
Da sottolineare la giovane età dei partecipanti al seminario, la maggioranza dei quali non superava i trenta anni. Questo è frutto sia del buon lavoro svolto sul territorio a partire dalla fondazione del partito a gennaio del 2007, sia della capacità di attrattiva delle nostre posizioni rispetto alla vuota demagogia dei partiti di governo e rispetto alle ambiguità delle loro appendici critiche.
Il seminario di studi era incentrato sulla rivoluzione russa del 1917 - che nel 2007 compie i suoi novanta anni - e soprattutto sulla sua attualità, ed era suddiviso in sette lezioni: “Dalla rivoluzione di febbraio all’ottobre 1917: Tutto il potere ai soviet!”; “Dalle tesi di Aprile allo scioglimento dell’assemblea costituente. Il programma transitorio del bolscevismo"; “La formazione del partito bolscevico e l’influenza della rivoluzione russa sul movimento operaio italiano”; “Il partito leninista: la differenza tra la Comune di Parigi e la Comune di Pietrogrado”; “Dal movimento di Zimmerwald alla formazione della Terza Internazionale”; “I dieci giorni che sconvolsero il mondo. Le ripercussioni della rivoluzione russa sul movimento operaio internazionale. L’attualità del programma bolscevico come unica risposta alle odierne illusioni in Chavez”; "L’attualità della rivoluzione bolscevica e la battaglia della Lit per la ricostruzione della Quarta Internazionale".

Oggi, dopo la forte ondata controrivoluzionaria che ha accompagnato la dissoluzione dell’Unione sovietica, sono nate nuove teorie e tendenze politiche: pensiamo, ad esempio, al chavismo, visto da molti, anche qui in Europa, come la frontiera del nuovo millennio, il "socialismo del XXI secolo"; oppure pensiamo alla “moltitudine” di Toni Negri… oppure, come ha fatto Bertinotti e il Prc, per trovare improbabili giustificazioni teoriche atte a coprire il proprio opportunismo politico, si arriva a tirare fuori l’idea, in realtà vecchia come il mondo (risale infatti alla prima metà del 1800), del socialismo individuale… e a spacciarla come un’idea innovativa, parto della geniale mente del presidente della Camera.
In realtà dietro queste nuove teorie si cela la necessità di coprire il banale opportunismo politico di certe organizzazioni, ma d’altra parte c’è l’interesse e la precisa volontà di cancellare, ignorare, distruggere tutte le conquiste fatte dal proletariato negli ultimi due secoli, tutte le conquiste e gli sviluppi teorici del marxismo. Questi signori dicono: “il comunismo è fallito perché ha prodotto lo stalinismo. E’ per questo che”, continuano, “bisogna ritornare a Marx…per andare oltre Marx”. Praticamente è come se qualcuno dicesse: “la fisica ha prodotto la bomba atomica… dobbiamo tornare a Newton e rigettare tutto quello che c’è stato tra lui e noi”. Se qualcuno vi dicesse una cosa del genere pensereste o che sia un matto o che abbia voglia di scherzare.
Ma nel nostro caso non stiamo parlando né di mattacchioni né di qualcuno che ha voglia di scherzare. Mentre Bertinotti straparla di “marxismo oltre Marx” si approvano finanziarie lacrime e sangue e guerre imperialiste; mentre qualcuno crede che il chavismo sia la risposta ai mali del XXI secolo (come se quelli del XX non fossero gli stessi…), i venezuelani continuano a pagare il debito estero imposto dal Fondo Monetario Internazionale, cioè imposto dall’imperialismo mondiale.
Come si vede, questioni che possono sembrare squisitamente teoriche hanno concrete ed attuali ricadute politiche e sociali.
Il Partito di Alternativa Comunista e la Lit a livello internazionale, che si riconoscono nella storia e nel programma del bolscevismo, sono organizzazioni che lottano quindi contro queste “nuove teorie” che confondono e dividono il proletariato ed i sinceri rivoluzionari e difendono la storia e le conquiste teoriche accumulate in due secoli dal marxismo, non per una particolare passione filologica ma perché dietro quei principi ci sono le uniche possibilità di vincere il capitalismo; per questo non lasciamo che preziosi insegnamenti siano lasciati a marcire in qualche biblioteca, ma li attualizziamo e cerchiamo di riportarli nella lotta politica e nel vivo dello scontro di classe di ogni giorno.
Questo è il dovere di un rivoluzionario comunista… di ogni epoca.