Partito di Alternativa Comunista

Il Pcl continua la sua grottesca polemica contro la Lit-Quarta Internazionale

Ucraina

Il Pcl continua la sua grottesca polemica

contro la Lit-Quarta Internazionale

 

di Matteo Bavassano e Francesco Ricci

Non contenti dell'esauriente risposta che avevamo dato alla loro polemica (http://www.alternativacomunista.it/content/view/1978/1/) il Pcl torna ad attaccare il Pdac e la Lit-Quarta Internazionale sul tema dell'Ucraina (http://www.pclavoratori.it/files/index.php?obj=NEWS&oid=3764).

 

Il fioretto e la clava

In questa seconda puntata si dice che avremmo risposto con "sarcasmo" al loro primo attacco.
In realtà abbiamo dimostrato come ci venissero attribuite posizioni che non abbiamo mai espresso e abbiamo quindi contestato nel merito le posizioni del Pcl. Lo abbiamo fatto ‑ è vero ‑ usando anche un pizzico di sarcasmo. D'altra parte a fronte di chi falsifica le posizioni altrui per polemizzare si hanno solo due possibilità: o si risponde usando la stessa arma (ma falsificare le posizioni è lontano dalla nostra cultura politica di trotskisti) o si usa qualche ben piazzato colpo di fioretto. Dobbiamo però riconoscere che il fioretto è sprecato con chi esce dalla caverna imbracciando la clava e infatti il Pcl prosegue nel nuovo testo sulla stessa linea del primo articolo, arrivando stavolta persino a sostenere che staremmo facendo un "blocco di fatto con i fascisti" (citiamo testualmente) e che in generale ci saremmo macchiati di vari "crimini politici".

L'autore di questo nuovo maldestro attacco è probabilmente (a giudicare dal numero di sgrammaticature e fallacie) Franco Grisolia, che con Ferrando dirige il Pcl.

Per la verità non è proprio nuovo il metodo di attribuire a chi la pensa diversamente la responsabilità di "oggettive" alleanze col nemico. Gli stalinisti hanno usato per decenni questo metodo contro i trotskisti (quando non arrivarono ad accusarli apertamente di essere "agenti di Hitler"). A questi stessi metodi ricorrono i dirigenti del Pcl. Non si lamentino se a simili enormità (nel senso di corbellerie) rispondiamo usando ancora una volta un pizzico di ironia.

 

Studenti e operai

Il Pcl ci spiega che non si può paragonare la situazione dell'Ucraina con le rivoluzioni storiche che abbiamo citato perché (riportiamo dal loro testo): "la classe operaia ucraina, in quanto classe, è estranea alla rivolta di Kiev. Totalmente. La base della rivolta è rappresentata dagli studenti e da ampi settori di piccola borghesia impoverita."
Premesso che non abbiamo istituito una identificazione con le rivoluzioni del 1905 e 1917 che citavamo ma solo un paragone (qualcuno può spiegare a Grisolia la differenza tra questi due termini?); e premesso che come dimostrano tutte le fonti la rivolta di piazza Maidan è stata popolare e di massa, coinvolgendo anche settori operai; premesso tutto ciò, ammettiamo per un minuto (non di più) che in piazza Maidan ci fossero solo studenti e piccola borghesia impoverita come sostiene il Pcl. Non è appunto compito dei rivoluzionari quello di unire le lotte studentesche ed operaie ("studenti e operai uniti nella lotta") e di egemonizzare la piccola-borghesia per sottrarla all'egemonia fascista? Se così non fosse, come pensano i dirigenti del Pcl che potrà svilupparsi una rivoluzione in Ucraina in contrapposizione all'imperialismo, a Putin e alle direzioni dell'opposizione filo-imperialista o direttamente fasciste?

Ma è interessante soffermarsi sul fatto che evidentemente per il Pcl quando in una piazza (e, ripetiamolo, non è peraltro il caso di piazza Maidan) ci sono solo "studenti e piccola borghesia impoverita" i rivoluzionari devono starne fuori. Continuando nei paragoni (sperando che nel frattempo Grisolia abbia capito che sono cosa diversa dall'identità tra vicende distinte), i rivoluzionari, applicando il metodo che ci insegnano i dirigenti del Pcl, avrebbero dovuto stare fuori dal maggio francese del 1968, visto che nel suo primo periodo fu principalmente (anche se non solamente) studentesco; avrebbero dovuto ‑ i rivoluzionari ‑ aspettare in Italia il '69 operaio senza mischiarsi al '68 studentesco; e ancora, evitare le piazze studentesche del '68 messicano, eccetera. Ciò in attesa di quella pura rivoluzione operaia che rispecchiasse i canoni del marxismo studiato da Grisolia su non si sa quale manuale. Per fortuna il "marxismo" (le virgolette sono indispensabili in questo caso) canonizzato da Grisolia non ha nulla a che spartire con quello di Marx e di Lenin e da sempre i rivoluzionari partecipano a tutte le lotte che abbiano carattere oggettivamente progressivo, a prescindere dalle direzioni che si danno in un determinato momento.

In ogni caso il compito di costruire un partito rivoluzionario dei lavoratori, proletario, in grado di egemonizzare nella lotta contro la borghesia gli altri settori delle masse popolari, non passa attraverso la preventiva separazione tra le lotte degli operai e quelle di "studenti e piccola borghesia impoverita" ma passa al contrario per la loro unificazione sulla base di un programma rivoluzionario.

Si tratta dell'abc del marxismo rivoluzionario, concetti conosciuti anche da chi abbia preso in mano per sbaglio almeno una volta in vita sua un paio di libri di Trotsky.

 

L'ignoranza non è una virtù rivoluzionaria

Ma ecco che il Pcl accusa il Pdac di "vivere solo di libri".
La nostra presenza nelle piazze (dove raramente ci capita di vedere i dirigenti del Pcl) è la migliore risposta. Ma rimanendo ai libri dobbiamo confessare ai dirigenti del Pcl che in effetti attribuiamo alla teoria marxista una notevole importanza e condividiamo quanto scriveva Trotsky: "l'ignoranza non è una virtù per dei rivoluzionari". E' bene leggere i libri (non limitarsi alle quarte di copertina), formarsi, formare i quadri del partito nel rispetto della teoria marxista. Se non lo si fa non si è poi capaci nemmeno di reggere una polemica politica senza ricorrere a false attribuzioni, calunnie o ridicole accuse come quella che il Pcl ci rivolge di stare facendo un "blocco politico" con i fascisti.

Bisogna però aggiungere che la lettura dei classici del marxismo, che pure ci sentiamo di raccomandare ai dirigenti del Pcl, è di per sé insufficiente: è necessario anche leggere ogni tanto qualche giornale. Viceversa si finisce con lo scrivere, come fa l'attacco del Pcl al Pdac, che Svoboda e il Settore destro (organizzazioni fasciste mortalmente nemiche nostre come di qualsiasi rivoluzionario) "hanno diretto la contestazione di piazza dell'accordo del 21 febbraio tra Yanukovich e gli imperialisti." quando su qualsivoglia organo di informazione (borghese o di sinistra) è possibile leggere la notizia (1) che questo accordo fallito (per formare un governo di "unità nazionale" e anticipare le elezioni) è stato sottoscritto da tutta l'opposizione al completo: La patria, Udar e appunto Svoboda. Non solo: come hanno riferito centinaia di testate di tutto il mondo e come si è visto in tv, dopo aver sottoscritto l'accordo, i leader dell'opposizione sono stati contestati dalla piazza. Oleg Tyagnibok, leader di Svoboda, che secondo Grisolia avrebbe "diretto la contestazione all'accordo" è stato in realtà fischiato dalla piazza al grido di "traditore" proprio per aver sottoscritto l'accordo.

Insomma, ancora una volta la mancanza di letture non aiuta i dirigenti del Pcl e si conferma che l'ignoranza non è una virtù rivoluzionaria.

 

Altre grottesche calunnie

Usando il metodo tipico di chi vuole imbrogliare una discussione, metodo che consiste nel sollevare contemporaneamente dieci temi senza mai rispondere a nulla, Grisolia a un certo punto tira fuori la Siria e accusa il Pdac e la Lit di sostenere le forze fasciste e reazionarie non solo in Ucraina ma anche in Siria. Anche in questo caso, parlano per noi le decine di testi che abbiamo pubblicato e in cui (fin dai titoli, che dovrebbero essere alla portata anche di lettori svogliati) condanniamo senza mezzi termini i settori reazionari presenti nell'eterogeneo schieramento anti-Assad.
Ma la differenza tra noi e il Pcl è che la Lit-Quarta Internazionale non si limita a scrivere articoli e anche in Siria (così come in Ucraina) interveniamo direttamente nella lotta, avendo stretto importanti legami con i settori rivoluzionari che si scontrano quotidianamente con le milizie reazionarie. Proprio pochi giorni fa abbiamo dato conto sul nostro sito di un giro di iniziative internazionale che abbiamo organizzato con Abou Maen, membro del Consiglio Popolare di Minbej e comandante della brigata rivoluzionaria in quella città.

Dunque anche in questo caso il Pcl non fa una polemica politica ma utilizza calunnie sullo stile di quanto faceva Vysinskij (il procuratore dei Processi stalinisti di Mosca, nota per chi non legge i libri di storia).

E qui ci fermiamo perché la seconda parte di questo secondo testo che Grisolia dedica per attaccare il Pdac e la Lit non si riferisce a noi ma al Pcl stesso. Si tratta di una lunga tirata autocelebrativa in cui Grisolia cerca di convincere (pare in primo luogo se stesso) che il Pcl fa parte di un raggruppamento internazionale di primaria importanza (quel Crqi che ha celebrato il proprio primo e unico congresso oltre dieci anni fa ed è composto di quattro sezioni in tutto il mondo: Pcl, Po, gruppo turco e gruppo greco, per sua stessa ammissione "collassato"). E cerca infine di convincerci che a differenza del Pdac (ma perché due polemiche contro di noi in quindici giorni se siamo "inesistenti"?) il Pcl è "di gran lunga l'organizzazione più consistente ed estesa" eccetera eccetera.
E di fronte ad affermazioni come questa anche l'ironia è costretta ad arrendersi.

 

 

Note

(1) Bastano dieci minuti su internet per leggere su centinaia di siti la notizia: tra i firmatari dell'accordo respinto dalla piazza c'erano anche i fascisti. Riportiamo a puro titolo di esempio dal sito di rainews (http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Ucraina-cosa-prevedono-gli-accordi-del-21-febbraio-): "Chi ha firmato l’accordo L’accordo è stato siglato da Viktor Yanukovich, allora presidente dell’Ucraina, e i principali esponenti dell’opposizione, Vitali Klitschko, Arseni Iatseniouk (attuale Primo ministro) e Oleg Tyagnibok [leader di Svoboda, ndr]. È stato cofirmato, in qualità di testimoni e di organizzatori dei negoziati, dai ministri degli Esteri francese, tedesco e polacco, Laurent Fabius, Frank-Walter Steinmeier et Radoslaw Sikorski. Il giorno successivo Viktor Yanukovich è scomparso da Kiev ed è stato destituito dal Parlamento."

 

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