Partito di Alternativa Comunista

manifestazioni del 12 marzo

manifestazioni del 12 marzo

No alle guerre imperialiste!

Solidarietà internazionale! Lotta di classe internazionale!

 

 

Nel complesso scenario odierno del Medio Oriente, dove si scontrano mobilitazioni e rivolte delle masse popolari da una parte, dall’altra imperialismi, potenze regionali e gruppi reazionari locali, l’Italia di Renzi prepara (nemmeno troppo velatamente) un nuovo intervento militare imperialista in Libia, ex-colonia e, fino a pochi anni fa, feudo neo-coloniale italiano quasi esclusivo. È sotto gli occhi di tutti che l’instabilità della situazione libica e la guerra contro l’ala locale dell’Isis non sono altro che un pretesto per riprendersi il primato imperialista che l’Italia aveva perso dopo l’intervento francese in Libia.

Il fatto che l’imperialismo italiano perda posizioni rispetto ai suoi concorrenti non è una questione che interessi minimamente i lavoratori e le masse oppresse del nostro Paese, né tantomeno quelli libici, ed è per questo che il Partito di Alternativa Comunista, fedele all’insegnamento di Karl Liebknecht che «il nemico principale è in casa nostra!», parteciperà sia allo sciopero generale del sindacalismo di base del 18 marzo, convocato contro la guerra e contro le misure di austerità, sia alle manifestazioni contro la guerra e la Nato promosse il 12 marzo in varie città dalla Piattaforma sociale Eurostop, a cui hanno aderito diversi partiti ed associazioni della sinistra. La nostra partecipazione a quest’ultima giornata di mobilitazione avverrà però sulla base di una nostra specifica piattaforma politica: non riteniamo infatti che l’appello lanciato abbia la chiarezza necessaria per poterlo sottoscrivere.

Al di là di punti che possiamo condividere, come la denuncia del fatto che le guerre vengono utilizzate anche per mascherare un restringimento delle libertà democratiche nei nostri stessi Paesi, oppure la richiesta della fine delle politiche xenofobe e delle persecuzioni contro gli immigrati, che spesso sono costretti a fuggire dai loro Paesi verso l’Unione europea proprio a causa delle guerre imperialiste, o l’uscita dell’Italia dalla Nato, nell’appello troviamo delle frasi e dei principi che, come marxisti-rivoluzionari, non possiamo condividere. Parliamo per esempio della generica opposizione alla guerra, che esprime una posizione tipicamente pacifista: come comunisti ci opponiamo alle guerre imperialiste, non quindi alle guerre di liberazione nazionale o alla resistenza contro gli interventi imperialisti, né tanto meno alla lotta di classe degli sfruttati contro gli sfruttatori, tutte forme di «guerra di classe» che noi sosteniamo con tutta la nostra solidarietà internazionalista. La stessa giusta rivendicazione dell'uscita dell’Italia dalla Nato, rivendicazione che noi sosteniamo convintamente, è completamente distorta quando si dice che l’Alleanza atlantica «non ha più alcuna giustificazione politica e morale»: ci chiediamo quando l’abbia mai avuta, dato che non è mai stata che un’alleanza imperialista che aveva lo scopo di tenere sotto il giogo del capitale tutti gli sfruttati del globo. Non condividiamo poi il richiamo all’articolo 11 della Costituzione, nella classica prospettiva riformista che vede come un «mantra» quello che in realtà non è altro che un pezzo di carta che viene sistematicamente e ripetutamente violato, in questo e in altri punti, fin dalla sua adozione e che, in ogni caso, tutela gli interessi dello Stato capitalista, non dei lavoratori.

Vi è poi tutto il tema delle Primavere arabe, inclusa la rivoluzione siriana, di cui l’appello dà una visione distorta, cioè quella della maggioranza della sinistra, che vede questi processi rivoluzionari come macchinazioni dell’imperialismo americano, ed infatti l’appello parla di «guerre per procura», tacendo peraltro completamente il ruolo di potenze regionali come l’Iran, o che hanno interessi nell’area mediorientale, come Russia e Cina, risultando così completamente appiattito nel sostegno dei progetti politici di rapina delle borghesie di questi Paesi. Il nostro pieno appoggio ai militanti che, in Siria come in Egitto e negli altri Paesi, si battono perché i processi rivoluzionari iniziati nel 2011 arrivino a compimento dando il potere ai lavoratori e alle masse sfruttate, liberandosi dal giogo imperialista.

Da ultimo invitiamo tutti coloro che manifesteranno contro la guerra a partecipare anche allo sciopero generale del sindacalismo di base indetto per il 18 marzo contro la guerra e le politiche di austerità anti-operaie: riteniamo infatti che il movimento contro la guerra possa avere un carattere rivoluzionario solo se saldamente legato alle lotte dei lavoratori.

Ecco perché il 12 marzo saremo in piazza con le nostre parole d’ordine:

 

NO ALL’INTERVENTO MILITARE ITALIANO IN LIBIA!

NO ALLE GUERRE IMPERIALISTE! PER LA RESISTENZA DEI POPOLI AGGREDITI!

PIENO SOSTEGNO ALLA RIVOLUZIONE SIRIANA!

PER L’USCITA IMMEDIATA DELL’ITALIA DALLA NATO!

PER L’INDIPENDENZA DEI LAVORATORI E DEGLI SFRUTTATI DAI PROGETTI DI RAPINA DI TUTTE LE BORGHESIE, IMPERIALISTE E «NAZIONALISTE»!

SOLIDARIETA’ CON TUTTI GLI IMMIGRATI! NO ALLE LEGGI XENOFOBE!

FINE DELLE LEGGI LIBERTICIDE «ANTI-TERRORISMO» IN EUROPA!

PER LA ROTTURA RIVOLUZIONARIA DELL’UE NELLA PROSPETTIVA DI COSTRUIRE GLI STATI UNITI SOCIALISTI D’EUROPA!

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