Msc e armatori danno il via a un attacco contro i portuali e contro i loro marittimi. Pretendono che la movimentazione dei carichi sia affibbiata ai marittimi imbarcati, cui non compete, e sottratta alle cooperative dei portuali, con conseguenze sui livelli occupazionali e sulla sicurezza del lavoro. Gli armatori la chiamano autoproduzione. È un ulteriore sfruttamento di lavoratori a mare e a terra, già sottopagati e ricattabili.
Paradigmatica la tattica delle massime dirigenze Cgil Cisl Uil: al malcontento operaio che si rende concreto attraverso sigle sindacali combattive, segue la presa in carico delle lotte, la proclamazione di uno o più scioperi di sfogo e il deragliamento delle lotte operaie verso sponde istituzionali, anziché chiamare ad azioni di sciopero prolungato. Le istituzioni, a loro dire, sarebbero terze rispetto ai contendenti di classe: fingendo di ignorare che i governi borghesi rappresentano «il comitato d’affari della borghesia» in ogni luogo e in ogni tempo. Su questa falsificazione poggiano tutta la trattativa a perdere.
Il gruppo Whirlpool possiede marchi di prestigio (Indesit, Hotpoint, Bauknecht, KitchenAid) e ha sedi multiple (Pero, Cassinetta, Siena, Melano, Fabriano, Comunanza, Carinaro, Napoli) con 5.565 lavoratori impiegati. Il mercato va a gonfie vele. Il gruppo ha goduto di generose elargizioni pubbliche: accordi di programma con le Regioni e ammortizzatori sociali (2019/2020) in cambio della concessione che nessun licenziamento collettivo sarebbe stato previsto fino al 31 dicembre 2020. Ma il 31 maggio 2019 la multinazionale comunica ai sindacati la volontà di disimpegnarsi dal sito di Napoli perché comporterebbe una perdita di 20 milioni di euro l’anno. E annuncia 420 licenziamenti in tronco.
La multinazionale riteneva di assestare un colpo facile alla classe operaia partendo dal Sud, eppure gli operai hanno reagito con vigore, ostacolando le intenzioni dei padroni. Anche in questo caso gli alti funzionari Cgil Cisl e Uil non hanno neanche fatto cenno all’eventuale occupazione della fabbrica né alla sua nazionalizzazione, pilotando immediatamente in sede istituzionale la vertenza, di fatto ignorando la controparte industriale e affidando al comitato d’affari della borghesia la contesa fra operai e padroni.
La Jabil Circuits Italia (ex Ericsson) lo scorso 24 giugno ha annunciato 350 licenziamenti per lo stabilimento di Marcianise (Caserta), che ne conta 706. Mandare a casa la metà dei dipendenti significa chiudere la fabbrica, che da tanti anni è in attivo e produce utili ingenti.
La Treofan di Battipaglia produce da anni le migliori pellicole da imballaggi industriali sul mercato europeo (polipropilene bi-orientato), oberata di commesse cui fa fronte ricorrendo a straordinari ed extra. Il 24 ottobre 2018 la proprietà è ceduta al gruppo multinazionale Jindal: questa ne fa manifestamente un acquisto ostile, poiché ha già interessi analoghi in Germania e a Terni. I lavoratori comprendono immediatamente il pericolo e, infatti, la Jindal annuncia senza indugi il licenziamento in tronco di tutti gli operai e la chiusura della fabbrica. Le maestranze scendono in lotta con scioperi subentranti e un presidio fisso davanti ai cancelli (ma senza occupare la fabbrica); si susseguono battagliere manifestazioni, cortei e presidi di lotta, durante i quali i lavoratori indossano giubbotti gialli, e chiedono la nazionalizzazione.
Di fronte alla crisi di sovrapproduzione e alla recessione internazionale, le grandi multinazionali non si fanno scrupolo di rovesciare sulla classe operaia le conseguenze della crisi da loro stesse creata. L’ossessiva ricerca di profitto dei capitalisti li induce ad assottigliare sempre di più i ranghi dei lavoratori da loro impiegati nei siti produttivi, aumentandone lo sfruttamento; e, ricorrendo alla ripartizione internazionale del lavoro, moltiplicano il tasso di sfruttamento perché la delocalizzazione sposta gli impianti produttivi laddove la classe operaia è più debole, povera e priva di diritti.
La capacità reattiva della classe è evidente: nonostante il timore di ritorsioni, i lavoratori scendono in lotta, danno vita a manifestazioni, cortei, presidi. Si stringono insieme in insediamenti di fortuna dinanzi alle fabbriche, affrontano disagi insieme, si rinforzano legami di solidarietà operaia, invocano la collaborazione degli altri operai e dei cittadini, scrivono appelli a chiunque, persino al Papa e al Presidente, popolano i social.
Ma accadono fatti strani. A fronte delle capacità combattive operaie, non si è vinta una sola lotta.
Non abbiamo visto nessuna occupazione di fabbrica né di sito produttivo, non abbiamo visto nessun piantonamento dei magazzini né degli impianti; alle pressanti richieste di unità di classe, di chiamare alla lotta le fabbriche sorelle, di proclamare scioperi generali di durata seria, i funzionari sindacali centrali sono rimasti sordi e ciechi. I portuali di Genova e gli operai Treofan-Jindal di Terni hanno cercato di costruire da soli questa solidarietà. Le direzioni sindacali delle rispettive realtà produttive hanno fatto piccole concessioni formali alla platea operaia per non restare scavalcati e hanno consentito qualche sciopericchio di solidarietà puramente dimostrativo.
Non siamo con quegli ultrasinistri che demonizzano l’interlocuzione istituzionale. L’attività sindacale necessariamente attraversa anche momenti di confronto e scontro con le istituzioni, così come può associarsi a vertenze in tribunale, ma è un percorso che va sostenuto con le lotte e con l’unità di classe, non lasciato a sé stesso. Gli incontri istituzionali non vanno intesi come unica e sola strada di soluzione del confitto operaio. Occorre tenere ben presente che l’elemento più importante di ogni lotta non è tanto la vittoria, ancorché parziale, che (forse) si riuscirà a ottenere; questa vittoria operaia corrisponde a concessioni strappate alla resistenza dei padroni, i quali se le riprenderanno alla prima occasione utile; piuttosto, come diceva Lenin, la lotta operaia è una scuola di guerra: i lavoratori imparano a lottare contro il nemico di classe e così iniziano a comprendere la vera natura del sistema capitalistico che li sfrutta e opprime.
Le strutture sindacali appartengono ai lavoratori, non ai funzionari. Devono essere i lavoratori, rappresentati dai comitati di fabbrica, a produrre i temi di lotta nelle assemblee. Devono poter decidere le azioni di lotta più efficaci e chiamare alla lotta e all’unità di classe. Quest’ultima e la democrazia interna nei sindacati sono indispensabili ma non si ottengono per semplice domanda; i lavoratori hanno bisogno di strutture unitarie che possano raccoglierli intorno a un fronte comune di classe, indipendentemente se siano sindacalizzati o meno e indipendentemente dalla sigla sindacale cui sono iscritti. Questo pone nelle mani dei lavoratori il contrappeso più efficace alle pretese del padronato e le lotte possono assumere un andamento diverso. Uno strumento già esiste, è il Fronte di Lotta No Austerity, che si rivolge a tutti i lavoratori, iscritti o meno ai sindacati, di qualunque sindacato, perché i focolai di lotta operaia facciano rete e rendano la classe operaia, che è combattiva, protagonista e non spettatrice delle sue lotte.
Note
https://www.internazionale.it/reportage/riccardo-rosa/2019/08/30/porto-napoli-crisi
https://sicobas.org/2019/05/24/genova-porto-scioperano-i-lavoratori-alla-lotta/
http://sicobas.org/2019/05/22/napoli-porto-contro-sfruttamento-e-autoproduzione-il-23-5-e-sciopero/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/10/15/whirlpool-napoli-lazienda-chiudiamo-lo-stabilimento-il-1-novembre-operai-bloccano-lautostrada-avanti-con-la-lotta/5516043/
https://www.fiom-cgil.it/net/index.php/elettrodomestici/whirlpool/6820-whirlpool-in-lotta
https://napoli.repubblica.it/cronaca/2019/10/16/news/whirlpool_de_luca_pronti_20_milioni_per_restare_a_napoli-238683789/
https://www.ilmattino.it/caserta/jabil_assemblea_operaia_infuocata_si_decide_di_proseguire_lo_sciopero-4622523.html
https://www.giustizianews24.it/2019/07/04/jabil-estate-di-lotta-per-i-dipendenti-col-taglio-di-350-unita-si-affossera-tutta-la-produzione-video-interviste/
https://www.casertanews.it/economia/jabil-conferma-licenziamenti-accordo-regione-marcianise.html
https://www.mise.gov.it/index.php/it/198-notizie-stampa/2039521-treofan-sorial-avviato-percorso-per-individuare-nuovi-investitori-per-sito-di-battipaglia
https://www.ottopagine.it/sa/economia/200037/treofan-la-lettera-dei-lavoratori-lotteremo-in-tutte-le-sedi.shtml
https://www.ottopagine.it/sa/attualita/187600/treofan-operai-a-di-maio-noi-come-whirpool-revochi-i-fondi.shtml