Partito di Alternativa Comunista

Campania: Buongiorno Munnezz!

Campania
Buongiorno Munnezz!
Dopo anni di promesse e rinvii la “monezza” (politica) detta ancora legge
 
 
di Giuseppe Guarnaccia (*)
 

Cosa vuol dire "emergenza rifiuti"
La Campania è sommersa dai rifiuti, quasi fosse un’onda anomala che lentamente copre il territorio regionale ed entra nelle case della popolazione.
Dopo quasi quindici anni di promesse, provvedimenti mancati o non attuati e nomine di "commissari speciali", la situazione non migliora e anzi le città campane sono sommerse da quintali di rifiuti tanto da sembrare delle discariche a cielo aperto a pochi metri da case, scuole, ospedali e parchi urbani. L’emergenza potrebbe produrre a breve fenomeni pericolosi per la salute pubblica, soprattutto in vista dell’arrivo della stagione calda: una epidemia in quelle condizioni non è una cosa lontana dall’accadere.
Una situazione al collasso che parte dal 1994, anno in cui la Regione è stata commissariata proprio per fare fronte al difficile momento che viveva tutta la Campania rispetto ad una scellerata (ma solo in apparenza) politica di smaltimento dei rifiuti. I politicanti locali, colpevoli della sciatta-criminale gestione dei rifiuti, propongono come soluzione o le discariche o gli inceneritori: entrambe dannosissime per la popolazione e che producono affari miliardari per la camorra (non che questo dispiaccia a certi politici napoletani). La struttura commissariale e la Regione Campania sono i diretti responsabili dell’attuale emergenza; non solo le discariche non sono state chiuse, ma sono addirittura state moltiplicate, peraltro senza gravi danni al business delle ecomafie, che gettano rifiuti tossici e pericolosi in discariche abusive a cielo aperto. Le istituzioni intendono risolvere l'emergenza devastando ulteriormente il territorio con la costruzione di nuove discariche. La gente, esasperata, ha iniziato ad appiccare roghi per cercare in qualche maniera di liberarsi dei rifiuti che sono veramente tanti ed in ogni via delle città della provincia. L’ acutizzazione dello scontro tra le popolazione e le Istituzioni regionali e nazionali vive oggi una fase drammatica.
 
Il caso di Serre (Salerno)
Tra i quattro siti individuati sul territorio campano per l’installazione delle discariche è stata inclusa anche Serre, piccolo centro in provincia di Salerno.
La popolazione locale da giorni presidia il sito per evitare che le ruspe del Genio Militare, prontamente inviate dal governo Prodi, e supportate da cinquecento agenti in tenuta antisommossa,  possano dare inizio ai lavori. La polizia però ha sfondato il blocco costituito dai manifestanti per impedire l'accesso nell'area dove dovrà essere realizzata una delle quattro discariche indicate nel decreto approvato dal Consiglio dei Ministri. Negli scontri tre persone sono rimaste contuse.
Il “governo amico”, di fronte a una pronuncia della magistratura salernitana che vietava l’apertura della discarica a Serre non ha trovato di meglio che emanare un decreto legge che vanifica la decisione del Tribunale, permettendo l’installazione di discariche e autorizzando, contestualmente, l’uso della forza per vincere le resistenze delle popolazioni locali.
Sabato 19 maggio a Napoli una manifestazione organizzata dalla Rete nazionale rifiuti zero, dai comitati civici, e da altre organizzazioni politiche, tra cui il Pdac, ha visto scendere in piazza circa seimila manifestanti pronti a opporsi alle decisioni del governo, della regione e del commissariato straordinario per l’emergenza rifiuti. La  strenua difesa dell’ambiente, dell’aria, dell’acqua, del suolo, costituisce un ostacolo al dispiegarsi dello sfruttamento del territorio da parte del capitalismo, che non vuole intralci nella sua perversa logica di intreccio con gli interessi dell’affarismo imprenditoriale e della malavita organizzata.
 
Il ruolo della sinistra di governo
Come PdAC denunciamo anche con forza l’opportunismo della cosiddetta “sinistra radicale di governo”, Rifondazione in testa, che, per tenere fede al proprio sedicente ruolo di “partito di lotta e di governo”, si limita a mimare un’opposizione di facciata (il ministro Ferrero che non vota il decreto legge, mentre il Prc sostiene il governo Prodi; il consigliere regionale Rosania che “chiede il permesso” al Prc di potersi astenere nel voto con cui è stata approvata la pessima legge sul piano regionale dei rifiuti, mentre l’intero suo gruppo vota a favore e continua a sostenere il governo Bassolino in prima linea nell’aggressione alle popolazioni che difendono la propria salute), condividendo nei fatti le politiche di guerra e di rapina degli stessi Prodi e Bassolino.
Il Partito di Alternativa Comunista esprime la più totale solidarietà alla popolazione di Serre - e di tutti gli altri territori della regione Campania - che in queste ore è sottoposta al brutale attacco del governo nazionale e regionale che, attraverso il braccio armato della polizia e dell’esercito, stanno tentando di sedare violentemente la giusta protesta di comunità che non vogliono subire passivamente le fallimentari e irresponsabili politiche nazionali e locali in materia di rifiuti.
Lo sviluppo di una battaglia contro il problema rifiuti in Campania implica in primo luogo la costruzione di una mobilitazione indipendente dai due poli dell'alternanza e quindi dagli schieramenti politici locali collusi con la ricca e strafottente camorra: tutti interessati al permanere di una situazione da cui traggono profitto. Per fermare le politiche dei governi nazionale e regionale si deve puntare alla costruzione di uno sciopero generale, legando la questione alle altre vertenze locali e nazionali contro il governo. In termini complessivi, invece, è evidente che questo problema -così come tutte le altre questioni ambientali e sociali- non può trovare una soluzione reale all'interno dell'anarchia del sistema di produzione capitalistico, basato inevitabilmente sulla distruzione dell'ambiente. Solo un controllo dei lavoratori sul "cosa", "come" e "per chi" produrre può condurre a soluzioni realistiche. Per questo anche il "basso" problema dei rifiuti richiede una soluzione "alta": l'alternativa comunista.
 
 
(*) Direttivo Sezione di Salerno del PdAC

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