Il burattino Vendola e i burattinai di Confindustria
Cosa c'è dietro la "narrazione" vendoliana
di Adriano Lotito (*)
E’ al centro di discussioni e litigi fuori e dentro i palazzi. Per finire, qualche mese fa, sollevando un polverone di aspre polemiche, ha dichiarato di voler concorrere alla carica di premier in vista delle elezioni 2013, autoproclamandosi di fatto come il leader del centrosinistra a livello nazionale. Vendola appare più convincente e carismatico dei vari Bersani, D’Alema e Franceschini, ed è un maestro dell’oratoria, ma questo non basta per giustificare i trionfi che sta inanellando nell’ultimo periodo. Successi che in realtà sono dovuti alla massiccia presenza di realtà confindustriali e interessi padronali dietro la politica del governatore della Puglia.
Trivellazioni, sanità e scuole private, politiche antioperaie: la ricetta vincente del governo Vendola
Se si fa un breve resoconto dei cinque anni di governo Vendola in Puglia, e dei suoi primi atti del mandato bis, si può ben capire il motivo che ha spinto la Marcegaglia, nel convegno nazionale di Confindustria, a definire il caro Nichi “il migliore governatore del Mezzogiorno”. Basti pensare che in questi anni in Puglia, la giunta regionale ha stanziato milioni di euro alle scuole private mentre gli istituti pubblici vivono in condizione disastrose e inadeguate alle attività didattiche; sempre Vendola ha rimpinguato le convenzioni con i privati all’interno della sanità, determinando una montagna di affari e illeciti esplosi negli ultimi scandali che hanno fatto tremare il sistema clientelare pugliese. Nello stesso tempo sono stati tagliati oltre mille posti letto e chiusi diciannove nosocomi, andando ad acuire la già cronica carenza di strutture e personale dalla quale è affetta la sanità pubblica in Italia. Un altro dei cavalli di battaglia di Vendola è la difesa dell’ambiente, e anche in questo campo tanti sono stati gli elogi da parte di numerose multinazionali e aziende energetiche: risalgono infatti al 2008 sei delibere della giunta con le quali si autorizza alla ricerca e all’estrazione di idrocarburi al largo delle coste pugliesi. Per non parlare delle oltre quattrocento richieste di impianto di centrali a biomasse, la cui costruzione è inclusa nel nuovo Piano Energetico Ambientale Regionale, e dei megaimpianti eolici per cui spinge l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro (IdV) e che danneggerebbero irrimediabilmente i fondali e la fauna marina, andando ad arricchire le tasche di imprenditori spesso collegati con realtà poco trasparenti (anche in Puglia si è avuto uno scandalo attorno ad una centrale del vento in provincia di Foggia).
Sul fronte del lavoro, davanti a centinaia di operai licenziati dalle varie Natuzzi e Adelchi, davanti ai crimini ecologici dell’Ilva di padron Riva, il presidente Vendola non ha fatto altro che regalare milioni e milioni di euro a questi manager già ultrapagati che hanno approfittato della gentile offerta non per riassorbire i lavoratori tagliati, bensì per delocalizzare i macchinari dall’altra parte dell’Adriatico dove la classe operaia ha un costo minore. E’ con questo ineccepibile curriculum che Nichi Vendola si presenta come probabile leader del centrosinistra nazionale, come servo fedele di larghi settori della borghesia italiana, pronta a demandare al governatore della Puglia, il difficile compito di far pagare la crisi del capitalismo ai lavoratori, agli studenti e alle classi più disagiate.
Il compito dei rivoluzionari, la politica di Alternativa Comunista
Nel rocambolesco teatrino che si prospetta davanti ai nostri occhi, tra una maggioranza spaccata e un’opposizione borghese (Pd) in difficoltà, mentre il poeta Vendola programma il suo futuro da leader nazionale, il Partito di Alternativa Comunista, anche qui in Puglia, continuerà a proseguire nel suo percorso di opposizione a qualunque governo borghese, sia esso di centrodestra o di centrosinistra, ben conscio di non potersi assolutamente ridurre a nessun tipo di compromesso con le politiche filopadronali di Nichi Vendola, e deciso a fare la sua opposizione attraverso la creazione di comitati di lotta contro la disoccupazione, per il riassorbimento dei licenziamenti, gestiti dal basso e coordinati da studenti e lavoratori. Nichi Vendola attraverso le sue filastrocche non riuscirà nell’intento di tenere addormentata la classe operaia sfruttata e massacrata da licenziamenti di massa. Soltanto attraverso l’unità nella lotta si può sperare di raggiungere gli obiettivi che tutti noi ci prefiggiamo: espropriare padroni e affaristi, e riconsegnare fabbriche, scuole e ospedali a chi ci lavora.
(*)Pdac Puglia