UNA GRANDE ASSEMBLEA OPERAIA A LATINA
a cura della redazione web
Sabato 24 si è svolta presso il teatro S.M. Goretti di iniziativa del Comitato Operaio Contro l'Amianto, a cui oltre ai 300 lavoratori della Nexans, hanno partecipato i componenti dei comitati operai degli stabilimenti della ex ALCOA , della SICAMB,della FIAT IVECO, della Eni Power, della Simmenthal, della Bristol, della Slim e della Chemtura.
L'iniziativa, nata dall'accoglimento dei ricorsi per il riconoscimento dei benefici previdenziali degli esposti all'amianto, patrocinati dal compagno Ruggero Mantovani, si è trasformata, su proposta di quest'ultimo e dei relatori internvenuti: Andrea Bulgarelli (Cooordimento Studenti in Lotta) che ha portato la solidarietà degli studenti agli operai, Antonella Rossi che ha partecipato alla difesa giudiziale, dal mondo sindacale Carlo Papa (segretario dello Spi-Cgil) e Patrizio Cacciotti (coordinatore provinciale dell'RdB); nella costituzione di un comitato di lotta permanente contro l'Amianto a cui in pochi giorni hanno aderito gia tanti lavoratori.
Si tratta di un momento di lotta che unifica tanti operai che, non volendo delegare le proprie rivendicazioni a istituzioni e politicanti di turno, intendono autoorganizzarzi per costruire una serie d'iniziative che impongono una seria riflessione sulla condizione della salute in fabbrica.
Dopo anni di colpevoli silenzi solo le continue morti operaie hanno dimostrato all'opinione pubblica che molto spesso di lavoro si muore e ci si ammala. L'autoorganizzazione operaia ancora una volta vuole far emergere la centralità del lavoro sul capitale; la necessità di tutelare la salute e la vita umana contro la logica del profitto e di chi in questi anni ha portato a casa veri e propri bottini, lasciandoci in eredità solo disoccupazione, malattia e morte ai lavoratori.
Il PdAC, sezione di Latina, oltre a vedere i propri militanti tra i protagonisti di questa iniziativa, è in prima linea con questi lavoratori che a partire dalla questione della salute in fabbrica ripropongono, ancora una volta, la centralità della classe operaia e della ricomposizione indipendente del movimento dei lavoratori per costruire un altro mondo possibile che noi chiamiamo socialismo.