LA CREMONA ANTIFASCISTA DICE NO A CASA POUND
di Mirko Seniga*

Lo
scorso 4 maggio, a Cremona, circa 300 compagne e compagni antifascisti hanno
manifestato la propria contrarietà all'ufficializzazione della sede cittadina
di Casa Pound, in via Geromini.
I
militanti del Partito di Alternativa Comunista della sezione cremonese hanno
partecipato attivamente all'organizzazione e alla gestione del corteo che ha
sfilato per le vie del centro storico della città. Il Pdac è stato l'unico
partito presente, insieme con i compagni dei due centri sociali cittadini, alla
contestazione antifascista, animata tra l'altro da diversi immigrati e da molti giovani studenti.
La
presenza di alcune decine di neofascisti, intervenuti da altre città per
l'evento, ha inevitabilmente causato la militarizzazione, non solo dello
Stoccafisso, sede di Casa Pound Cremona, ma di tutte le arterie principali
cittadine. Centinaia tra carabinieri e polizia hanno dato vita a una situazione
surreale di tensione che ha di fatto impedito agli stessi cittadini cremonesi
di recarsi nel centro cittadino dove abitano e lavorano. Già nelle giornate che
hanno preceduto la manifestazione, la situazione descritta era ben chiara e
prevedibile. Tale scenario ha causato diverse e animate riunioni preparatorie fra
le varie forze antifasciste, dove il nostro intervento ha contribuito
all’organizzazione del servizio d'ordine e la relativa sicurezza dei
partecipanti.
E’
stata una grandiosa giornata antifascista, radicale nei contenuti: non solo è
stato espresso odio contro i fascisti ma è stata anche presa una netta
posizione contro i loro complici nelle istituzioni. Basta pensare proprio
all'amministrazione comunale di Cremona, che ha concesso allo Stoccafisso di
divenire circolo culturale aperto al pubblico.
Il
corteo ha sfilato per le vie cittadine blindate passando proprio a pochi metri
dal covo fascista per poi dirigersi a riprendersi il centro cittadino cremonese
sino ad arrivare sotto il palazzo comunale: alla fine del corteo, oltre al
nostro applaudito intervento (che ha espresso chiaramente che la lotta al
fascismo è la lotta al capitalismo), diversi giovani e immigrati hanno espresso
la loro rabbia su problematiche come il diritto alla casa e permessi di
soggiorno.
*Direttivo Pdac Cremona