Partito di Alternativa Comunista

Vicenza: la lotta richiede l'indipendenza del movimento dalla sinistra di governo

Vicenza: la lotta richiede l'indipendenza del movimento dalla sinistra di governo
NO ALLA BASE, NO AL GOVERNO DI GUERRA
 
di Patrizia Cammarata (*)
 
L’annuncio, invece che da Palazzo Chigi, è arrivato a Vicenza alla caserma Ederle nel giorno del Media Day, il 14 giugno, e il messaggio dell’ambasciatore americano Ronald P. Spogli è stato pronunciato dal suo portavoce Ben Duffy: “Gli Stati Uniti hanno ricevuto da parte dell’attuale governo italiano l’avallo scritto che autorizza il progetto per il Dal Molin (...) la firma dell’esecutivo risale allo scorso maggio (...)”.
L’aeroporto di Vicenza sarà in gran parte ceduto -ma a spese dell’Italia che ne pagherà il 41%- alla 173° brigata aerotrasportata americana per le missioni di paracadutisti che andranno ad attaccare Irak e Afghanistan.

Nel leggere i giornali locali, oltre all’indignazione per questa decisione che farà della città di Vicenza una base operativa di guerra, si aggiunge l’indignazione per le dichiarazioni, definite “dure”, rilasciate dai politici che hanno responsabilità di governo e che fanno parte di questa maggioranza. Protesta il ministro Ferrero (Rifondazione comunista) mentre i Verdi Mauro Bulgarelli e Angelo Bonelli definiscono “inaccettabile”, non certamente il loro appoggio e voto ad un governo di guerra, ma “inaccettabile” il fatto che siano gli Stati Uniti e non l’Italia a comunicare la notizia.
Quando ci fu la manifestazione a Vicenza, il 17 febbraio scorso, contro la nuova base Usa, con la presenza di più di centomila manifestanti, Prodi invitò gli esponenti della sua maggioranza a rimanere a casa richiamandoli “alla responsabilità di governo”.
Ora il lavoro sporco è stato fatto, e poiché il sottosegretario dell’Economia Paolo Cento (partito dei Verdi) e il segretario di Rifondazione Comunista Franco Giordano sono stati fedeli alleati di Prodi al momento del voto della Finanziaria di guerra, al momento del voto al rifinanziamento in Afghanistan, al momento della fiducia ai 12 punti (che fra le altre cose comprendono anche la Tav), considerato che tutti, non solo Prodi, sono ormai al sicuro seduti sul proprio prestigioso scranno, non è più necessario ascoltare gli appelli all’unità (già ampiamente dimostrata nei fatti) e quindi i due dichiarano che “questa volta non vale nessun richiamo alla responsabilità di governo” e quando inizieranno i lavori saranno a “manifestare con i cittadini davanti ai cancelli”.
Del resto tali dichiarazioni sono lanciate dall’assemblea costituente di Sinistra Europea, svoltasi il 16 giugno a Roma, dove il  vero progetto in gioco è quello del famoso "cantiere": una confederazione per le amministrative del 2008 (e a Vicenza ci saranno le elezioni comunali) e probabilmente un nuovo partito da presentare per le europee del 2009.

Intanto a Vicenza, appena arrivata la notizia della firma, una nutrita rappresentanza dei comitati contrari alla costruzione della nuova base americana, chiamata giustamente “base di morte”, ha invaso simbolicamente l’area dell’aeroporto Dal Molin, sostandovi per un’ora all’interno di qualche metro dalla recinzione, dopo averne tagliato una parte.
Il movimento di Vicenza non si arrende e dichiara: “L’ambasciatore Usa sappia pure che la base non si farà”.
Purtroppo continuiamo a osservare, come abbiamo già avuto modo di segnalare, che la parte del movimento legata al partito dei Verdi o della cosiddetta sinistra radicale tende a coprire le responsabilità di questa parte del governo, legittimando gli appelli delle “parlamentari contro la base”, o le dichiarazioni di questo o quel ministro. Prodi è stato contestato a Trento, non si è presentato a Padova, dove era stata annunciata la sua presenza, ma il 15 giugno Claudio Fava, deputato di Sinistra Democratica, giunge indisturbato a Vicenza dove, ai Chiostri di Santa Corona, incontra i colleghi locali di partito fra cui la parlamentare Lalla Trupia. Al termine della serata è stato approvato con un sì unanime il seguente o.d.g.: “Ritenete che sia necessario discutere sulla presenza delle basi militari straniere sul nostro Paese? Che sia da proporre e convocare, a breve, una conferenza nazionale sulle servitù militari da tenersi a Vicenza? Si decide nel frattempo, di congelare qualsivoglia installazione o struttura militare sul territorio italiano in attesa di un pronunciamento ufficiale che dovrebbe arrivare successivamente all’indizione della conferenza”. Ma il grande apporto alla lotta di Vicenza da parte di questi signori non finisce qui. Sul fronte del Consiglio Comunale questa sinistra presenta un’interrogazione che si spinge, addirittura!, a occuparsi della disciplina degli esercizi commerciali presenti all’interno della caserma, “per sapere se l’apertura e l’esercizio delle attività sopra menzionate all’interno della caserma Ederle siano soggette alla disciplina commerciale e se nella eventuale nuova base militare Usa presso l’aeroporto Dal Molin sarà consentito il libero esercizio delle attività di vendita, ristorazione e albergo, ovvero se dette attività saranno soggette alle norme applicabili per l’esercizio delle stesse attività sul territorio nazionale”.  E’ con queste battaglie che la sinistra di governo annuncia “ci batteremo per cambiare linea” e minaccia “Abbiamo un peso di 150 parlamentari su 450. Faremo la differenza”.  
E’ necessario che il movimento si liberi da qualsiasi illusione su parlamentari e ministri "dissidenti" che nei fatti e con il voto hanno continuato ad appoggiare il governo di guerra e d’attacco sociale ai lavoratori.
La controparte per il movimento contro la nuova base Usa e contro la guerra non è rappresentata solo dall’amministrazione cittadina di destra, dal presidente del Consiglio Romano Prodi o dal ministro Parisi (il quale, lo ricordiamo, ha deluso le aspettative d’alcuni portavoce del movimento che lo scorso anno erano stati ricevuti in cambio dell’annullamento della già organizzata manifestazione a Roma e che, dopo il colloquio, avevano pubblicamente espresso fiducia nel suo intervento), ma è rappresentata anche dai partiti ed esponenti politici locali e nazionali della cosiddetta sinistra radicale di Rifondazione, Verdi, Comunisti Italiani e della Sinistra Democratica di Mussi. Tutti quei politici che votano a Roma le missioni di guerra o la fiducia a Prodi e ai suoi 12 punti e a Vicenza fanno gli appelli contro la costruzione della nuova base militare. La vincente Val di Susa non permette a Fassino, che è nato in quei luoghi, di metterci piede mentre a Vicenza, fino a questo momento, politici di centrodestra e centrosinistra, ministri (come il Verde Pecoraro Scanio), segretari di partiti al governo (come Franco Giordano) sono arrivati indisturbati.
Quando Prodi lo scorso gennaio espresse il sì alla base, il movimento vicentino scese in piazza e occupò la stazione dei treni al grido di “governo Prodi vergogna” e “governo Prodi, governo di guerra”. Lo stesso movimento permetterà ancora una volta al ministro Pecoraio Scanio (ministro di quello stesso governo di guerra) di arrivare indisturbato e, anzi, di intervenire alla Festa di Legambiente che si terrà a Vicenza dal 20 al 24 giugno e nel cui programma leggiamo: "Mercoledì 20 giugno ore 20. Dibattito: Prima conferenza dei sindaci su ambiente e territorio. Con: Alfonso Pecoraro Scanio Ministro dell'Ambiente, Anna Donati presidente commissione lavori pubblici del Senato, alcuni sindaci del Veneto, Pierantonio Belcaro Assessore all'ambiente di Venezia, Ing. Eugenio Vivian dei Comitati No Dal Molin, Legambiente Veneto, modera Marco Fratoddi direttore di La Nuova Ecologia"?
(*) componente del “Comitato degli abitanti e dei lavoratori di Vicenza Est contro la costruzione di una nuova base a Vicenza- Per la conversione della caserma Ederle ad usi civili”

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