DA UNA PARTE SOLA: CON I LAVORATORI APRILIA IN LOTTA
La crisi capitalistica sta investendo pesantemente le piccole, medie e grandi imprese del veneziano. Mentre le piccole aziende, senza più credito, chiudono per prime licenziando i lavoratori, le grandi ricorrono alla cassa integrazione. Secondo i dati del Centro per l’impiego della Provincia i licenziamenti in questi ultimi mesi sono cresciuti del 150%, mentre il ricorso alla cassa integrazione straordinaria è cresciuto del 40% al livello provinciale.
Tutto il tessuto industriale e commerciale della provincia -da Porto Marghera, alla Riviera del Brenta, fino a Scorzè, Portogruaro e San Donà- è attraversato dalla crisi capitalistica coinvolgendo il comparto chimico (Syndial, Ineos, Sirma, Montefibre, Solvay e Dow Chemical); il comparto siderurgico (Alcoa, Beltrame); le officine Aeronavali; la Pometon, le aziende tessili e calzaturieri.
L’Aprilia è uno dei casi più drammatici e consistenti con 347 lavoratori in cassa integrazione, praticamente tutti gli operai dello stabilimento di Scorzè.
Gli operai dell’Aprilia hanno lavorato duro, come imposto dalle direttive aziendali, riempiendo i magazzini di moto, adesso per via della crisi capitalistica di sovrapproduzione le moto rimangono invendute. Per mantenere i profitti, Colaninno prima ha delocalizzato la produzione in India, Cina e Vietnam, poi con il sostegno del governo, del Partito democratico e della burocrazia sindacale ha deciso di investire i profitti, accumulati negli anni con il lavoro degli operai, nella speculazione in Alitalia/Cai e così mandare sul lastrico altri lavoratori.
Non è possibile vivere con 700-800 euro al mese di cassa integrazione e la prospettiva della chiusura della fabbrica e dei licenziamenti. I lavoratori Aprilia non sono disponibili a pagare la crisi capitalistica, essa deve essere pagata dai veri responsabili: le banche e i padroni.
Il sindacato, la Fiom-Cgil, deve farsi promotrice di questa battaglia che presuppone la costruzione di una vertenza provinciale e nazionale contro il governo e il padronato per la difesa dei posti di lavoro, del salario, dei diritti e delle tutele. Proprio per questo è necessario costruire un coordinamento provinciale dei consigli eletti dai lavoratori in lotta in tutte le fabbriche ed aziende del veneziano.
Il Partito di Alternativa Comunista, nel sindacato e tra i lavoratori, si batte per questa prospettiva di unità e di lotta:
- la cassa integrazione deve essere a rotazione e per brevi periodi (massimo una settimana), nessun lavoratore deve essere licenziato;
- riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario, e mantenimento dei posti di lavoro;
- costruzione di una vertenza provinciale e nazionale per la difesa del salario e dei posti di lavoro;
- costituzione in tutte le aziende in crisi di comitati eletti dai lavoratori per dirigere la lotta ed informare i lavoratori degli esiti della vertenza, coordinamento degli stessi a livello provinciale, regionale e nazionale;
- nazionalizzazione, senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori, delle aziende in crisi.