Partito di Alternativa Comunista

Vicenza La calda estate dei lavoratori comunali

Vicenza

La calda estate dei lavoratori comunali

Una importante esperienza di lotta. Intervista ai protagonisti

 

 

Intervista a cura della sezione Pdac di Vicenza

 



 

 

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Chiediamo a Maria Teresa Turetta (Rsu Comune di Vicenza e componente della Segreteria Cub Vicenza) ed Emilio Dalla Riva (Rsu Comune di Vicenza e componente del Direttivo Cub Vicenza) di parlarci del periodo di lotta che i dipendenti dei Settore Anagrafe e Decentramento del Comune di Vicenza hanno intrapreso durante il periodo estivo, periodo di scioperi che ancora non si è concluso. Ci sembra infatti una interessante esperienza di lotta, tanto più in una fase di relativo stallo come quella che (a differenza di altri Paesi europei) attraversiamo a livello generale nel nostro; fase in cui in realtà si moltiplicano lotte locali, tra loro isolate (per precisa volontà delle burocrazie sindacali), lotte che spesso nemmeno vengono conosciute dai lavoratori delle altre situazioni, grazie al silenzio dei media borghesi ma anche di quelli di sinistra. Un primo contributo per unire tra loro queste lotte è farle conoscere, compito che da tempo il nostro sito e la nostra news svolgono, spesso solitari.

 

I mesi di luglio e agosto 2012 l’amministrazione comunale di Vicenza, guidata dal sindaco del Pd Achille Variati, è stata posta pesantemente sotto accusa dai dipendenti dei Settori Anagrafe e Decentramento del Comune di Vicenza. Il sindacato Cub (Confederazione Unitaria di Base) ha proclamato lo sciopero degli straordinari per i mesi di luglio, agosto e settembre e Cgil-Cisl-Uil hanno proclamato lo sciopero il 9 agosto, per l’intera giornata. Una situazione di cui non c’è recente ricordo a Vicenza per quanto riguarda i dipendenti comunali di Vicenza. La stampa locale ha parlato di questi scioperi dei due settori come un evento “storico”. Puoi spiegare le motivazioni dello sciopero, come i lavoratori sono arrivati a questa mobilitazione e il ruolo dei sindacati?

E. Dalla Riva: tutto è iniziato con un ordine di servizio della Giunta Comunale con il quale si chiedeva al personale in servizio presso i Settori Anagrafe, Stato Civile, Elettorale e Decentramento del Comune di Vicenza, già oberati di un carico di lavoro impressionante, l’espletamento di un’ulteriore attività. Con una propria decisione, la Giunta comunale di Vicenza, guidata dal Sindaco del Pd Achille Variati, eletto inaspettatamente nel 2008 dopo 10 anni di giunte di centro-destra, ha deciso di aprire gli sportelli dell’anagrafe centrale anche di sabato mattino per il rilascio delle carte d’identità, nel periodo dal 9 luglio al 22 settembre 2012.
Il metodo usato, oltre che unilaterale e senza una quantomeno previa informativa alle organizzazioni sindacali (non che noi crediamo nella bontà di quest’ultimo metodo concertativo…), era quello di far ruotare il personale già in servizio presso l’anagrafe utilizzando lo strumento del lavoro straordinario. Le motivazioni addotte per tale scellerata decisione, scaricata sulle teste dei lavoratori, è stato l’aumento delle richieste di carte d’identità che si registra nei periodi estivi per motivi turistici.
Subito, quali componenti e delegati Rsu per il Comune di Vicenza dell’organizzazione sindacale Confederazione Unitaria di Base (Cub), abbiamo contestato il provvedimento sia nel merito sia nella forma: a fronte, infatti, d’annosi e prevedibili problemi dell’Ufficio Anagrafe in Comune di Vicenza, dovuti alle storiche carenze di personale, sempre da noi segnalate e denunciate in maniera sistematica, anziché implementare il personale in servizio, si faceva un utilizzo distorto dell’istituto contrattuale dello straordinario, che può essere utilizzato soltanto di fronte a situazioni non programmabili, non sussistenti invece in questo caso in quanto si trattava di una situazione prevedibile. Inoltre è stato chiesto di prestare lavoro straordinario a personale che svolgeva servizio part-time per motivi familiari, dovuti all’assistenza ai propri figli o ai genitori anziani, in contrasto con i contratti collettivi vigenti e le normative nazionali ed europee che vietano a questi di svolgere prestazioni aggiuntive al loro normale orario di lavoro ridotto.
A fronte delle nostre proteste l’Amministrazione, colta da noi nella flagranza dell’illegittimità dei provvedimenti adottati, si barcamenava con risposte contraddittorie per correre ai ripari e nascondere e minimizzare quanto deciso, con la contrarietà piena di tutti i lavoratori dell’anagrafe, arrabbiatissimi per quanto deciso.

E’ stato il sindacato Cub, però, ad essere il primo che ha dato voce ai lavoratori…

E. Dalla Riva: infatti, Noi, quali delegati sindacali Cub e Rsu del Comune di Vicenza, vista la latitanza di Cgil, Cisl e Uil a dare risposte ai già spremuti lavoratori dell’anagrafe (che tra l’altro, proprio in questo settore erano tutti loro iscritti, a prova della distanza esistente tra la dirigenza e le segreterie dei sindacati confederali con la loro base), abbiamo deciso il 3 luglio 2012 di proclamare lo stato d’agitazione, istituto obbligatorio previsto dalla legge 146 del 1990 prima di poter proclamare uno sciopero nei servizi pubblici essenziali, quali sono ritenuti alcune delle attività svolte nel settore anagrafe.

Il giorno dopo, seguendoci a ruota, anche i segretari cittadini delle Federazioni del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil, pressati dalle insistenze dei lavoratori dell’anagrafe ma timorosi di andare contro l’Amministrazione amica a guida Pd, proclamavano lo stato d’agitazione. A conferma di ciò, alcuni lavoratori ci hanno informati che nelle assemblee con il personale, organizzate dalle segreterie confederali, alcuni loro dirigenti sindacali si erano espressi per un ampliamento del servizio anagrafe di sabato mattino, pur con la presenza delle stesso numero d’addetti!

La proclamazione dello stato d’agitazione deve seguire un iter preciso, come lo avete affrontato?

E. Dalla Riva: siamo stati convocati, sia noi sia Cgil, Cisl e Uil per il 10 luglio 2012 dal Prefetto di Vicenza, Organo cui è demandato il compito di svolgere il tentativo obbligatorio di “raffreddamento” e tentare la conciliazione tra i lavoratori, rappresentati dai loro delegati, e il datore di lavoro-amministrazione pubblica.

Come si è svolto quest’incontro?

E. Dalla Riva: al mattino del 10 luglio, con mia grande sorpresa dovuta anche alla mia ingenuità, considerato che sono un delegato sindacale eletto da appena quattro mesi e ancora inesperto rispetto alle mie compagne delegate della Cub, rimanevo sorpreso che i “grandi” sindacati confederali avessero chiesto una trattativa separata per il pomeriggio, tra loro soli e il Prefetto, escludendoci, di fatto.

Non pensi d’essere troppo severo con te stesso, auto- accusandoti d’ingenuità?

E. Dalla Riva: diciamo allora che ero innocente, in questo senso pensavo che tutti noi avremmo cercato, in modo adulto e consapevole, di abbandonare i particolarismi e intraprendere una lotta unitaria in difesa dei diritti dei lavoratori.  Quest’esperienza mi ha insegnato che ai sindacati concertativi non importa una lotta unitaria tra tutte le forze per il miglioramento delle condizioni dei lavoratori, indistintamente da chi è promossa, ma interessa solo distinguersi per proteggere le proprie auto-referenze, anche a danno e a scapito dei lavoratori, che tra l’altro, nella presente vertenza, erano tutti loro iscritti. In controtendenza con molti altri settori del Comune (Cub è il primo sindacato in termini d’iscritti in Comune di Vicenza), al settore Anagrafe la maggior parte dei lavoratori sono iscritti a Cgil- Cisl-Uil (soprattutto Uil).

Cos’è successo, quindi, in Prefettura?

E. Dalla Riva: da quel momento ho capito che quando il sindacato decide una strada perché ritenuta giusta per la lotta dei lavoratori, queste idee e queste posizioni devono essere portate avanti in maniera intransigente. Per questo, di fronte al tentativo istituzionale del Prefetto di farci ritirare lo stato d’agitazione, considerate le solite trite e ritrite promesse da parte dell’Amministrazione, noi, come Cub, avendo invece ben presente la situazione d’esasperazione dei lavoratori, abbiamo deciso di proclamare lo sciopero dello straordinario per un mese e un’intera giornata di sciopero per uno dei sabati della “discordia”.
I confederali, nel frattempo, al tavolo separato pomeridiano, decidevano di congelare lo stato d’agitazione, in vista d’ulteriori novità, salvo poi successivamente “arrendersi” (con loro malincuore, immagino), di fronte alle ennesime bugie dell’Amministrazione e alle insistenze e alle pressioni degli esasperati lavoratori, loro iscritti.

Le burocrazie sindacali di Cgil-Cisl e Uil sono state costrette, quindi, a seguire a ruota la strada di lotta della Cub …

E. Dalla Riva: certo, possiamo affermare che in questo passaggio hanno vinto i lavoratori, che hanno capito come le segreterie d’alcuni sindacati stiano dalla parte dell’Amministrazione e decidevano così di pressare le dirigenze sindacali con le loro richieste. E’ anche per questo che, sia a livello nazionale sia a livello locale, ci stanno massacrando: qualcuno, come i sindacati confederali, che dovrebbe difendere i lavoratori, non lo fa.
Comunque, il nostro sciopero, proclamato per il 28 luglio 2012, è riuscito, nonostante l’Amministrazione cercasse di coartare i lavoratori e di sostituire coloro che avevano proclamato la loro adesione. Siamo stati costretti ad intervenire nuovamente, diffidando l’Amministrazione Comunale di Vicenza per comportamento antisindacale. Falliva così il tentativo dell’amministrazione d’imporre lo straordinario il sabato mattina ai lavoratori dell’Anagrafe, Stato civile e Decentramento. Un tentativo che era la risposta all’evidente disorganizzazione del settore, nonostante la presenza di dirigenti pubblici strapagati. Una disorganizzazione che si voleva far pagare agli utenti con file interminabili agli sportelli e che si voleva scaricare ulteriormente, più di quanto già succede nel normale orario di lavoro, a lavoratori già spremuti come limoni e mal pagati.
Le organizzazioni confederali, nel frattempo, seguendoci sulla scia del successo del nostro sciopero e non certamente per proprio convincimento, hanno proclamato anche loro uno sciopero per l’intera giornata del 9 agosto, più che altro perché spinti dalla paura di perdere iscritti, loro unica preoccupazione. Comunque anche questo sciopero è riuscito, segno della determinazione alla lotta da parte dei lavoratori, uno sciopero che ha portato alla chiusura totale dell’anagrafe in un caldo giovedì agostano, giornata di mercato cittadino e con la massima affluenza d’utenti.
Noi, come sindacato Cub, a causa degli accordi capestro che limitano il diritto di sciopero e che sono stati avvallati, non da noi, ma da altre organizzazioni sindacali, non abbiamo potuto, come avremmo voluto, unirci alla proclamazione della sciopero proclamandolo anche noi per lo stesso giorno. Abbiamo però aderito pubblicamente e diffuso la nostra adesione con comunicati stampa e siamo stati presenti alla protesta dei lavoratori in Piazza Biade, la piazza di fronte agli Uffici dell’Anagrafe Centrale, per informare la cittadinanza di quello che sta avvenendo all’interno degli Uffici e per chiedere agli utenti di fare fronte unico con i lavoratori in lotta. Ma il merito della riuscita di questa giornata di sciopero, anche in questo caso, si deve ai lavoratori, che quando sono ben organizzati e supportati da sindacati come il nostro, sindacati che hanno come unico obiettivo di fare vera lotta sindacale, sanno dimostrare la loro disponibilità alla lotta e al sacrificio economico dello sciopero; lotte e scioperi sono l’unica arma per la rivendicazione e la difesa dei diritti operai sempre più tartassati e limitati.

Pensate che sia cambiato qualcosa fra i lavoratori del Comune di Vicenza dopo quest’esperienza?

Turetta M.T. : E’ nata una nuova consapevolezza: l’unità dei lavoratori e le lotte portano sempre riscontri positivi in termini di difesa dei diritti contrattuali; i tavoli di concertazione tanto cari alla triplice, invece, non portano mai nulla di buono. I lavoratori unitariamente, anche se iscritti a sindacati diversi, hanno deciso che, sull’apertura degli sportelli al sabato, non si tratta, si sciopera. E questa consapevolezza è stata contagiosa: ci hanno chiesto di intervenire per portare la nostra testimonianza anche i compagni Cub del Comune di Verona perché anche in quel Comune le cose da tempo non vanno bene: tagli di personale e le esternalizzazioni di servizi sono all’ordine del giorno e anche a Verona i lavoratori hanno deciso che è giunto il momento di dire basta.

Come si sono comportati i partiti e i politici locali in questo frangente, considerato che per Vicenza è già periodo di campagna elettorale e che la prossima primavera ci saranno le elezioni amministrative?

E. Dalla Riva: la decisione politica della Giunta era chiara anche ai meno maliziosi: in campagna elettorale c’è una corsa all’efficientismo inutile, che è sempre fatto ricadere sulla testa dei lavoratori. Da parte dell’Amministrazione c’è stato soltanto un silenzio assordante durante tutti questi anni e la non volontà di risolvere i problemi sollevati dai lavoratori per alleviare anche i cittadini.
L’unica cosa che l’Amministrazione voleva era soltanto l’imposizione d’altre attività che i colleghi dell’anagrafe dovevano sobbarcarsi, altre attività considerate dall’Amministrazione un volantino elettorale da distribuire ai cittadini. Anche la passata Amministrazione di centro destra aveva tentato di aprire alcuni uffici il sabato mattina, riscontrando un flop di presenze di pubblico e dovendo repentinamente cambiare idea. L’attuale opposizione consiliare di Vicenza, composta maggiormente da esponenti del Pdl e da qualche lista civica, ha saputo soltanto attaccare l’Amministrazione in carica per non aver saputo risolvere gli incancreniti problemi agli sportelli anagrafici, ma dichiarandosi favorevoli comunque all’apertura al sabato mattina.
Chissà come si sarebbero comportati loro se fossero stati alla guida della città in questa situazione, propulsori e votanti del tanto sbandierato Decreto Brunetta che tanti danni ha fatto ai dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, solo per essere una cartina di tornasole elettorale. L’attacco ai dipendenti pubblici è un obiettivo sempre facile, sopratutto in un periodo di crisi economica e mancanza di lavoro quale quello in cui stiamo vivendo. La campagna elettorale qui da noi a Vicenza è già iniziata da tempo, con un continuo vociferare di candidature e spartizioni di poltrone tra chi siederà o no tra i banchi del Consiglio e della Giunta comunale, di chi lascerà questi per uno scranno a Montecitorio il prossimo anno o al Parlamento Europeo tra due anni.
Anche da questo ho imparato che, per fare sindacato, bisogna essere razionali ed equidistanti dai partiti politici che ti cercano soltanto durante la campagna elettorale per poi remarti contro durante il mandato. Il sindacato deve essere apartitico e avere quale chiodo fisso la difesa dei lavoratori.

Questa tua importante affermazione necessita di essere argomentata, per non cadere nell’antipartitismo ad oltranza che può essere pericoloso per i lavoratori, ti riferisci forse alla Cgil, legata al Pd?

E. Dalla Riva: anche e non solo. E’ chiaro che se un sindacato risponde alle logiche di partiti che sono legati a Confindustria o ad altre precise cordate di potere, non potrà mai fare l’interesse dei lavoratori, non è libero. Siccome sia il centrodestra sia il centrosinistra si sono distinti per politiche contro i lavoratori, un sindacato che vuole difendere i diritti non deve essere legato ad alcun partito.
Del resto, non solo a livello nazionale assistiamo ad una Cgil che, nonostante la situazione drammatica, non proclama lo sciopero generale contro il governo Monti (appoggiato dal Pd) ma anche nella piccola Vicenza, proprio nel caso della lotta di cui stiamo parlando, abbiamo assistito ad una Cgil che non ha difeso nemmeno i suoi iscritti e che ha rinunciato a qualsiasi opposizione, anche ad una mera opposizione di facciata, pur di non disturbare l’Amministrazione guidata dal Sindaco Variati del Pd. Solo le determinate assemblee dei lavoratori l’hanno costretta, obtorto collo, a proclamare lo sciopero. Possiamo dire anche che la situazione incancrenita dell’Ufficio Anagrafe è il risultato di problematiche annose non risolte nemmeno quando c’era l’Amministrazione di centrodestra a guida Hullweck, di Forza Italia. Allora abbiamo assistito al sindacato Uil la cui dirigente sindacale del Pubblico Impiego più di spicco è passata, grazie all’Amministrazione amica di centrodestra, da sindacalista a dirigente al Personale del Comune di Vicenza, controllando con iscritti Uil fidati il settore anagrafe, in modo che il disagio di lavoratori non potesse emergere e, quando emergeva, riuscendo sempre a smorzare la protesta.

Che cosa è stato ottenuto concretamente con lo sciopero e cosa stanno organizzando ancora i lavoratori per risolvere la loro pesante situazione lavorativa?

Turetta M.T. : Premetto che gli accordi siglati dalla triplice per la disciplina degli scioperi rende quantomeno ardua la protesta dei lavoratori. In ogni caso lo sciopero dello straordinario per due mesi quasi consecutivi (e probabilmente si proseguirà anche nei prossimi mesi) ha permesso ai lavoratori di non andare a lavorare al sabato. Abbiamo bloccato le precettazioni di personale minacciando una denuncia al Comune di Vicenza per attività antisindacale, in quanto i servizi anagrafici non sono un servizio essenziale. Abbiamo ottenuto il fermo dal 1° settembre del servizio d’apertura degli sportelli per le carte d’identità il sabato. Questo non ci basta: dobbiamo ancora ottenere l’aumento dell’organico e condizioni lavorative più umane per i dipendenti. Per quello si continuerà, sempre in accordo con i lavoratori, con una nuova ondata di proteste.

 

 

 

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