato contro tutti i lavoratori.

 

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