Partito di Alternativa Comunista

Il terzo Congresso del Partito di Alternativa Comunista

Il terzo Congresso del Partito di Alternativa Comunista
Costruire nelle lotte
una prospettiva rivoluzionaria
cronaca e foto del Congresso
 
 
di Matteo Bavassano
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Sabato 26 e domenica 27 gennaio, a Rimini, si è tenuto il III Congresso del Partito di Alternativa Comunista, cui hanno partecipato i delegati designati nei congressi locali dalle sezioni.
Dopo l’elezione della presidenza del Congresso e delle commissioni, Patrizia Cammarata ha aperto i lavori intervenendo a nome del Comitato Centrale uscente ricordando come il partito, nonostante non faccia vanto (a differenza di altri) di grandi numeri, ha alle sue spalle ormai sei anni di duro e coerente lavoro militante, ed è per questo un partito che, mentre riformisti e centristi passano di crisi in crisi, continua a crescere e a piccoli passi a rafforzarsi. Nel suo intervento la Cammarata ha anche brevemente ricordato Pietro Tresso (nome di battaglia Blasco), dirigente del movimento operaio internazionale, fra i fondatori nel 1921 del PCdI (Partito Comunista d'Italia) di cui fu segretario organizzativo, e tra i fondatori nel 1938 della Quarta Internazionale. Pietro Tresso, di cui ricorre quest'anno il settantesimo della morte per mano stalinista, ha affermato Patrizia Cammarata, fu un militante rivoluzionario coerente e coraggioso ed i giovani rivoluzionari d’oggi, guardando alla sua vita, possono trovare l’esempio di una vita dedicata alla causa per la costruzione di un mondo nuovo, antidoto al cinismo e alla disillusione che investe la politica e le organizzazioni della sinistra riformista e centrista. Tra gli applausi della sala Pietro Tresso è stato eletto alla presidenza onoraria del III Congresso.
 
La presenza della nostra internazionale e l’intervento dei comunisti nei sindacati
La relazione politica è stata tenuta dal compagno Adriano Lotito, responsabile dei Giovani di Alternativa Comunista e militante attivo nelle lotte studentesche, nonché candidato premier, alla testa di una lista di lavoratori, precari e disoccupati e con un programma di rivendicazioni transitorie, alle prossime elezioni politiche.
Nel suo intervento, in cui ha toccato tutti i punti del documento politico proposto alla discussione del Congresso e successivamente approvato, e in cui ha illustrato anche i compiti organizzativi che il partito dovrà affrontare per divenire lo strumento di cui oggi c'è assoluto bisogno per intraprendere la strada di uno sviluppo rivoluzionario delle lotte, particolarmente applaudito dalla platea è stato il passaggio in cui Lotito ha ricordato che i sacrifici che richiede la militanza sono dovuti alla guerra che i padroni da sempre scatenano contro gli sfruttati, quella stessa guerra, la lotta di classe, che i militanti rivoluzionari hanno il dovere di combattere al fianco degli oppressi.
Gli interventi del dibattito successivo si sono svolti all’insegna di un sostanziale accordo di fondo sulle tesi politiche espresso dei numerosi intervenuti e le due giornate si sono caratterizzate per vivacità della discussione e delle proposte. Numerosi gli interventi di compagni giovani e giovanissimi, che componevano la stragrande maggioranza della platea. Molto applauditi gli interventi di operai impegnati in prima fila nelle lotte sociali, sindacali e politiche di questi mesi.
Il Congresso è stata anche l’occasione per conoscere e accogliere  nel partito compagni iscritti durante la campagna congressuale di queste ultime settimane. In diversi casi si tratta di compagni usciti sia da organizzazioni riformiste che centriste (molto applauditi i compagni siciliani usciti recentemente dal Pcl siciliano in rottura con la politica opportunista e tutta d'immagine di quel partito).
Numerosi i saluti che altre sezioni della Lit hanno rivolto al III Congresso. Sono stati letti durante i lavori i messaggi di saluto della Lct del Belgio, del Partito Operaio Internazionalista di Russia, del Mas del Portogallo, del Pst di Colombia, del Pt del Paraguay, di Izquierda Comunista del Cile, del Pstu brasiliano, del Pst del Perù, del Segretariato Internazionale della Lit. Molto applauditi anche i saluti degli operai della General Motors del Brasile.
Hanno poi portato di persona il saluto, intervenendo nel dibattito, Juan Ignacio di Corriente Roja, sezione spagnola della Lit, che ha parlato della rapida crescita delle lotte nel suo Paese e del ruolo che in esse sta svolgendo la nostra sezione spagnola; e Joao Ricardo Ayala, che è intervenuto a nome del coordinamento europeo della Lit.
L’ultima relazione della prima giornata congressuale è stata tenuta da Fabiana Stefanoni e ha riguardato la strategia e la tattica dell’intervento sindacale e operaio del Pdac, presentata anche nel documento discusso e approvato dal Congresso. Alla relazione è seguito un vivace dibattito incentrato soprattutto sulla tattica sindacale del partito. Nel corso del dibattito sono emersi i notevoli passi avanti fatti in questi anni dal Pdac nel costruire un proprio radicamento operaio e un intervento classista nei sindacati. Piena conferma è stata data alla scelta del Pdac di continuare a partecipare attivamente e a sostenere le più avanzate realtà di lotta che in questi mesi si stanno dotando di propri strumenti di coordinamento democratico: come è il caso del neonato coordinamento nazionale No Austerity e del Comitato pugliese Lavoratori in lotta.
 
Per la costruzione di un mondo nuovo
La seconda giornata di Congresso è stata dedicata all’esame dettagliato e alla discussione dei vari documenti ed emendamenti sottoposti al congresso. Anche questo è stato un momento di vivace dibattito, con diverse proposte e questioni politiche che sono state poste dai diversi delegati e che hanno permesso di aggiornare i documenti proposti alla discussione del congresso agli sviluppi delle ultime settimane. Dopo l’approvazione dei vari documenti (la prima versione è stata pubblicata sul nostro sito; a breve sarà pubblicato un opuscolo con i testi approvati dal Congresso), l’assemblea congressuale ha eletto i nuovi organismi dirigenti del partito ed ha poi votato alcuni ordini del giorno: uno in ricordo della lotta di Pinheirinho, un altro di solidarietà con gli operai della General Motors, un ordine del giorno per invitare alla partecipazione alla manifestazione nazionale in ricordo del compagno Dax con una prospettiva di antifascismo militante e di classe, un ultimo, infine, di solidarietà con il popolo del Mali contro l’aggressione imperialista francese e contro l’appoggio accordato alla missione militare dal governo italiano.
A concludere il Congresso, in nome del Comitato Centrale uscente, l’intervento di Francesco Ricci, che ha ripercorso alcune tappe della storia di Alternativa Comunista facendo anche un parallelo bilancio della situazione di alcune delle forze della sinistra che si richiamano a vario titolo al comunismo.
Ricci ha fatto un’analisi delle ragioni di fondo della disgregazione di Rifondazione Comunista e del suo progetto riformista, sottolineando come l’esclusione dal parlamento sia per quel partito  intollerabile: per questo motivo cerca disperatamente di rientrarvi affinché il proprio apparato burocratico possa sopravvivere, continuando ad ingannare centinaia di compagni onesti che rimangono in quell'organizzazione. L’ultima incarnazione di questo spasmodico tentativo di ritrovare il sussidio economico dello Stato borghese è l’operazione d’inserirsi nelle liste di Rivoluzione civile di Ingroia, che dichiara apertamente essere suo obiettivo un appoggio al prossimo governo di centrosinistra, un nuovo governo dei banchieri e degl industriali come già furono i governi Prodi I e Prodi II.
Nel 2006 alcuni dirigenti del Prc ci dicevano che uscendo da Rifondazione comunista non saremmo durati un anno. Oggi essi sono sull’orlo della crisi, sia nel caso di un ingresso in parlamento, situazione in cui si troverebbero schiacciati tra la necessità di sostenere le misure di austerità e lo scontento della base e dei militanti onesti di quel partito, sia nel caso di un insuccesso elettorale che potrebbe avere degli effetti esplosivi all’interno della burocrazia del Prc.
Guardando alle forze come noi nate da scissioni del Prc, come Sinistra Critica, Ricci ha poi ricordato come nel 2008, quando il Pdac si presentò alle elezioni presentando la candidatura a premier di Fabiana Stefanoni, i dirigenti di Sinistra Critica sostenevano con i giornalisti che il nostro partito non rappresentava nulla. Oggi, Sinistra Critica si trova davanti al fallimento del suo progetto politico centrista di “riunire i rivoluzionari con i riformisti onesti”. Fallimento peraltro ammesso sulle colonne della rivista di Sc da uno dei suoi stessi dirigenti storici, nonché ex parlamentare, Salvatore Cannavò, ora dedicatosi al lavoro di giornalista per il Fatto quotidiano. Questo fallimento nazionale segue l’esperienza fallimentare del Npa francese, che era il punto di riferimento di Sinistra Critica, e la sostanziale esplosione di quello che un tempo fu il Segretariato Unificato.
Ricci ha ricordato anche quando nel 2009, un paio di elementi del gruppo dirigente del nostro partito, partendo da un’analisi pessimistica degli effetti della crisi, secondo cui questa avrebbe prodotto un’atomizzazione della classe operaia e di conseguenza la necessità di prepararci ad un periodo di riflusso e non di ascesa delle lotte, come invece riteneva la maggioranza del Comitato Centrale, ruppero con il Pdac per entrare nel Pcl, dove (tra l'altro) nessuno imponeva loro di fare una battaglia classista nel sindacato (e dove dunque accordano il loro pessimismo sulla lotta di classe con un discreto ottimismo sui loro personali incarichi negli apparati burocratici). Dopo poche settimane da quella acuta previsione... la lotta di classe si riaccese in Europa, dalla Francia prima, alla Grecia, per esplodere nelle rivoluzioni del Nord dell’Africa e del Medio Oriente, per ritornare in Europa passando dalla Spagna al Portogallo e di nuovo in Grecia, confermando in questo modo l’esattezza delle previsioni che erano state formulate dal Pdac e dalla Lit. Previsioni corrette non perché il Pdac e la Lit dispongano di una sfera di cristallo ma solo perché si sforzano di applicare alla realtà odierna gli strumenti vivi del marxismo.
L'ultima parte del discorso conclusivo è stata infine dedicata all'"arma segreta" che ci ha permesso, pur commettendo errori, pur con mille limiti, di non cadere nel settarismo o nell'opportunismo che caratterizzano tutte le organizzazioni chiuse nel loro orizzonte provinciale o (quando abusivamente rivendicano il trotskismo) ferme nei confini di un nazional-trotskismo. Questa "arma segreta" è la Lega internazionale dei lavoratori, organizzazione internazionale di cui Alternativa comunista è sezione italiana, un’organizzazione internazionale realmente viva e in espansione in tutto il mondo e in Europa (oggi è di fatto, come riconoscono anche gli avversari, la principale organizzazione che si richiama al trotskismo), in cui c’è un dibattito vero (con congressi internazionali ed organismi democraticamente eletti) e una critica costante tra i compagni delle diverse sezioni per arrivare, superando le pressioni nazionali, a definire una strategia e una tattica realmente internazionaliste. E' questo un elemento -la costruzione contemporaneamente di un'organizzazione nazionale e internazionale- che certo oggi distingue il Pdac da ogni altra organizzazione del panorama politico a sinistra.
In conclusione Ricci ha citato una frase di Trotsky che si rivolgeva ai giovani e ai militanti che si avvicinavano alla Quarta internazionale: “Venite nella Quarta internazionale. Non vi promettiamo né privilegi, né carriere, né certezza di vittoria. Solo il sacrificio dei vostri giorni in una lotta costante e dura. Una sola cosa possiamo promettervi: se saremo battuti sarà solo dopo aver lottato. Se vinceremo, costruiremo insieme un mondo nuovo!”.
Dopo queste parole, il Congresso si è concluso intonando l’Internazionale, tra pugni chiusi e la commozione visibile di diversi delegati.
Un altro piccolo ma importante passo avanti verso la costruzione di quel partito rivoluzionario che ancora manca, è stato fatto.
 
 

Le prime foto
(a breve sul nostro sito web altre foto del III Congresso del Pdac)
 
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La presidenza del III Congresso
 
I relatori (Cammarata, Lotito, Mastrogiulio, Stefanoni, Ricci)
 
Alcune foto degli interventi nel dibattito
 
 
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