Partito di Alternativa Comunista

Milano, la lotta degli studenti

Milano, la lotta degli studenti

Liceo Manzoni: l’occupazione

è solo il punto di partenza



 

di G.V. (*)

 

scuola gcr

 

 

 

Sono le 12.30 di sabato 24 gennaio e fuori dal liceo Manzoni di Milano, fino a quel momento occupato, non ci sono uomini della Digos o della Polizia, né scene di rabbia. Solo un paio di striscioni e tanti abbracci. Sorrisi tipici di chi è soddisfatto di ciò che ha fatto, ma è consapevole che è solo una prima pietra posizionata, con fatica e sudore, all’inizio di una ben più ampia strada.

Tutto era cominciato alla fine di agosto, quando Matteo Renzi, annunciando le linee generali della riforma della “Buona Scuola”, ci richiamava sull’attenti dopo qualche settimana di vacanza. Sin dai primi giorni di settembre, noi studenti che da tempo animiamo il Collettivo politico Manzoni ci siamo ritrovati al bar, per la strada e, poi, a scuola per discutere di ciò che ci avrebbe imposto la politica del Governo sull’istruzione: l’ennesimo piano di impoverimento e privatizzazione, in pratica un riassunto di ciò che avevamo combattuto da vent’anni a questa parte.

Già nei primi incontri, i nostri sguardi riflettevano un’unica necessità: bisognava occupare contro quegli scempi, che danneggiavano studenti, professori e personale Ata, mentre rimpinguavano lautamente le tasche di aziende e imprese.

Ma bisognava farlo in un modo diverso da quello delle ultime occupazioni manzoniane: in quel momento, le iniziative di protesta trascinavano stancamente gli strascichi del movimento dell’Onda, l’ultimo forte intervento degli studenti sulla scena politica italiana (2008-2009). No, bisognava fare qualcosa di veramente forte stavolta per rispondere agli attacchi altrettanto decisi di Renzi & Giannini. Bisognava coinvolgere. Bisognava creare qualcosa che potesse essere l’incipit di un percorso di lotta per riappropriarsi della scuola.

Così era iniziato un percorso di discussione all’interno della scuola, per capire la riforma, informare tutti e vedere come reagivano gli studenti e di quali iniziative sentissero la necessità. Questo percorso era durato quattro mesi e aveva portato una grande maggioranza (750 ragazzi su 950 circa) a sostenere il progetto dell’occupazione. Durante questi quattro mesi noi Giovani comunisti rivoluzionari del Manzoni avevamo lavorato come parte del Collettivo, spingendo verso un’occupazione che, però, non fosse un punto di arrivo come molti prospettavano, bensì un inizio di una strada ben più ampia volta a creare un nuovo movimento studentesco pronto a scagliarsi contro gli attacchi all’Istruzione. Le nostre parole d’ordine erano state l’occupazione ad oltranza e la redazione di un documento scritto che, alla fine dei giorni d’occupazione, fosse approvato democraticamente dagli studenti in assemblea e che rappresentasse quindi il pensiero dei manzoniani sulla “Buona Scuola” e insieme una sfida da lanciare agli altri studenti di Milano e di tutta Italia.

Quei giorni sono arrivati e se ne sono andati, pieni di fatica, lavoro e occhiaie, ma soprattutto di dibattiti ed amicizia. In quei quattro giorni i Giovani comunisti rivoluzionari avevano ampliato il loro bacino di conoscenze, discusso con molte persone e organizzato diversi momenti dell’iniziativa. Tra questi segnaliamo in particolare quattro iniziative di dibattito: chi scrive ha avviato, con un’approfondita relazione, un’ampia e fruttuosa discussione sulla Buona Scuola; abbiamo invitato il nostro compagno e sindacalista Luis Seclen per parlare della condizione dei lavoratori in Italia e della sua storia personale di lotta; il compagno Bavassano (costruttore del Partito di alternativa comunista di Milano) ha tenuto un’approfondita relazione sulle lotte nel mondo; il giovanissimo compagno Alberto Cella ha parlato del Sessantotto. Tutto questo cercando di portare sempre avanti la nostra prospettiva rivoluzionaria e guardando ad ogni incontro come una tappa per conquistare consenso, da indirizzare nel nostro progetto di lotta contro le politiche padronali e governative.

Ecco: quei giorni sono venuti e se ne sono andati. Ma non c’è neanche tempo per riposare, perché dobbiamo essere già pronti a portare avanti ciò che di quest’occupazione non se ne andrà: l’entusiasmo ritrovato di essere partecipi ad un progetto di opposizione a quelle manovre che, come sempre, impoveriscono gli studenti e i lavoratori per arricchire le tasche di politici, imprenditori e banchieri.

L’occupazione del Manzoni è solo una delle prime pagine di un libro che per avere successo dovrà essere riempito dalle iniziative di centinaia di altre scuole in tutta Italia. Gli studenti ne devono essere gli scrittori; noi ci proponiamo come caporedattori: offriremo a quel movimento che contribuiremo a creare una direzione rivoluzionaria, democratica ed organizzata, e contrasteremo all’interno di esso le correnti che minacciano di portarlo nuovamente allo sfacelo.

Occupate ed autogestite le vostre scuole, riversatevi nelle piazze per opporvi a queste politiche scellerate! Ponete una pietra sulla strada della rivoluzione e venite a conoscerci, per creare insieme a noi l’unica direzione che può dirigere le lotte in una prospettiva di trasformazione generale della società: quella del partito rivoluzionario!

 

(*) Giovani Comunisti Rivoluzionari, Milano

 

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