Partito di Alternativa Comunista

Da Pitagora a Ferrando (passando per Garibaldi)

Quando i numeri sono tutto

QUEI FANTASTICI MILLE

Da Pitagora a Ferrando (passando per Garibaldi)

 

 

il corsivo di Franco Crisecci

 

 

Molte cose si muovono nel panorama politico, a sinistra dell'Arcobaleno di Giordano. Le minoranze del Prc si oppongono all'abbandono del simbolo. Fuori dal Prc altri progetti: quello di Alternativa Comunista, quello di Sinistra Critica.

Tutti progetti diversi tra loro: c'è chi (noi) pensa sia necessario costruire un partito di opposizione di classe; c'è chi (Cannavò e Turigliatto) punta su una rete anticapitalista "tendenzialmente all'opposizione"; c'è chi (le minoranze del Prc) spera ancora in una "exit strategy" di Giordano dal governo. Progetti diversi ma accomunati dal fatto di essere animati da attivisti e militanti, cioè persone in carne ed ossa, alte o basse, grasse o magre, con la barba alla Marx o col pizzetto, con capelli neri o rossi (talvolta anche pelate). Militanti che si vedono, talvolta discutono, magari litigano alle riunioni. Divisi da analisi e prospettive differenti, accomunati dalla constatazione che costruire una organizzazione (si chiami partito o rete) costa fatica, impegno quotidiano: distribuire volantini, scrivere e vendere un giornale, tenere un sito web aggiornato, andare alle riunioni, alle manifestazioni.

Ma c'è un progetto diverso da tutti questi, un progetto speciale. Non è speciale per il suo giornale: anzi, a dire il vero, ha solo un semestrale che pubblica articoli del leader e foto ingrandite a riempire pagine intere. Non è speciale per il suo sito web: anzi, a dire il vero, ha un sito web che pubblica solo le dichiarazioni del leader, senza un solo militante che ci scriva. Non è speciale per le sue dimensioni alle manifestazioni: anzi, a dire il vero, sabato 15 a Vicenza dietro al leader c'erano solo trenta militanti trenta. Che cosa, allora, rende diverso e davvero unico questo progetto? La sua continua, prodigiosa e inarrestabile crescita. Mentre gli altri partiti fin qui noti all'uomo reclutano un militante qua, un gruppo là, crescono per salti e fusioni, e sono fatti da gente che respira e consuma ossigeno, mangia e sporca, questo partito si sviluppa in progressione geometrica e non ha bisogno di militanti e dirigenti, non ha bisogno di quel giornale che altri chiamava "organizzatore collettivo". Basta un leader e la potenza della parola infilata in un comunicato stampa: come nella creazione biblica (in principio era il verbo) o, se preferite, come nella pubblicità di un noto lassativo (basta la parola).

Questo partito, ormai lo avete capito, è il Pcl (da non confondere con il Pdl) fondato, diretto e interpretato da Marco Ferrando. Un partito (se così vogliamo chiamarlo) che farà il suo congresso fondativo nei giorni della Befana e che vola sui numeri come la Befana sulla sua scopa. A dieci giorni dal congresso i documenti non sono ancora stati resi pubblici e secondo il sito web del partito i congressi fatti sono stati una ventina in tutto.
Il 4 dicembre 2007 Ferrando vantava in un comunicato stampa 2000 (duemila) militanti. Il 23 dicembre 2007, 19 (diciannove) giorni dopo, Ferrando comunica al manifesto che i militanti sono diventati 3000 (tremila). 1000 (mille) militanti in 19 (diciannove) giorni: ha del miracoloso! Non dimentichiamoci che con soli 1000 uomini Garibaldi è pur riuscito a passare alla storia. E si tenga conto che Rifondazione (che pure è nata in circostanze particolari) non ha mai avuto più di 8000 attivisti (pur avendo circa 100 mila iscritti); che Lutte Ouvrière, in Francia da decenni la principale forza dell'estrema sinistra, avrà forse 3000 militanti, eppure riempe i palazzetti dello sport e ha preso anche il 5% alle elezioni. Il Pcl di Ferrando, invece, ha portato solo 30 (trenta) attivisti alla manifestazione di Vicenza e alle elezioni, pur vantando nei comunicati stampa l'1% elettorale, ha preso tra lo 0,1 e lo 0,9% in un pugno di città. Anche se poi ha corretto il risultato (così come altri correggono il caffè con un goccio di grappa) sommando le percentuali invece dei voti reali (cosa che, ahinoi, le dure leggi dell'aritmetica non consentono di fare, a meno che non si sia esagerato con la grappa) e ha così raggiunto lo 0,7%, infine generosamente arrotondato (alzando il gomito) a quell'1% ormai citato in tutti i comunicati del leader, quasi fosse un dato vero.

E' pur vero che il Pdl (da non confondere col Pcl) ha portato ai gazebo 8.327.051 (ottomilionitrecentoventisettemilacinquantuno) persone in un sabato pomeriggio, senza nemmeno creare una fila nelle strade. Ed è pur vero che il Mar Rosso si è aperto al passaggio di Mosè, che Padre Pio ha guarito i paralitici con la semplice imposizione delle sue sante mani, che il sangue di san Gennaro si scioglie quasi ogni anno nell'ampolla, tra le mani di un cardinale usuraio, e che Ferrero fa il ministro "alla solidarietà sociale" in un governo che dà la caccia ai romeni. Insomma, è pur vero che tra cielo e terra, come spiegò Amleto allo scettico Orazio, ci sono più cose di quante non possiamo comprenderne col nostro misero intelletto. Ma questo passaggio da 2000 (duemila) a 3000 (tremila) militanti in meno di 3 (tre) settimane, senza nemmeno la comparsa delle stigmate sulle mani del leader, ha davvero del prodigioso. Eppure una spiegazione razionale, anche in questo caso, c'è. Bisogna andare a cercarla nei libri di matematica, nella teoria dei numeri.

In alcuni manuali di matematica si racconta una storiella a illustrare i prodigi della progressione geometrica. Si narra che avendo il saggio Sussa ibn Dahir inventato la scacchiera per il suo signore Shiram, dovendo esprimere un desiderio come ricompensa per aver allietato le tristi serate invernali del suo padrone, chiese di avere solo dei chicchi di grano. Quanti? gli domandò Shiram. Al che il saggio rispose: soltanto un chicco sulla prima casella della scacchiera e poi raddoppiando a ogni casella successiva, fino ad utilizzare le 64 caselle del gioco. Il suo signore rise del modesto compenso, fece infatti due calcoli e pensò: 1 chicco nella prima casella, 2 chicchi nella seconda, 4 nella terza, 8 nella quarta, 16 nella quinta, 32 nella sesta, 64 nella settima, 128 nell'ottava... E qui si interruppe per pigrizia, pensando: in fondo le caselle sono 64 in tutto, dovrò pagare al massimo un sacco di grano. Così accettò la richiesta. Ma quando i contabili si misero a fare il conteggio dei chicchi di grano da dare al saggio inventore della scacchiera scoprirono che, se la crescita appariva modesta alle prime moltiplicazioni, arrivando alla sessantaquattresima casella i chicchi necessari erano esattamente 18.446.744.073.709.551.615. Che si legge: diciotto trilioni, quattrocentoquarantaseimilasettecentoquarantaquattro bilioni, ecc.
Se anche a voi, come al signor Shiram, sembra impossibile, provate a fare il calcolo (e scoprirete peraltro che non basta una comune calcolatrice da tavolo).
Il saggio si era limitato ad applicare quella che i matematici chiamano "funzione esponenziale" (FE) e che in politica potremmo battezzare "funzione imbrogliona" (FI), anche nota come funzione di Ferrando (FF).

Attenzione, però: se, come si suol dire, la matematica non è un'opinione, davanti al Pcl si aprono orizzonti aritmetici sterminati. Abbiamo calcolato che -applicando la funzione esponenziale- in altre 17 (diciassette) giorni dovrebbe risultare iscritta l'intera popolazione italiana (incluso quel vostro zio fascista e gli 8 milioni e rotti del Pdl -da non confondere con Pcl). Pazientando fino a febbraio dovremmo poter vedere le bandiere di Ferrando sventolare per tutta Europa; e entro Pasqua, non c'è dubbio, sarà completato il tesseramento dei cinque continenti.
Tutto ciò avverrà senza sforzo alcuno e all'insaputa dei più. Mentre noi continueremo a costruire pazientemente un partito di militanti, al leader matematico basterà qualche comunicato stampa, una calcolatrice e i rudimenti del calcolo infinetesimale.
D'accordo, Ferrando di Savona non avrà il genio di Pitagora di Samo ma riconoscerete che condivide col grande matematico almeno una cosa: la convinzione che tutto è numero.

 

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