Economia mondiale
ARRIVA IL TEMPORALE E GLI OMBRELLI SONO ROTTI
di Alberto Madoglio
La frase fa parte di un articolo
più ampio in cui si afferma che i dubbi espressi sulle finanze pubbliche
americane erano forse esagerati. Ma lunedì 29, vari giornali, pur senza dare
molto risalto, fornivano una notizia di per sé foriera di foschi presagi. La
settimana prima di Pasqua sono andate quasi deserte aste di titoli del debito
pubblico americano per una somma di circa 118 miliardi di dollari.
La cifra è si astronomica ma
va ovviamente contestualizzata. Se un simile flop fosse capitato in Grecia
(debito pubblico di 250 miliardi di euro), l’economia di quel Paese sarebbe
stata letteralmente polverizzata. Per l’Italia (che deve rifinanziare
quest’anno titoli pubblici per oltre 200 miliardi), la bancarotta sarebbe stata
certa al 99,99%.
Per gli Usa il discorso è diverso
ma non meno preoccupante. La somma rappresenta meno dell’1% del debito
federale. Ma il fatto che quella che rimane al momento la maggiore potenza
economica del pianeta faccia fatica a trovare investitori pronti a sostenere le
sue finanze (nonostante la Fed abbia inondato il mercato mondiale di liquidità)
è un evento da non sottovalutare.
Analisti ben informati
dicono che l’asta è fallita perché il rendimento dei titoli offerti era basso
(4% a fronte però di un tasso di sconto pari a zero), e perché da qualche tempo
il governo cinese non compra più a mani basse i bond a stelle e strisce.
Nel primo caso significa che
il debito pubblico Usa è destinato a salire ancora in futuro, in una spirale
che potremmo definire greco-italica. Nel secondo che il tandem “Chimerica”
(alleanza strategica tra Cina e Stati Uniti) vive ormai solo nel mondo dei
sogni (come le tensioni su Tibet, Taiwan, censura cinese a Google stanno da
settimane a dimostrare).
Le nuvole di un possibile
nuovo violentissimo temporale si avvicinano sull’economia mondiale. E a quel
punto gli ombrelli delle politiche neokeynesiane potranno fare ben poco.
(1) Moody’s and Debt Treath. The New York Times 20/03/10, nel supplemento a Repubblica del 29/03/10.