Partito di Alternativa Comunista

L'incredibile vicenda di Peppe Fontana

IL PRIGIONIERO

L'incredibile vicenda di Peppe Fontana

 

 
Giuseppe Fontana ha 53 anni e ne ha passati 16 in carcere (in termini giudiziari 24 anni, dei 27 a cui è stato condannato).  

Arrestato nel 1994, processato e condannato con l'accusa di aver partecipato a un traffico internazionale di droga - vicenda per cui si è sempre dichiarato del tutto estraneo - ha più volte cercato di far riaprire il processo, visto che nel precedente era stata fatta scomparire una prova a suo favore e da allora sono emerse testimonianze che lo scagionerebbero.

Ma il problema principale di Fontana è il suo impegno. In carcere Peppe si è messo a leggere testi politici e a fare militanza (per quanto può un carcerato); è membro di Utopia Rossa. In carcere ha sempre lottato per la difesa dei propri diritti e di quelli degli altri reclusi: per questo è stato molte volte costretto in isolamento o trasferito in carceri dure e, nonostante abbia scontato gran parte della pena, non solo si vede negata la semilibertà ma, è notizia di questi giorni, è stato nuovamente trasferito in un nuovo carcere, ancora più duro. Riportiamo qui sotto la lettera con cui informa compagni ed amici.

Al compagno Fontana e ai suoi compagni la solidarietà di Alternativa Comunista che invita tutti a infrangere il silenzio su questa vicenda che, se purtroppo non è certo unica nel panorama repressivo del capitalismo, è davvero tra le più brutali.

 

 

LETTERA DI FONTANA DEL 27 MARZO

 

 

Cari amici e compagni,

Vi informo, sperando che questo mio messaggio giunga a destinazione, che sabato 27 Marzo sono stato impacchettato e con l’aereo da Catania deportato via Cagliari nell’Alcatraz di Nuoro , il famoso Lager “Badu e Carros” tristemente noto alle cronache per la prigionia e le torture ai combattenti politici (i Brigatisti Rossi se li ricorderanno ancora quei giorni passati in questo inferno), oggi Non-Luogo per terroristi o pseudo tali di Al Queda e Super Kriminali “Comuni” e gente scomoda da tenere lontano, che subiscono il programma di eliminazione da parte di questo regime Cileno- una deportazione allucinante con varie lunghe soste a Catania e Cagliari e con le manette serrati ai polsi dall’alba alle 19:30 persino sull’aereo!

Come potete comprendere la vendetta da parte della direttrice Francesca Vazzana, tenuataria del Kattiverio Palermitano e prima quello di Trapani da dove fu cacciata dal corpo della polizia penitenziaria con le urla di felicità dei detenuti, non si è fatta attendere, altro che “la vendetta è un piatto che si gusta freddo”! non ha atteso che ultimassi gli esami di Stato che avrei dovuto sostenere a Giugno! non si è curata di attendere gli esami clinici che il dirigente sanitario ha disposto a seguito dello sciopero della fame e della sete! e non appena mi sono dissetato ha chiesto il mio allontanamento dal suo Feudo! sarebbe interessante sapere con quale motivazione vista la tempestività con cui l’ufficio trattamento detenuti presso il D.A.P. di Roma ha accolto la sua richiesta.

Non riesco a comprendere come mai questo ufficio potendomi trasferire in una delle carceri Siciliane, tenendo conto che sconto un residuo pena per un reato che non può più essere espiato nei circuiti dell’alta sicurezza né tanto meno in Lager Speciali, come questa Guantanamo Italiana, tenendo conto che godendo dei permessi premio, beneficio che di per sé attesta la non pericolosità del sottoscritto è una declassificazione di fatto, tenendo conto che un iscritto al quinto e ultimo anno di scuola e a tre mesi dagli esami di Stato non può per legge essere trasferito, a meno che non costituisca un pericolo per l’ordine e la sicurezza del carcere, tenendo conto che le relazioni comportamentali redatte dai vari Team trattamentali delle carceri ove sono stato negli ultimi dieci anni escludendo la mia pericolosità e che anzi esse mi hanno permesso la premialità beneficiando di permessi (permesso che avrei dovuto avere proprio in questi giorni!), non comprendo tenuto conto di tutto ciò, cosa che deve fare chi organizza i trasferimenti, la decisione e la scelta di trasferirmi nella peggiore delle prigioni Europee!

Mi pare chiaro, come lo denuncio da sempre, quell’occulto programma che mi vuole eliminare o vi è ancora qualcuno che possa dubitarne ?!?

Questa deportazione ora e qui, significa soltanto immane tortura lontano da ogni controllo- vogliono isolarmi e rendere un inferno la mia vita.

Io non so come faccio a sopportare tutto ciò e non so cos’altro può ancora accadermi, so però con certezza che la mia inalienabile volontà non permetterà a questo regime Nazimafiomassoteocratico di vedermi in ginocchio! questo se lo potranno soltanto sognare, perché io non sono programmato per arrendermi a chi s’illude di potermi ricattare semplicemente di morte della mia carne!

Voi, Amici e Compagni, sappiate però che io continuerò a lottare sempre e che se doveste apprendere che mi hanno trovato morto, privo di quella vita materiale che mi sta consentendo di testimoniarvi il mio esserci fisicamente, che sono stato suicidato.

Perché io non ho alcuna lontana voglia di crepare.

Ritornando alla “Feudataria del Pagliariccio e Cancelli”, ditemi voi se una così impulsiva, emotiva, vendicatrice, irresponsabile e prepotente possa essere idonea a poter gestire un istituto di rieducazione, quale dovrebbe essere il luogo da dove sono stato cacciato, ancora debilitato dallo sciopero della fame/sete, solo perché ho osato mettere in discussione il fuorilegge modus operandi et agendi, e insieme a me importanti operatori penitenziari di quell’istituto, il dirigente sanitario, i professori della mia scuola e la gran parte degli ufficiali della sorveglianza, di una che si crede ,”IO SONO LA LEGGE”!

Non credo di dovervi testimoniare altro per darvi l’idea di come e quanto continuo a subire ininterrottamente da 16 anni e con me tutti i miei cari, inclusi gli amici e i compagni che mi sostengono, cioè voi tutti.

Esistono delle autorevoli associazioni quali “Antigone”, “A buon diritto” rappresentato da Luigi Manconi e altre ancora, come “Giustizia Giusta” o “Ingiusta Giustizia”, ecco, concludo questo mio comunicato, di lotta e denuncia, rivolgendomi anche ad esse, invitandole ad intervenire concretamente affinché sia garantita giustizia, il diritto all’Habeas Corpus, il diritto a resistere all’ingiustizia e a denunciarla, a tutti i Prigionieri Di Stato e Comuni Detenuti, senza subire rappresaglie e/o rischiare di essere suicidati dall’ormai incontrollato e assassino sistema carcerario Italiano.

 

Hasta La Victoria,Siempre !!!

Il Prigioniero Di Stato

Peppe Fontana

 

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