COSTRUIAMO UNA GRANDE
MOBILITAZIONE
ANTIRAZZISTA
Contro le politiche securitarie e xenofobe degli schieramenti borghesi
Contro le politiche securitarie e xenofobe degli schieramenti borghesi
di Fabiana Stefanoni
Il ministro Maroni non ha dovuto faticare molto: grazie ai decreti predisposti dal suo predecessore Amato, ha trovato la strada spianta per mantenere fede agli impegni elettorali, ben riassunti dai manifesti razzisti con cui la Lega Nord ha tappezzato il Nord Italia e che ricordano la becera propaganda antisemita del secolo scorso.
I quasi 400 arresti di questi giorni, in gran parte nei confronti di
extracomunitari e rom, sono il frutto, piuttosto scontato, di mesi di campagne
razziste, portate avanti o legittimate dai rappresentanti istituzionali di
entrambi gli schieramenti, di centrodestra e di centrosinistra. Il Partito di
Alternativa Comunista rilancia la proposta, che già abbiamo fatto nei mesi
scorsi in occasione della presentazione del decreto Amato, di costruire una
grande campagna antirazzista - che sappia coinvolgere associazioni, collettivi
studenteschi, movimenti, comitati e organizzazioni politiche e sindacali - per
frenare l'ondata xenofoba.
Razzismo bipartisan
Le linee guida del nuovo "pacchetto sicurezza" presentate da
Maroni a Napolitano percorrono un solco già tracciato dal precedente governo. Si
tratterà, per le destre, di inasprire ciò che c'è già. Lo stesso Maroni ha
dichiarato: "riprendiamo il 90% del pacchetto Amato" (Repubblica, 13
maggio), quello, per intenderci, votato all'unanimità nel Consiglio dei
ministri del governo Prodi nel dicembre 2007 (col voto a favore dell'ex ministro
Prc Ferrero, che oggi, ipocritamente, grida allo scandalo).
Le manovre che si annunciano, accompagnate dalle quotidiane ributtanti dichiarazioni dei rappresentanti del governo, rivelano, anche sul terreno dei diritti civili, una sostanziale sintonia d'intenti tra PdL-Lega e Pd, sancita simbolicamente dal clima di reciproca collaborazione tra Berlusconi e Veltroni. Tra i più solerti consiglieri di Maroni ci sono proprio i sindaci e i governatori del centrosinistra. Se oggi i quotidiani vicini al centrosinistra danno grande spazio alle manovre del governo - mentre abbiamo registrato un assordante silenzio in occasione della presentazione del pacchetto Amato - solo un quotidiano britannico, l'Indipendent, ha sottolineato che questo clima xenofobo è stato preparato dal centrosinistra "che ha proposto per i rumeni espulsioni senza processi".
Ma vediamo nel dettaglio le modifiche proposte da Maroni (che verranno definite solo nelle prossime settimane).
Le manovre che si annunciano, accompagnate dalle quotidiane ributtanti dichiarazioni dei rappresentanti del governo, rivelano, anche sul terreno dei diritti civili, una sostanziale sintonia d'intenti tra PdL-Lega e Pd, sancita simbolicamente dal clima di reciproca collaborazione tra Berlusconi e Veltroni. Tra i più solerti consiglieri di Maroni ci sono proprio i sindaci e i governatori del centrosinistra. Se oggi i quotidiani vicini al centrosinistra danno grande spazio alle manovre del governo - mentre abbiamo registrato un assordante silenzio in occasione della presentazione del pacchetto Amato - solo un quotidiano britannico, l'Indipendent, ha sottolineato che questo clima xenofobo è stato preparato dal centrosinistra "che ha proposto per i rumeni espulsioni senza processi".
Ma vediamo nel dettaglio le modifiche proposte da Maroni (che verranno definite solo nelle prossime settimane).
1. Estensione della Bossi-Fini. La proposta
Maroni prevede di allungare i tempi di permanenza nei Cpt, estendendo il limite
massimo dagli attuali 60 giorni a 18 mesi. Gravissima la responsabilità del
governo Prodi, che non ha abolito la Bossi-Fini né ha chiuso i Cpt, nonostante
la presenza di un ministro di Rifondazione alla Solidarietà sociale (sic). Oggi
la Lega ha gioco facile nell'estendere le funzioni di questi veri e propri lager
per immigrati, tanto che si pensa addirittura di utilizzare delle ex caserme per
internare i clandestini. Ma una cosa va precisata: Maroni, per quanto ben felice
di acquisire la fama di mangiatore di clandestini - cosa che gli garantisce un
sicuro successo presso il suo elettorato - non fa altro, ahinoi, che anticipare
norme comunitarie bipartisan frutto di un accordo tra Sarkozy e Zapatero. Gli
stati membri dell'Ue stanno preparando una direttiva - per ora bloccata perché
ritenuta troppo morbida (!) - che permetterà di rinchiudere gli extracomunitari
fino a 18 mesi, minorenni non accompagnati inclusi. Inoltre, viene introdotta la
"detenzione amministrativa", proposta fatta inizialmente da Frattini, ma che è
stata accolta con entusiasmo da Sarkozy e Zapatero. E' per questo che, anche in
Italia, si parla di trasformare i Cpt in "centri di detenzione temporanea". Su
queste misure, quindi, esiste una totale convergenza a livello europeo tra
partiti di centrodestra e partiti di centrosinistra: lo stesso modello Zapatero,
tanto celebrato dai riformisti di casa nostra, mostra anche in questo caso il
suo vero volto.
2. Nomina dei prefetti a "commissari speciali
all'emergenza Rom". I criteri della nomina dei prefetti delle
principali città - Milano, Roma, Napoli per prime hanno fatto la richiesta - a
supersceriffi "per l'emergenza Rom" è un atto gravissimo, che sancisce per legge
la persecuzione di un popolo, definito pericoloso per sue presunte
caratteristiche intrinseche (o culturali, il che è lo stesso). Giustamente, si è
parlato di ritorno di un linguaggio che ricorda quello delle leggi razziali del
1938. Ma sarebbe sbagliato ridurre il problema a una questione di linguaggio.
Guardando alla sostanza, è palese che anche il Decreto sicurezza varato dal
governo Prodi era pensato in funzione antirom. Non a caso, era stato predisposto
all'indomani dell'omicidio Reggiani da parte di un uomo rom: ricorderete bene
che venne montata ad arte una vergognosa campagna mediatica per legittimare la
caccia a Rom e rumeni. Negli stessi giorni, in un invisibile trafiletto sul
Corsera, venivano pubblicati i dati di un'indagine dell'Istat che
dimostrava che 9 stupratori su 10 sono italiani, senza contare le violenze in
famiglia (1). Ma, nonostante questo, il grave fatto di violenza sessuale fu
preso a pretesto dall'allora ministro Amato - che supponiamo fosse a conoscenza
dei dati Istat - per predisporre un pacchetto di norme aventi come scopo non
tanto implicito l'aprire la caccia al cittadino comunitario sgradito. E' stato
Amato a introdurre, col consenso unanime dei partiti della sua maggioranza
(salvo qualche strumentale distinguo alla vigilia delle elezioni), poteri
speciali per i prefetti: grazie a lui, su segnalazione dei sindaci, già ora
possono allontanare un cittadino "quando abbia tenuto comportamenti che
costituiscono una minaccia concreta, effettiva e grave alla dignità e ai diritti
fondamentali della persona ovvero all'incolumità pubblica, rendendo urgente
l'allontanamento perché la sua ulteriore permanenza sul territorio è
incompatibile con la civile e sicura convivenza". L'allontanamento è, invece, di
competenza del ministro dell'Interno "per motivi di sicurezza dello Stato". In
entrambi i casi, il divieto di reingresso dura 5 anni, in caso di violazione il
trasgressore è punito con il carcere fino a 3 anni. Come si vede,
indipendentemente dal fatto che non venisse utilizzato il termine rom, si tratta
di un provvedimento pensato ad hoc per rom e rumeni. Del resto, fare distinzione
di trattamento tra cittadini italiani e "cittadini comunitari" è già di per sé
razzismo. Inoltre, non occorre essere esperti in diritto per intuire che una
norma tanto generica lascia un ampio margine di discrezionalità: l'espulsione
non avviene in conseguenza di un reato, ma sulla base di un "ben fondato"
sospetto. Nulla di cui stupirsi, quindi, se oggi Penati, presidente Pd della
provincia di Milano, plaude alle dichiarazioni d'intenti di Maroni chiedendo di
"azzerare i campi rom". O se uno dei record nelle espulsioni spetta alla
prefettura di Roma (quando sindaco era Veltroni) con 280 espulsioni in tre mesi.
3. Più poteri ai sindaci. Maroni promette
anche maggiori poteri ai sindaci sulle questioni della sicurezza. In questo, ha
un consigliere speciale, Domenici, il sindaco Pd di Firenze che è anche
presidente dell'Associazione nazionale comuni italiani. Domenici è stato chiaro:
chiede di modificare l'articolo 54 del testo unico degli enti locali per
attribuire ai sindaci maggiori funzioni in materia di "decoro urbano e
sicurezza". Finalmente, potrà dare la caccia ai "pericolosi" lavavetri... Anche
qui, si tratta dell'estensione di un principio già sancito dal ministro Amato:
il sindaco diventa sempre più uno sceriffo. Se pensiamo alle gesta xenofobe in
cui si sono dilettati i sindaci di entrambi gli schieramenti negli ultimi anni,
non c'è da stare allegri. Se Tosi, il sindaco nazi-leghista di Verona, ha
innescato una campagna antistraniero che ha legittimano i gruppi di estrema
destra (fino alla tragica uccisione di Nicola), Chiamparino e Domenici,
autorevoli esponenti del Pd, hanno aperto la guerra contro i lavavetri; se la
lega a Treviso definisce gli immigrati "un tumore", Cofferati a Bologna vieta la
costruzione di una moschea, caccia i Rom, sfratta gli immigrati, introduce
decreti sulla sicurezza in concerto con Alleanza nazionale (che ne approfitta
per organizzare ronde in tutta la città).
4. Fissare una soglia minima di reddito.
Maroni rivendica la decisione di fissare una soglia minima di reddito da
dimostrare all'atto di chiedere la cittadinanza e di indicare, tra i requisiti
necessari per ottenerla, "l'abitabilità della residenza": nessun rom potrà
ottenerla, com'è evidente. Per lo straniero, diventa un reato il fatto di essere
povero. Ma anche in questo caso, nulla di nuovo sotto il sole. Nella seconda
versione del Decreto Amato - quella, per intenderci, votata da tutti (anche dal
Prc) nel Consiglio dei ministri di dicembre - era previsto l'allontanamento dei
cittadini sprovvisti dei mezzi di sussistenza (oltre al "rimpatrio a
scopo preventivo" se "sospettati" di terrorismo...). Se oggi ci troviamo ad
assistere a manovre degne di uno Stato di polizia - in cui per gli stranieri non
esiste più nemmeno l'ombra di garantismo - dobbiamo ringraziare per primo il
governo Prodi. Oggi, la destra reazionaria e xenofoba completa l'opera.
5. Sospensione di Schengen e reato di immigrazione
clandestina. Per rincarare la dose e rallegrare il "popolo padano",
Maroni ha anche annunciato misure eccezionali, come la possibile sospensione del
trattato di Schengen. Sulla stessa linea d'onda, La Russa auspica la nascita
delle "ronde di Stato", composte da poliziotti, militari, carabienieri e chi più
ne ha più ne metta. Soddisfatti i sindaci di quasi tutte le città amministrate
dal centrosinistra, da Salerno a Cremona. Non pago, Maroni vorrebbe anche che
fosse introdotto il reato di clandestinità. Ma, a questo punto, poco cambia. Di
fatto essere clandestino - ma si potrebbe dire immigrato - è già reato da tempo.
Nuovi pogrom, l'affermazione della Lega
e la presunta emergenza sicurezza
Mentre nei quartieri delle grandi città assistiamo, come a
Ponticelli, a pogrom contro la popolazione Rom (fomentati dai partiti
locali, Pd incluso, che ha tappezzato la zona con manifesti titolati "Via gli
accampamenti Rom da Ponticelli"), continua la litania - cavallo di battaglia in
campagna elettorale di entrambi gli schieramenti - della presunta "emergenza
sicurezza". L'Istat ha recentemente presentato alcuni dati che dimostrano che
l'Italia è uno dei Paesi "più sicuri d'Europa" e, in particolare, è diminuito il
numero degli omicidi. La vera insicurezza si sconta nei luoghi di lavoro, nella
difficoltà di gran parte delle famiglie ad arrivare a fine mese, nella
precarietà della vita di tutti i giorni: una realtà che vede immigrati e
italiani sulla stessa barca.
La presente recrudescenza dell'intolleranza razziale e xenofoba non cade dal cielo. In una fase storica caratterizzata da crisi economica e dalla ripresa su larga scala del colonialismo imperialista, i fenomeni migratori non possono che accentuarsi. Similmente, nei Paesi a capitalismo avanzato, come l'Italia, lo smantellamento delle garanzie e dei diritti dei lavoratori, la precarizzazione delle condizioni lavorative, l'attacco al costo del lavoro, la perdita del potere d'acquisto dei salari accentuano, anche all'interno della classe operaia, gli atteggiamenti di esclusione sociale dell'immigrato.
E' un fenomeno che la storia del Novecento conosce bene e che ha avuto esiti tragici. L'immiserimento di fette crescenti della popolazione induce a scaricare il malessere sul cosiddetto capro espiatorio. Ieri l'ebreo, oggi l'immigrato rumeno o africano. L'affermazione elettorale di una forza reazionaria e xenofoba come la Lega, anche tra la classe operaia, è uno dei frutti del governo Prodi, che ha portato pesanti attacchi alle condizioni dei lavoratori, a vantaggio dei profitti di pochi (la Fiat ha dichiarato "i più alti utili della storia"). Non solo: il sostegno delle burocrazie sindacali di Cgil, Cisl e Uil a tutte le manovre padronali, ha privato la classe operaia di un punto di riferimento anche sui luoghi di lavoro. Se a questo associamo le campagne sulla sicurezza e la criminalizzazione dell'immigrato, non c'è da stupirsi del voto operaio a partiti reazionari come la Lega. Sicuramente, il padronato ha interesse a fomentare la guerra tra poveri: non è un caso che i campi dove i rom vengono lasciati in condizioni disumane - salvo poi farne una loro colpa - siano tollerati solo nei pressi dei quartieri popolari. Cosa c'è di meglio per lo sfruttatore che vedere gli sfruttati scannarsi tra di loro? Quale miglior modo per continuare a rimpinguare le casse mentre la maggioranza della popolazione non arriva alla fine del mese?
La presente recrudescenza dell'intolleranza razziale e xenofoba non cade dal cielo. In una fase storica caratterizzata da crisi economica e dalla ripresa su larga scala del colonialismo imperialista, i fenomeni migratori non possono che accentuarsi. Similmente, nei Paesi a capitalismo avanzato, come l'Italia, lo smantellamento delle garanzie e dei diritti dei lavoratori, la precarizzazione delle condizioni lavorative, l'attacco al costo del lavoro, la perdita del potere d'acquisto dei salari accentuano, anche all'interno della classe operaia, gli atteggiamenti di esclusione sociale dell'immigrato.
E' un fenomeno che la storia del Novecento conosce bene e che ha avuto esiti tragici. L'immiserimento di fette crescenti della popolazione induce a scaricare il malessere sul cosiddetto capro espiatorio. Ieri l'ebreo, oggi l'immigrato rumeno o africano. L'affermazione elettorale di una forza reazionaria e xenofoba come la Lega, anche tra la classe operaia, è uno dei frutti del governo Prodi, che ha portato pesanti attacchi alle condizioni dei lavoratori, a vantaggio dei profitti di pochi (la Fiat ha dichiarato "i più alti utili della storia"). Non solo: il sostegno delle burocrazie sindacali di Cgil, Cisl e Uil a tutte le manovre padronali, ha privato la classe operaia di un punto di riferimento anche sui luoghi di lavoro. Se a questo associamo le campagne sulla sicurezza e la criminalizzazione dell'immigrato, non c'è da stupirsi del voto operaio a partiti reazionari come la Lega. Sicuramente, il padronato ha interesse a fomentare la guerra tra poveri: non è un caso che i campi dove i rom vengono lasciati in condizioni disumane - salvo poi farne una loro colpa - siano tollerati solo nei pressi dei quartieri popolari. Cosa c'è di meglio per lo sfruttatore che vedere gli sfruttati scannarsi tra di loro? Quale miglior modo per continuare a rimpinguare le casse mentre la maggioranza della popolazione non arriva alla fine del mese?
Occorre invertire la rotta e avviare una grande campagna
antirazzista, per dire che immigrati e nativi appartengono alla stessa classe:
quella degli sfruttati; per indicare il vero nemico comune: il padronato; per
lottare uniti per l'unico sistema economico e sociale che possa garantire a
tutti, nativi e immigrati, dignitose condizioni di vita: il socialismo.
Note
(1) "Tra tutte le violenze a opera di estranei e sconosciuti (...) gli immigrati sono al massimo uno su dieci", affermava la direttrice generale dell'Istat (Corriere della Sera, 11 dicembre 2007).
(1) "Tra tutte le violenze a opera di estranei e sconosciuti (...) gli immigrati sono al massimo uno su dieci", affermava la direttrice generale dell'Istat (Corriere della Sera, 11 dicembre 2007).