Partito di Alternativa Comunista

Il PdAC alle elezioni

Il PdAC alle elezioni
L'ALTERNATIVA DI CLASSE
Continua il viaggio tra le liste del Pdac in tutta Italia. Stavolta incontriamo i candidati di Latina e Salerno
  
 
a cura di Michele Scarlino
 
 
Incontriamo      Ruggero Mantovani, candidato presidente del PdAC alla provincia di Latina. Ruggero Mantovani è nato a Colleferro (Roma) nel 1964, vive a Latina dal 1966, proveniente da famiglia operaia, avvocato dal 1991.
 
latina mantovani

Fin dall'adolescenza ha militato nei gruppi della sinistra rivoluzionaria per approdare nel 1993 al Prc divenendo, da li a poco, segretario del circolo di Latina, consigliere circoscrizionale e nel 1997 consigliere comunale. Dirigente nazionale per oltre un decennio del Prc si è costantemente collocato nella sinistra interna scindendosi da Rifondazione Comunista nel momento in cui Bertinotti entrava nel governo borghese di Prodi, costituendo con altri dirigenti nazionali, nel 2006, il Partito di Alternativa Comunista. Candidato a sindaco di Latina nel 2007, nell'anno successivo sarà capolista per il Partito di Alternativa Comunista alla camera dei Deputati. Da sempre impegnato nelle lotte operaie come avvocato e come militante comunista, ha contribuito a costruire il Comitato permanente di lotta contro l'amianto che conta oltre 1.000 tesserati. Come avvocato svolge da anni un'intensa attività presso la sede nazionale della Federazione RdB- Cub e per le prossime elezioni provinciali è candidato per il partito di Alternativa Comunista a Presidente della Provincia.  
 
Il  PdAC si presenta con un programma alternativo ai due poli anche qui a Latina. Come spieghi questo risultato?

Mantovani: E' il risultato è certamente entusiasmante, tanto più che siamo riusciti a formare una lista di classe composta da 27 compagni (operai, precari, donne, giovani e pensionati) e a raccogliere in poche settimane oltre 600 firme; in questi giorni abbiamo elaborato un programma elettorale in grado di contenere al suo interno una struttura transitoria e parole d'ordine popolari, democratiche e antifasciste. Il fallimento delle politiche del centrodestra in provincia di Latina si è combinato con una politica antipopolare, che si è espressa ad esempio in un aumento inaudito di tasse e tariffe per i servizi essenziali: la tariffa per i rifiuti solidi urbani è aumentata di oltre il 70% per finanziare la Soc. Latina Ambiente, a cui il Comune di Latina dal 1999 ad oggi ha regalato oltre 80 miliardi di vecchie lire. La tariffa per il servizio idrico, in questi ultimi anni, è aumentata di quasi il 100%: soldi dei lavoratori che sono stati utilizzati per pagare i gettoni d'oro dei componenti del CdA della società Acqualatina. L'amministrazione Cusani ha concorso a privatizzare essenziali servizi sociali, producendo l'aumento di tariffe e tasse. Il Presidente Cusani e i suoi alleati, invece di risolvere il problema della casa per tanti lavoratori in provincia di Latina, avviando un piano di costruzione di un'edilizia popolare e formulando un regolamento provinciale sui canoni locativi, ha deturpato il territorio. Al contempo abbiamo proposto alcune rivendicazioni che si riconnettono alla condizione materiale delle classi lavoratrici. A titolo esemplificativo abbiamo avanzato due parole d'ordine fondamentali: mandare a casa i gestori di Latina Ambiente e Acqualatina (gestori privati del servizio idrico e dei rifiuti solidi e urbani), impiegando i lavoratori del settore in società totalmente pubbliche, con controllo diretto dei lavoratori e degli utenti, e requisire le aziende in crisi riconvertendole pubblicamente sotto controllo operaio. Di più, abbiamo chiesto che i servizi sociali siano interamente gratuiti per i nuclei familiari legittimi e di fatto con un reddito fino a € 15,000 e con un'imposta progressiva per redditi superiori, con un'imposizione aggiuntiva per le grande rendite e profitti. Abbiamo avanzato la rivendicazione di un'urbanistica che preveda l'abbattimento di tutte le strutture cementizie costruite sul litorale di Latina; di un' edilizia popolare e sociale che punti alla riqualificazione dei quartieri e della periferia. Così come chiediamo una gestione totalmente pubblica dei servizi sociali: mense scolastiche, asili nido, centri sociali polivalenti per giovani ed anziani, poliambulatori di quartiere, strutture ricreative e sportive da istituire in ogni circoscrizione; istituzione di una società interamente pubblica per il trasporto urbano. Questi solo alcuni punti sintetici del nostro programma elettorale.  
 
La sinistra comunista a Latina ha una lunga storia, qual è il patrimonio di decenni di lotte operaie?
 
La provincia di Latina è un territorio che ha avuto un percorso complesso. Un'origine prevalentemente agricola che il regime democristiano durato per oltre cinquanta anni ha segnato profondamente: le ingenti speculazioni urbanistiche a partire dagli anni Sessanta si sono accompagnate ad un rilevante sviluppo industriale: proprio in quegli anni si registrò la nascita di un proletariato industriale che, in particolare, ha espresso negli anni Settanta una classe operaia molto combattiva, in grado di dar vita a rilevanti settori di avanguardia e a una cospicua storia operaia. Una storia che in qualche modo ha segnato un'eredità preziosa per una nuova classe operaia, che in particolare con la nascita di comitati nati alla Nexans , alla Chemtura, Alcoa, Fiat Iveco, Sicamb (solo per citarne alcuni), ha rimbastito la memoria dell'autorganizzazione e del conflitto.  
 
Il PdAC locale, con il suo patrimonio di militanti, è certamente figlio di questa storia...
 
Sicuramente. La nostra lista, persino dal commentario giornalistico, è stata definita e riconosciuta a forte connotazione classista e credo che, al di là del pronostico elettorale, costituisca un patrimonio prezioso per la costruzione del partito dei lavoratori e di una reale prospettiva di alternativa di società.
 

 
salerno torre

 
 
Di seguito la seconda intervista di oggi. Intervistiamo Valerio Torre candidato del PdAC alle elezioni provinciali di Salerno
 
Parliamo di crisi. Per il PdAC qual è la soluzione per uscire dalla crisi senza che siano i lavoratori a pagarla ancora una volta?
In una crisi come questa – che non è affatto “finanziaria” come molti analisti hanno voluto dipingerla, ma è invece strutturale, poiché è la crisi stessa del capitalismo – è del tutto evidente che la borghesia voglia scaricare i drammatici effetti sui lavoratori per tentare di mantenere i profitti sui livelli degli anni scorsi. Ed è altrettanto chiaro che i partiti, siano essi di centrodestra o di centrosinistra, che rappresentano gli uni o gli altri settori di quella borghesia mettano in campo provvedimenti o misure che vanno esattamente in questa direzione: non è solo l’attuale governo Berlusconi ad attuare oggi queste politiche; non dimentichiamo quei provvedimenti del precedente governo Prodi che, con l’appoggio determinante del Prc, spostarono ingenti risorse economiche verso le imprese e la grande borghesia.
 
Quindi alle prossime elezioni porterete la crisi in provincia…
 
Quella già è arrivata, purtroppo. A parte gli scherzi, è proprio in questo senso che deve essere letta la presentazione autonoma del PdAC alle prossime elezioni amministrative: perché non è affatto vero che in un comune o in una provincia non si possa mettere in discussione il capitalismo. Penso al territorio della provincia di Salerno, dove anni di governi di centrosinistra hanno arricchito la borghesia – soprattutto “palazzinara” – ed hanno portato alla perdita di migliaia di posti di lavoro, colpendo ferocemente la classe operaia e determinando fenomeni di accentuata proletarizzazione dei settori di piccola e piccolissima borghesia sempre più spinta ai margini dei processi economici. In questo quadro, va rimarcato il ruolo determinante di Rifondazione, il cui assessore provinciale al lavoro non ha fatto altro che gestire i processi di espulsione dal mercato del lavoro delle centinaia e centinaia di operai a più riprese licenziati.
La soluzione alla crisi per il PdAC è tutta contenuta in uno slogan che attraversa le lotte di tutto il mondo e che spaventa a morte i capitalisti: “la crisi la paghino i padroni!”. Queste poche parole condensano quelle richieste dei lavoratori che sono contenute nel programma del nostro partito, un programma che punta sulla centralità della classe operaia per un vero sbocco in senso socialista della crisi.
 
I partiti della sinistra arcobaleno si presentano a queste elezioni amministrative separati e con nuove e stravaganti alleanze. Qual è la posizione del PdAC rispetto a questi partiti?
 
È la posizione su cui abbiamo iniziato a costruire questo giovane partito proprio a partire dalla scissione dal Prc nell’aprile 2006: indipendenza di classe ed autonomia dei comunisti dalla borghesia e dai suoi governi, di centrodestra come di centrosinistra.
I partiti di quel che resta della frantumata galassia socialdemocratica “arcobaleno” non hanno alcuna intenzione di praticare questa strada, perché il loro orizzonte è la ricomposizione dell’alleanza col Pd – ricordiamolo, il partito della grande borghesia industriale e bancaria – per governare oggi localmente e domani a livello nazionale. Dunque il nostro progetto politico è del tutto incompatibile.
 
La presenza del PdAC alle prossime elezioni quale significato politico assume vista la crisi di direzione della classe operaia e dei lavoratori.
 
La nostra presentazione autonoma serve innanzitutto ad aprirci uno spazio propagandistico enorme. Come già ti ho detto, la tribuna elettorale è per il PdAC una tribuna rivoluzionaria, cioè un momento privilegiato di propaganda in cui è possibile presentare il programma complessivo dei rivoluzionari: non tanto per orientare il massimo dei voti, quanto per mobilitare le masse su parole d’ordine rivoluzionarie. Noi siamo consapevoli che è necessario costruire quella direzione della classe operaia che oggi ancora non c’è; e per questo non pecchiamo di autosufficienza, ma consideriamo il PdAC – col suo piccolo patrimonio teorico, politico e di militanti – uno strumento che mettiamo a disposizione di altri rivoluzionari, ovunque collocati ma che concordino con l’obiettivo immediato dell’indipendenza di classe e l’autonomia dei comunisti nel quadro del programma di abbattimento del capitalismo, per costruire insieme, in Italia e nel mondo intero, una direzione rivoluzionaria. Questa tornata elettorale ci dà l’occasione di avanzare la proposta che, come PdAC in Italia e come Lit-Quarta Internazionale nel resto del mondo agitiamo, e che costituisce appunto l’unica risposta a quella crisi di direzione del movimento operaio.
 
 
 

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