SERVE UNA OPPOSIZIONE DI CLASSE!
di Pia Gigli
A più di un mese dal suo insediamento, forte della
legittimazione delle urne, il governo Berlusconi IV vive la sua “luna di miele”
con l’elettorato, come riferisce la stampa borghese. Le prime misure urgenti
varate nel primo consiglio dei ministri di Napoli sono tese a dare l’immagine di
un governo forte che finalmente mette in ordine le cose, rispondendo a un clima
emergenziale sapientemente montato in tutto il Paese durante la campagna
elettorale.

Il pacchetto sicurezza di Maroni, che riprende gran parte
delle proposte del pacchetto Amato (per stessa ammissione del ministro
leghista), propone aumenti di pene e sanzioni, introduce nuovi reati tra i quali
quello di clandestinità per gli immigrati, approfondisce le misure repressive
contro rom e immigrati comunitari ed extracomunitari alimentando un clima
xenofobo e razzista. Le misure volte a risolvere l’emergenza dei rifiuti a
Napoli impongono manu militari nuove discariche e inceneritori in
territori già martoriati da inquinamento e degrado, mettendo una pietra tombale
su qualsiasi gestione dei rifiuti alternativa e assicurando per i prossimi
decenni nuovi danni all’ambiente e alla salute, oltre che affari sicuri per i
capitalisti dello smaltimento. Si tratta di misure demagogiche con risvolti
repressivi e reazionari. Come demagogiche sono le misure che prevedono
l’abolizione dell’Ici sulla prima casa e la detassazione degli straordinari. Nel
primo caso si tratta di un provvedimento la cui copertura è reperita con tagli
alle leggi di bilancio dello scorso governo, utilizzando, tra l’altro, il
finanziamento alle infrastrutture nel sud (come è conciliabile con il ponte
sullo stretto di Messina che il governo vuole riprendere?), il fondo ambientale
per la riduzione delle emissioni di CO2, le risorse per l’inclusione sociale
degli immigrati, quelle per attività socialmente utili e per le politiche di
sostegno alle donne vittime di violenza. Il rimborso ai comuni sarà dato
soltanto nel 2008 (e non per il triennio come nella proposta iniziale) e neanche
per intero, ciò in attesa del provvedimento sul federalismo fiscale che il
governo intende varare prima dell’estate. Insomma saranno sempre i lavoratori a
pagare sia in termini di servizi, sia in termini di nuove tassazioni da parte di
regioni ed enti locali.
La detassazione degli straordinari e delle voci del salario variabile è rivolta ai soli lavoratori del privato escludendo il pubblico impiego e i lavoratori precari e oltre ad essere introdotta in via sperimentale per il solo 2008, punta a potenziare il rapporto individuale tra azienda e lavoratore con quel che segue in termini di ricattabilità e di frammentazione della classe lavoratrice.
La detassazione degli straordinari e delle voci del salario variabile è rivolta ai soli lavoratori del privato escludendo il pubblico impiego e i lavoratori precari e oltre ad essere introdotta in via sperimentale per il solo 2008, punta a potenziare il rapporto individuale tra azienda e lavoratore con quel che segue in termini di ricattabilità e di frammentazione della classe lavoratrice.
Cosa dobbiamo aspettarci da questo
governo?
Il quarto governo Berlusconi ha vinto in un contesto politico
ben diverso dal Berlusconi terzo.
La nascita del Pd e la decisione di Veltroni di presentarsi
da solo alle elezioni ha costretto Berlusconi a creare il Pdl, entrambi tendenti
al bipartitismo. Il Pdl ha potuto vincere di misura grazie al fallimento di due
anni di politiche antioperaie e antipopolari del governo Prodi e ha dato vita ad
un governo di alternanza, liberale di destra, le cui politiche si pongono in
continuità con quelle del governo Prodi. Non a caso i programmi elettorali dei
due schieramenti sono molto simili, a dimostrazione che il quadro di crisi
nazionale e internazionale del capitalismo richiede dai governi di centrodestra
e di centrosinistra sostanzialmente le stesse ricette. Ci possiamo aspettare
dunque un approfondimento dell’attacco alle condizioni di vita dei lavoratori e
delle classi popolari, mascherato da tratti populisti e demagogici, sostenuto da
provvedimenti repressivi contro ogni forma di dissenso e di reazione di massa.
In tema di politica economica Tremonti intende dare la «piena e immediata» attuazione degli impegni assunti dal governo Prodi in sede europea e cioè il pareggio di bilancio al 2011 e prevede una manovra finanziaria di 30-35 miliardi con tagli alla scuola (riduzioni delle supplenze e del personale ausiliario), sanità e pubblico impiego (blocco del turn over, ricorso alla mobilità, sospensione delle stabilizzazioni dei precari); i rinnovi dei contratti pubblici saranno congelati per il 2008, si varerà un piano per lo “sviluppo” con privatizzazioni, a cominciare da Fincantieri, e liberalizzazioni (servizi pubblici locali); nucleare; infrastrutture. Il ritorno al nucleare è un punto decisivo nelle intenzioni di Scajola ma anche della ministra all’Ambiente Prestigiacomo, e, in tema di infrastrutture, Matteoli rilancia il Ponte sullo Stretto, la Tav Torino Lione, il passante di Mestre, il Mose di Venezia, la Civitavecchia-Livorno, rigassificatori e termovalorizzatori.
La scomparsa del ministero della Salute, accorpato con il Welfare, esprime bene le intenzioni del ministro Sacconi e del governo sulle politiche sociali, basate essenzialmente sul taglio dei costi. La sanità sarà affidata ulteriormente alle regioni con il federalismo; gli ospedali potranno essere trasformati in spa o in fondazioni spingendo l’acceleratore verso processi di privatizzazione spinti del settore. In tema di pensioni e di mercato il ministro del Lavoro Sacconi ha dichiarato: “Lavoreremo per allungare la vita lavorativa''. Ha poi auspicato il totale azzeramento del conflitto sindacale rilanciando gli enti bilaterali, e proposto forme di azionariato dei lavoratori in favore di una “condivisione di obiettivi e risultati”.
La politica estera del governo, per bocca di Frattini, vedrà una revisione in ambito Nato delle regole di ingaggio e delle limitazioni territoriali delle truppe italiane, per garantire "maggiore efficacia e flessibilità di impiego delle nostre truppe" in Afghanistan. E La Russa, neoministro della Difesa, ha l’obiettivo di aumentare i fondi per le spese militari per passare dall’attuale 0,98% del Pil all’1,25 in cinque anni.
In tema di politica economica Tremonti intende dare la «piena e immediata» attuazione degli impegni assunti dal governo Prodi in sede europea e cioè il pareggio di bilancio al 2011 e prevede una manovra finanziaria di 30-35 miliardi con tagli alla scuola (riduzioni delle supplenze e del personale ausiliario), sanità e pubblico impiego (blocco del turn over, ricorso alla mobilità, sospensione delle stabilizzazioni dei precari); i rinnovi dei contratti pubblici saranno congelati per il 2008, si varerà un piano per lo “sviluppo” con privatizzazioni, a cominciare da Fincantieri, e liberalizzazioni (servizi pubblici locali); nucleare; infrastrutture. Il ritorno al nucleare è un punto decisivo nelle intenzioni di Scajola ma anche della ministra all’Ambiente Prestigiacomo, e, in tema di infrastrutture, Matteoli rilancia il Ponte sullo Stretto, la Tav Torino Lione, il passante di Mestre, il Mose di Venezia, la Civitavecchia-Livorno, rigassificatori e termovalorizzatori.
La scomparsa del ministero della Salute, accorpato con il Welfare, esprime bene le intenzioni del ministro Sacconi e del governo sulle politiche sociali, basate essenzialmente sul taglio dei costi. La sanità sarà affidata ulteriormente alle regioni con il federalismo; gli ospedali potranno essere trasformati in spa o in fondazioni spingendo l’acceleratore verso processi di privatizzazione spinti del settore. In tema di pensioni e di mercato il ministro del Lavoro Sacconi ha dichiarato: “Lavoreremo per allungare la vita lavorativa''. Ha poi auspicato il totale azzeramento del conflitto sindacale rilanciando gli enti bilaterali, e proposto forme di azionariato dei lavoratori in favore di una “condivisione di obiettivi e risultati”.
La politica estera del governo, per bocca di Frattini, vedrà una revisione in ambito Nato delle regole di ingaggio e delle limitazioni territoriali delle truppe italiane, per garantire "maggiore efficacia e flessibilità di impiego delle nostre truppe" in Afghanistan. E La Russa, neoministro della Difesa, ha l’obiettivo di aumentare i fondi per le spese militari per passare dall’attuale 0,98% del Pil all’1,25 in cinque anni.
Un governo sostenuto da Confindustria e dal
Vaticano
La borghesia italiana, così come ha sostenuto Prodi nello
scorso governo, ottenendo peraltro notevoli vantaggi attraverso la detassazione
delle imprese e giganteschi flussi di denaro, oggi si adatta e fa pressioni sul
nuovo governo per l'attuazione del proprio programma. Mentre Montezemolo ha
accettato la proposta di Berlusconi di diventare “ambasciatore del made in Italy
nel mondo”, Emma Marcegaglia, nuovo presidente di Confindustria, nel suo
discorso di insediamento ha espresso elogi al governo per la detassazione degli
straordinari e delle parti variabili del salario e poi gli ha dettato l’agenda
trovando una perfetta consonanza con le sue linee programmatiche: in nome dello
”sviluppo”, e rimarcando la centralità delle aziende, occorrono tagli alla spesa
pubblica e sociale, bisogna diminuire le tasse alle imprese, aumentare l’età
pensionabile, privatizzare i servizi locali, dare il via alle grandi
infrastrutture, rilanciare il nucleare, rivedere il modello contrattuale
privilegiando la contrattazione aziendale se non individuale. Ha invocato le
riforme istituzionali riconoscendo che in parlamento è generalizzato il
riconoscimento dei valori del mercato e dell’impresa (come non darle ragione!).
Lodi da Berlusconi: "Ho molto apprezzato la relazione del presidente
Marcegaglia: posso dire che potrebbe essere, anzi sarà, il nostro programma di
governo". Ma anche da Veltroni: "una relazione interessante e convincente che
prosegue la tradizione di Montezemolo".
Anche il Vaticano ha espresso apprezzamento per il nuovo governo e, nel recente incontro tra Berlusconi il Papa e il cardinal Bertone, anche le gerarchie hanno dettato l’agenda al governo secondo il loro punto di vista. Nuovi finanziamenti alle scuole cattoliche, difesa e tutela della famiglia “consacrata”, controriforma dei consultori.
Anche il Vaticano ha espresso apprezzamento per il nuovo governo e, nel recente incontro tra Berlusconi il Papa e il cardinal Bertone, anche le gerarchie hanno dettato l’agenda al governo secondo il loro punto di vista. Nuovi finanziamenti alle scuole cattoliche, difesa e tutela della famiglia “consacrata”, controriforma dei consultori.
Un governo di legislatura? Occorre riprendere il
conflitto per mandarlo a casa
Azzerata con il responso delle urne la sinistra
socialdemocratica e abbandonata la rituale aggressività berlusconiana della
campagna elettorale, sembra che infine i due poli borghesi dialoghino. Fin
dall’insediamento del governo si è istaurato un “nuovo clima” tra maggioranza e
opposizione, un clima di legittimazione reciproca finalizzato all’obiettivo
forse più importante della legislatura e per il quale il dialogo tra Berlusconi
e Veltroni si era aperto già lo scorso anno: le riforme istituzionali. A
cominciare dalla modifica dei regolamenti parlamentari e dell’iter delle leggi,
fino al rafforzamento dei poteri dell'esecutivo e del premier, all'abolizione
del bicameralismo perfetto e alla diminuzione dei parlamentari, all’assetto
federalista dello Stato e ad una nuova legge elettorale. Riforme che vanno in
senso autoritario, non a caso richieste dalla borghesia in nome di una stabilità
e una governabilità funzionali ai loro interessi.
I primi provvedimenti del governo hanno già iniziato ad assestare nuovi attacchi ai lavoratori nativi e immigrati e ai movimenti di difesa dei territori, con campagne d’ordine e di sicurezza (sgomberi di rom e immigrati, retate, controlli indiscriminati, cariche della polizia). In nome della crescita e delle compatibilità del mercato sempre più aumenterà la precarietà, lo sfruttamento e la perdita di diritti dei lavoratori come dimostra l’accordo dei sindacati concertativi sul nuovo modello contrattuale che si prepara ad una ennesima trattativa a perdere.
I primi provvedimenti del governo hanno già iniziato ad assestare nuovi attacchi ai lavoratori nativi e immigrati e ai movimenti di difesa dei territori, con campagne d’ordine e di sicurezza (sgomberi di rom e immigrati, retate, controlli indiscriminati, cariche della polizia). In nome della crescita e delle compatibilità del mercato sempre più aumenterà la precarietà, lo sfruttamento e la perdita di diritti dei lavoratori come dimostra l’accordo dei sindacati concertativi sul nuovo modello contrattuale che si prepara ad una ennesima trattativa a perdere.
E’ necessario allora ricompattare un fronte unico di lotta a
partire dalle attuali resistenze nei territori e nei luoghi di lavoro, contro
razzismo e xenofobia, contro le politiche di guerra di tutti i governi borghesi,
contro l’annullamento del contratto nazionale di lavoro e la pace sociale
imposta dalle burocrazie sindacali concertative, con l’obiettivo di cacciare
questo governo reazionario e confindustriale dal versante dei lavoratori e della
mobilitazione di massa.
Agli attacchi del governo bisogna rispondere da subito con una dura opposizione: una opposizione di classe, costruendo comitati unitari nei luoghi di lavoro e nei quartieri popolari, puntando a coordinare e unificare le lotte. Il governo Berlusconi ha una forte maggioranza parlamentare: ma la sua durata si deciderà nelle piazze.
Agli attacchi del governo bisogna rispondere da subito con una dura opposizione: una opposizione di classe, costruendo comitati unitari nei luoghi di lavoro e nei quartieri popolari, puntando a coordinare e unificare le lotte. Il governo Berlusconi ha una forte maggioranza parlamentare: ma la sua durata si deciderà nelle piazze.
L'opposizione unitaria andrà costruita, noi crediamo, in
parallelo alla discussione per riorganizzare la sinistra su basi di classe,
antiriformiste. In questo senso e con questa prospettiva il Partito di
Alternativa Comunista ha aderito all'Appello per una costituente dei comunisti
rivoluzionari.