Partito di Alternativa Comunista

Continua la resistenza No Muos

Continua la resistenza No Muos

Le intimidazioni dello Stato borghese non frenano il movimento

 

 

di Pdac Sicilia

 

Il movimento che si oppone al Muos di Niscemi dimostra di essere ancora forte e lancia dei segnali importanti: l'opposizione popolare alla militarizzazione dei territori non ha alcuna intenzione di arrendersi. In migliaia, nella giornata del 9 agosto, hanno partecipato al corteo che, a distanza di un anno, ha violato nuovamente il perimetro della base militare statunitense. Dopo il taglio delle reti di recinzione della base americana, infatti, un fiume di attivisti si è riversato all'interno resistendo alle cariche delle forze repressive e raggiungendo i sette no muos che da un paio di giorni stazionavano su alcune delle 46 antenne presenti nella base.
Il movimento ha dato prova di avanzamento nella pratica di lotta – significativo anche che un numero consistente di attivisti dopo l'invasione abbia dato vita ad un'assemblea all'interno del territorio occupato dagli americani – e a nulla sono valsi i tentativi intimidatori della magistratura borghese, che nei giorni precedenti alla manifestazione aveva notificato dei provvedimenti di divieti di dimora a carico di 29 attivisti. Senza contare, sempre alla vigilia dell'avvio del campeggio resistente no muos (svoltosi fra il 6 e il 12 agosto), il saccheggio del presidio di contrada Ulmo operato da ignoti, azione infame che ha senz'altro ottenuto l'effetto opposto a quello sperato, contribuendo a dare ulteriore carica al movimento.

Parecchie le bandiere palestinesi che hanno sventolato nel corteo del 9 agosto, un chiaro segnale di solidarietà che gli attivisti delle diverse realtà presenti hanno voluto dare nei confronti di un popolo colpito in questi giorni dall'ennesima aggressione militare sionista, che sta seminando lutti e distruzione.

E a distanza di pochi giorni dalla manifestazione, i no muos siciliani hanno voluto lanciare un altro messaggio deciso ai politicanti che, a livello regionale come a livello nazionale, stanno gestendo per conto dei poteri forti le politiche imperialiste e antipopolari. Il 14 agosto a Gela, un “caloroso” benvenuto è stato infatti riservato al governatore Crocetta – fautore di un ormai famoso, quanto prevedibile, dietrofront rispetto alla questione muos – così come al premier “democratico” Matteo Renzi, arrivato in Sicilia dopo aver fatto tappa in Campania. Anche a Palermo, così come a Gela, il leader del Partito democratico è stato sonoramente contestato.

 

Non saranno i giudici borghesi e i loro tribunali a fermare le politiche imperialiste

La lotta no muos, insomma, continua, nonostante le difficoltà e nonostante le parabole all'interno della base siano state da tempo installate e siano ormai quasi pronte per essere messe in funzione. Come Pdac sosteniamo la lotta no muos, la cui resistenza costituisce un esempio importante, tanto più in un contesto – quello italiano – in cui la lotta fatica a svilupparsi.
Sappiamo tuttavia che la resistenza popolare, per quanto energica, non è sufficiente a sconfiggere i poteri forti, così come a ben poco servono le vie giudiziarie, su cui in parecchi ripongono speranze. E questo per le motivazioni che abbiamo diffusamente espresso in articoli precedenti in cui ci siamo occupati della vicenda no muos.

La vittoria passa necessariamente dal rovesciamento del sistema capitalista, un sistema disumano fondato proprio sulla mercificazione dell'uomo e della natura, un sistema che senza le guerre, le politiche di rapina sociale e di devastazione ambientale non potrebbe continuare a sopravvivere e a garantire, di conseguenza, ingenti profitti per un pugno di speculatori sulla pelle della maggioranza della società. Solo un governo dei lavoratori e delle masse oppresse, non più subordinato agli interessi delle classi dominanti, potrà garantire lo smantellamento delle basi militari e degli strumenti di morte dal nostro territorio e, in generale, schiudere un futuro di progresso e di pace, restituendo la dignità a ogni persona.

Per questo motivo, in quanto militanti della Lega Internazionale dei Lavoratori (Lit) e del Partito di Alternativa Comunista (Pdac), che della Lit è sezione italiana, lavoriamo alla costruzione dell'organizzazione rivoluzionaria internazionale e internazionalista necessaria all'abbattimento del sistema. Al contrario di altri non soffriamo di megalomania, per cui non crediamo che il partito di cui le masse oppresse hanno assolutamente bisogno sia già stato costruito. Crediamo tuttavia che in questo processo di costruzione, come Lit, abbiamo iniziato a mettere delle solide basi, e quanto sta accadendo in alcuni Paesi, ad esempio in Brasile, dove – in una fase prerivoluzionaria - i nostri compagni dirigono le imponenti mobilitazioni in atto contro il governo filopadronale di “centrosinistra” di Dilma Rousseff, ce ne offre una conferma.

Proprio le più importanti mobilitazioni in atto, a livello nazionale e internazionale, saranno al centro del confronto che si svolgerà i prossimi 6 e 7 settembre all'assemblea organizzata, come ogni anno, dal Pdac a Rimini. Ci si confronterà anche sulla situazione in Brasile (alla presenza di un compagno del Pstu, sezione brasiliana della Lit, che sta dirigendo alcune importanti lotte nel gigante sudamericano) e sulla necessità di una politica coerentemente anticapitalista e antiimperialista, che la Lit porta avanti proprio a partire dalla sua sezione statunitense, Workers' voice, e che trova nei settori più combattivi del movimento No Muos una potenziale avanguardia.

 

 

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