Da una parete sola
con gli operai della Nuova Sirma in lotta
La sezione
di Venezia del PdAC il 19 marzo ha portato la propria solidarietà ai lavoratori
della Nuova Sirma, azienda di Porto Marghera, in lotta per la difesa del posto
di lavoro.
La
proprietà vuole chiudere un'azienda sana per mettere sul mercato le banchine e
le strutture per speculare sulla logistica dell'interportualità.
Ai lavoratori è stato distribuito il seguente volantino di Alternativa Comunist a, un partito che si costruisce nelle lotte.
Un
Un altro dramma sociale si aggiunge ai tanti presenti
sul territorio veneziano: quello di alcune centinaia di lavoratori della Sirma,
azienda produttrice di materiali refrattari, che in questi ultimi giorni ha
manifestato la volontà di chiudere le proprie attività a Porto Marghera.
Non esiste alcuna difficoltà di tenuta produttiva dal
momento che la stessa azienda ha commesse di lavoro per circa 10 milioni di
euro da qui a fine anno ed inoltre ha sempre mantenuto un buon livello di
competitività nel mercato. Ed allora perchè chiudere?
Perchè smentire la stessa propria volontà di quotarsi
addirittura in borsa come sembrava far presagire poco tempo fà la stessa
direzione aziendale?
E soprattutto, perchè assumere un comportamento
irrispettoso e sordo nei confronti dei lavoratori che a gran voce chiedono
chiarezza sulle loro sorti?
Sono domande che trovano risposte solo sulle logiche
speculative di profitto che regolano l'intera economia di quest'area e che
fanno capire al Gavioli di turno che è molto più conveniente svendere l'intera
azienda che continuare a produrre "temendo", a suo dire, la concorrenza cinese.
Lo scenario e' sempre uguale: fornitori non pagati, silenzi ed assenze su
investimenti da fare, ritardi sul disbrigo delle rate di concessione portuale e
la stessa storia sui bassi livelli di produttività!
La realtà e' tragica! Non basta per tranquillizzare i
lavoratori dire loro che verranno ricollocati; dopo un anno e mezzo di chiusura
della Dow Chemical solo 30 lavoratori su 180 sono stati risistemati! L'intero
territorio portuale veneziano assomiglia sempre più ad un western produttivo in
cui sempre più, spazi e banchine ( la Sirma ne possiede) fanno gola a chi
intende gettarsi nel business della logistica.
La stessa Giunta del Comune di Venezia appare
ridicola nel tentativo di apparire sensibilizzata al problema, ricevendo,
inoltre, la richiesta dei lavoratori del cambio d'uso delle aree al fine di
evitare azioni speculative future.
Il sindaco che si "preoccupa" dei lavoratori della
Sirma è lo stesso che svende i piu' prestigiosi palazzi veneziani e li offre
alla speculazione turistica (Nani, Zaguri, Costa, Bonfandini, ecc), che si
appresta a cedere Palazzo Labia e che, non ultimo, esternalizza i musei civici
attraverso la costituzione di una Fondazione in cui far confluire figure
finanziarie amiche!
I lavoratori sappiano chi hanno di fronte!
Solo una lotta autonoma ed indipendente potrà ridare fiducia e speranze per un futuro produttivo alla Sirma evitandole di farle fare la stessa fine dello stabilimento di Tencara!
Il tutto inquadrato in un progetto più ampio di unificazione delle varie vertenze in atto allo scopo di unificarle ed arrestare da subito i vari processi speculativi legati alla monocultura turistica, commerciale ed espositiva ed evitare che tutto l'intero territorio di Porto Marghera diventi solo una grande piattaforma logistica.
No alla chiusura e ai licenziamenti della Sirma!
No alle speculazioni e alla svendita di spazi e territori!
Si alla lotta ad oltranza in difesa della Sirma!
Si al controllo operaio della fabbrica, mantenendo l'attività e i livelli occupazionali!
Si allo sciopero generale dell'intera realtà veneziana, unità di classe di tutti i lavoratori!