IL 25 APRILE NON E' DI TUTTI
Basta pensare ai sindaci sceriffi delle città del nord - da Tosi a Verona a Gentilini a Treviso - che, senza ovviamente mettere in discussione lo sfruttamento selvaggio da parte dei "padroncini padani" della forza lavoro immigrata, si prodigano in provvedimenti da Stato di polizia. La stessa presenza sul territorio delle ronde padane - che ricordano le squadre fasciste del ventennio - finisce per fomentare atti di violenza, da parte di estremisti di destra e gruppi neofascisti, legittimati nel dar fuoco a campi Rom o nel compiere efferatezze nei confronti di lavoratori e giovani immigrati.
Non è dei partiti che hanno sostenuto il governo Prodi. Il governo con la Sinistra Arcobaleno ha aperto la strada alla vittoria delle destre, perché ha portato avanti le stesse politiche di esclusione sociale. Non solo non è stato fatto nulla per chiudere il lager Cpt, dove gli immigrati sono trattati in modo disumano, ma ha varato provvedimenti che assegnano poteri straordinari ai prefetti che, sulla base di un semplice sospetto o di segnalazioni dei sindaci, possono espellere cittadini comunitari. Tutto questo è avvenuto con il concorso della Sinistra governista, che paga oggi lo scotto di due anni di politiche a sostegno dei profitti dei padroni, delle guerre, di norme razziste: il ministro di Rifondazione alla Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, è stato il principale complice degli attacchi ai più deboli della società. E' grazie a quel governo se il razzismo della Lega ha trovato terreno fertile per sedimentare anche tra i lavoratori: se si peggiorano le condizioni di vita e di lavoro per garantire i profitti di pochi; se si costringono masse di immigrati alla marginalità; se si rincorre la destra nella propaganda sulla "sicurezza", l'unico frutto che si raccoglie è la vittoria, politica e sociale, delle destre.
Non è dei padroni. Il 25 aprile, giorno emblema dell'antifascismo, non può essere la festa della borghesia italiana che, per vent'anni, ha usato il fascismo per arricchirsi. I lavoratori furono allora vittime della violenza dello Stato fascista mentre la grande borghesia italiana fu la principale sostenitrice di quel regime, con la complicità della monarchia e del Vaticano. Il fascismo garantiva al capitalismo italiano quei profitti che erano stati minacciati dalle lotte operaie e contadine d'inizio secolo. Il fascismo non fu quindi un "corpo estraneo" al capitalismo italiano, ma uno dei suoi strumenti. La Resistenza fu, per la gran parte dei suoi protagonisti, lotta contro gli sfruttatori che dello Stato fascista si erano serviti per immiserire ancora di più le classi popolari e consolidare l'egemonia della borghesia. Per questo, ricordare la Resistenza significa ricordare, anzitutto, la lotta del proletario contro il padrone, dello sfruttato contro lo sfruttatore.
Il 25 aprile è dei lavoratori!
Il modo migliore per festeggiarlo
è lottare contro i governi dei padroni