USIAMO LO SCIOPERO DEL 12 MARZO PER DIRE che
L'ARTICOLO 18 NON SI TOCCA:
LO DIFENDEREMO CON LA LOTTA
Di fronte allo sfacelo sociale prodotto dalla crisi, dall'avidità padronale e dai provvedimenti antioperai di un governo autoritario, corrotto e truffaldino, la Cgil chiama i lavoratori in piazza su una piattaforma debole, "fuori fuoco", con uno sciopero frammentato sia nei luoghi, sia nella durata (per alcuni è di 4 ore, per altri è di 8 ore). Se Cisl e Uil hanno ormai completato la loro virata in sindacati "gialli", secondo un modello aziendalistico e neocorporativo, la Cgil continua a mimare attraverso scioperi rituali un conflitto smorzato in partenza che non darà sbocco alle più pressanti esigenze dei lavoratori.
La piattaforma è tutta in
difesa, inquadrata in una impostazione riformista, il cui scopo è riprendere un
ruolo di negoziazione con il governo e Confindustria. Si chiede una "nuova
politica industriale" che significa risorse nazionali e locali per rimediare alle
ristrutturazioni capitalistiche accelerate dalla crisi, e cioè soldi e vantaggi
ai padroni. Si chiedono ulteriori ammortizzatori sociali che di fatto allungano
l'agonia dei lavoratori senza risolvere il problema occupazionale. Sul fisco si
fa la proposta di rimettere qualche soldo (pochi) in più nelle buste paga dei
lavoratori dal versante dell'irpef senza considerare che saranno rimangiati
dall'aumento delle tariffe e delle imposte indirette: la questione salariale va
affrontata globalmente, a cominciare dal blocco dei prezzi e delle tariffe
accanto a veri aumenti dei salari e delle pensioni. Sull'immigrazione non si
chiede l'abolizione della Bossi Fini (che si basa peraltro sulla Turco-
Napolitano) ma la sua "revisione", non si chiede l'abolizione dei Cie (Centri
di identificazione e di espulsione), si chiede il permesso di soggiorno per gli
immigrati "che lavorano" distinguendo tra immigrati "buoni" e "cattivi", non
riconoscendo loro la dignità di lavoratori (regolari o irregolari che siano) che
si possono auto organizzare, come abbiamo visto a Rosarno contro il
supersfruttamento del lavoro nero e come abbiamo visto il primo marzo dello "sciopero
dei migranti" che ha visto una Cgil defilata, refrattaria a proclamare uno sciopero
che avrebbe permesso la mobilitazione di un gran numero di lavoratori
immigrati.
Intanto è arrivato
l'ennesimo attacco all'articolo 18. Ma stavolta è pesantissimo, perché ottenuto
per via legislativa e subdolamente. Come possono oggi i lavoratori accettare
che questo diritto venga scippato, quando soltanto 7 anni fa l'hanno difeso con
un'importante mobilitazione di massa? Ma l'indignazione delle burocrazie della
Cgil si ferma allo strumento del... ricorso alla Corte Costituzionale; intanto i
lavoratori, ricattati come sono, nelle controversie di lavoro potranno "scegliere
liberamente" l'arbitrato piuttosto che il ricorso al giudice e così si
disintegra il fondamentale diritto al mantenimento del posto di lavoro. I
padroni ringraziano. Dall'alto del truffaldino risultato congressuale dell'80%,
la direzione epifaniana della Cgil impone una linea perdente che vede sempre
più migliaia di lavoratori scoraggiati. Occorre riprendere in mano il proprio
destino.
Mettiamo all'ordine
del giorno dello sciopero del 12 marzo la difesa incondizionata dell'articolo
18. Contestiamo i burocrati della Cgil che nei loro comizi cercheranno consenso
dai lavoratori! Imponiamo una piattaforma di vera lotta per rivendicare:
il respingimento dei licenziamenti e la difesa di tutti i posti di lavoro; la
difesa del salario, con forti aumenti salariali, maggiori per le categorie meno
pagate, con la riduzione drastica delle ore di lavoro; l'assunzione a tempo
indeterminato di tutti i lavoratori precari; la difesa degli strati più
sfruttati della classe lavoratrice, a partire dagli immigrati; pieno salario,
equivalente al salario medio, per i disoccupati e i sottoccupati; aumento delle
pensioni; organizzazione dell'autodifesa operaia a partire dai picchetti di
sciopero.
LAVORIAMO PER UN GRANDE SCIOPERO GENERALE
UNITARIO E DI MASSA
PER CACCIARE IL GOVERNO BERLUSCONI!