Elezioni amministrative:
viaggio tra i candidati del Pdac (prima puntata)
LE LISTE DELL'OPPOSIZIONE DI
CLASSE
a cura di Michele
Scarlino
E’ iniziata questa settimana la campagna
elettorale per le amministrative che ci porterà al voto il 6 e 7 giugno
prossimi. Il Pdac si presenterà a questa tornata elettorale che impegnerà
diverse sezioni del nostro partito (infatti non si vota in tutta Italia per le
amministrative).
Michele Rizzi (candidato Pdac alla
presidenza di Barletta-Andria-Trani) ,
al centro nella foto, e militanti di
Alternativa Comunista nella sede locale del partito
Lo spirito ed il senso della nostra partecipazione è quello che
da sempre accompagna i comunisti nelle campagne elettorali: utilizzeremo queste
elezioni per far conoscere il nostro programma, per sollevare localmente
questioni di cui nessuno discute (delocalizzazioni di aziende, precarietà, bassi
salari, questioni ambientali, solo per citarne alcune); sfrutteremo i riflettori
che la campagna elettorale accende per mostrare la nostra soluzione alle crisi
del capitalismo.
Il nostro, lontano dall’essere un partito elettoralista -
ovvero che vede le elezioni come unico momento di attività politica e che
investe in queste tutte le sue forze ed i suoi denari, come ad esempio
Rifondazione Comunista o altre organizzazioni minori (per queste organizzazioni
le elezioni sono questione di vita o di morte) – non è nemmeno un partito
astensionista di principio; per noi le elezioni sono una questione tattica, che
va valutata e decisa di volta in volta a seconda della situazione politica che
abbiamo dinanzi e nella quale dobbiamo agire.
Fatta questa breve ma doverosa
precisazione, possiamo iniziare il nostro “viaggio” nelle principali realtà
nelle quali il nostro partito si candiderà. Partiamo questa settimana dalla
Puglia, da una elezione provinciale, quella della neo provincia Bat (Barletta -
Andria - Trani), con l'intervista al candidato presidente Michele
Rizzi.
Intervistiamo Michele Rizzi, 38 anni, lavoratore
precario in un call-center candidato a presidente della provincia Bat per
Alternativa Comunista. Michele, questa
è la prima volta dalla nascita del partito di Alternativa Comunista avvenuta nel
gennaio 2007 che la sezione della Bat è impegnata in delle elezioni. Come
imposterete la campagna elettorale?
Mr: Certamente sfrutteremo la campagna
elettorale per far conoscere il nostro programma e per porre al centro del
dibattito politico questione locali di cui nessuno vuol parlare, come ad esempio
chiusura di numerose aziende e delocalizzazione di molte altre, questione
abitativa, precariato ecc. Ma non solo, sfrutteremo questo momento per
evidenziare come la crisi del capitalismo stia investendo anche il nostro
territorio ed offriremo la nostra via d’uscita dalla crisi.
Ci porremo come
unica candidatura antisistema, che dinanzi alla crisi del capitalismo dice
chiaramente che questo sistema economico può produrre solo altre crisi sempre
più lunghe e frequenti, guerre per l’accaparramento delle risorse primarie,
carestie e distruzione dell’ambiente. A questo rispondiamo con una alternativa
di società.
Ma qualcuno potrebbe dirti: ma non è
esagerato parlare di capitalismo per una candidatura alla
provincia?
Mr: se posso essere franco solo uno
sprovveduto (o qualcuno in malafede) potrebbe pormi una simile domanda. Il
capitalismo è un sistema mondiale (governato da un manipolo di uomini che sono
al di sopra delle leggi - generalmente scritte su misura per loro dai parlamenti
nazionali - e del controllo di chiunque, ovvero la borghesia) che trova i suoi
esecutori nei governi nazionali e locali. I governi locali sono spesso i
materiali esecutori di direttive contro i lavoratori e contro le fasce più
deboli della popolazione. Ma posso fare degli esempi per spiegarmi: nella
provincia dove ci candideremo, e precisamente a Barletta, c’è una azienda
municipalizzata, la Barsa Spa, che sta facendo la stessa fine di Alitalia: i
governanti locali la stanno facendo “bollire” per poi rivenderla ad imprenditori
amici. Questa è una normale prassi del capitalismo: socializzare le perdite e
privatizzare i profitti. O ancora: in questa provincia abbiamo una emergenza
abitativa, con case che costano moltissimo e larghe fasce di popolazione, in
primis giovani ed operai, che non possono permettersi una abitazione. Di contro
abbiamo tre o quattro costruttori che hanno centinaia di appartamenti che
lasciano sfitti per controllare e gestire i prezzi del mattone. Dinamiche che
descriveva già Marx nel Capitale. Noi cercheremo di far capireche nulla
è scollegato, ma tutto si tiene.
Nella vostra lista ci sono giovani,
operai, precari…
Mr: Certamente la nostra lista è frutto di
un lavoro che da anni facciamo sul territorio. Il fatto di vantare nelle nostre
liste operai, studenti che hanno lottato localmente contro la controriforma
Gelmini della scuola, ex operai (vittime della crisi…) del tessile calzaturiero,
precari della scuola ecc, sono il frutto di un lavoro fatto dai militanti in
questi anni. La costruzione di un partito passa soprattutto dal lavoro
quotidiano sul territorio, soprattutto per partiti come il nostro che non godono
di finanziamenti di alcun tipo e vivono solo grazie alle energie (anche
economiche) dei militanti e dei simpatizzanti.
Nella vostra provincia siete l’unica
candidatura “di sinistra”, come spieghi il tracollo di partiti come
Rifondazione?
Mr: Semplicemente le organizzazione della
sinistra cosiddetta “radicale” hanno esaurito il loro credito nei confronti dei
lavoratori, dei precari e degli studenti. Non puoi prendere voti sul pacifismo e
poi votare il rifinanziamento delle guerre di rapina in parlamento, oppure dire
di difendere i lavoratori e poi votare finanziarie lacrime e sangue con il
governo Prodi. Semplicemente il giochino prima o poi si sarebbe rotto. E cosi è
stato: sono stati giustamente spazzati via dal parlamento. Per Bertinotti il
comunismo è ormai parola impronunciabile, Ferrero invece pare abbia rimosso (con
una velocità che ha dell’incredibile) il suo recente passato di ministro del
governo Prodi ed oggi si propone come paladino dei diritti dei lavoratori. In
realtà il Prc di Ferrero non ha eliminato dal suo orizzonte, nemmeno imminente,
l’approdo ad una alleanza con il Pd (che Ferrero chiama confindustriale,
dimenticando che il suo partito a livello locale fa accordi con quello stesso
Pd, come nel caso della Provincia Bat).
Il nostro orizzonte è totalmente
diverso da quello a cui tendono i vari pezzi dei gruppi dirigenti dell’ex
arcobaleno. La nostra politica è estremamente chiara: c’è bisogno di un partito
comunista e rivoluzionario che metta in discussione le basi economiche di questo
sistema sociale che la crisi rende ancora più iniquo ed opprimente. Come farlo?
Stando in ogni lotta sociale, in ogni vertenza, proponendo la nostra via
d’uscita dalla crisi del capitalismo. Purtroppo non ci sono
scorciatoie.