NO AI LICENZIAMENTI
LA CRISI LA PAGHINO I BANCHIERI E I PADRONI,
NON I LAVORATORI
Facciamo come i lavoratori dell'Iris che hanno proclamato lo sciopero ad oltranza e picchetti davanti a tutti gli stabilimenti del gruppo
Sempre a Modena, la Bosch ricorre alla cassa integrazione e la Fiat rompe gli accordi già siglati circa l'assunzione di 30 precari a tempo determinato. Nell'edilizia in pochi mesi si sono già persi più di 1000 posti di lavoro nella sola provincia modese. La Gambro di Medolla subisce la stessa sorte: sono stati dichiarati 160 esuberi, con il mancato rinnovo dei contratti precari e la messa in mobilità di 80 dipendenti a tempo indeterminato. E si tratta purtroppo solo di qualche esempio. Tutto questo avviene mentre il costo della vita continua a crescere e il governo smantella i servizi pubblici (dalla scuola alla sanità).
Perché le fabbriche metalmeccaniche e le grandi aziende chiudono? perché annunciano bilanci in rosso (senza in realtà mai renderli pubblici) e delocalizzano la produzione in Stati dove i salari sono più bassi. In questo modo, garantiscono i loro profitti miliardari e scaricano il costo della crisi sulle spalle dei lavoratori, destinati alla disoccupazione. Alcuni comuni del modenese si impegnano a offrire "aiuti alle famiglie": ma un bonus di 200 euro all'anno non basta per compensare un posto di lavoro perso.
Bisogna respingere fin da subito questo attacco ai lavoratori. Oggi licenziano il nostro collega di lavoro, domani toccherà a noi: quando saremo tutti disoccupati non avremo più la forza per farci sentire. Occorre scendere in campo, seguire l'esempio dei lavoratori dell'Iris che hanno proclamato lo sciopero ad oltranza e picchetti in tutti gli stabilimenti del gruppo del presidente Minozzi, villa privata di gran lusso compresa. Se le aziende che si sono arricchite per decenni sul nostro lavoro chiudono, allora lo Stato le espropri e le dia in gestione ai lavoratori! La crisi la paghino i banchieri e i padroni miliardari, non chi lavora tutto il giorno per un misero stipendio!
Il Partito di Alternativa Comunista - sezione di Modena esprime piena solidarietà ai lavoratori delle fabbriche e delle aziende che licenziano e appoggia gli scioperi e le lotte dei lavoratori. In tutta Italia un milione e mezzo di lavoratori perderanno il posto di lavoro: l'unica strada vincente è quella della lotta ad oltranza.
- NO AI LICENZIAMENTI
- NO AI PIANI DI RISTRUTTURAZIONE CHE PENALIZZANO I LAVORATORI
- SI ALLA RIDUZIONE DELLA SETTIMANA LAVORATIVA, MA SOLO A PARITA' DI SALARIO (E NON A SALARIO DIMEZZATO, COME PROPONE IL GOVERNO)
- SI ALLA NAZIONALIZZAZIONE SOTTO CONTROLLO DEI LAVORATORI DELLE AZIENDE CHE CHIUDONO E LICENZIANO