UN ALTRO GOVERNO DEI PADRONI
Sciopero generale del 17 novembre 2011 indetto da Cub, Cobas, Comitato immigrati e studenti:
lottiamo uniti contro i diktat di Ue, Bce, Fmi e contro tutti i governi borghesi!
La richiesta di sostituire Berlusconi con Monti (uomo di fiducia dei banchieri) viene soprattutto da Confindustria, dalla Bce, dall’Fmi: la grande borghesia sa che, per far passare anche in Italia misure draconiane come in Grecia e ridurre il debito pubblico, serve un governo che si presenti come “super partes”. Da Bersani a Di Pietro, da Vendola a Grillo tutti avallano questa menzogna. La stessa Rifondazione, che pure prende le distanze dal governo Monti, contemporaneamente apre alla futura coalizione di governo di centrosinistra a cui Monti spiana la strada: apre cioè a un governo proprio con quei partiti che sostengono oggi questo cosiddetto "governo tecnico".
Per cercare di salvare le banche in crisi e finanziare gli ammortizzatori sociali, il governo Berlusconi ha utilizzato fondi pubblici indebitandosi con gli organismi finanziari e politici internazionali (Bce, Fmi, la Commissione europea: la cosiddetta “troika”). Ne è derivato un debito di dimensioni colossali: ma questo debito, gridano giustamente i giovani studenti nelle piazze, non è il nostro debito! E’ il debito dei padroni e delle banche, per difendere gli interessi delle quali Monti si appresta a prosciugare le tasche già vuote dei lavoratori e dei giovani.
Lo sciopero del 17 novembre è uno sciopero importante: nasce dall’appello dei giovani indignados di tutto il mondo che, dalla Spagna al Portogallo agli Usa, stanno mettendo in pratica la lezione imparata dalle rivoluzioni in Nord Africa e Medio Oriente. Il movimento in Usa ha dimostrato a Oakland (San Francisco) che, da una giornata di lotta indetta dagli studenti e dai giovani senza lavoro, può e deve nascere un grande sciopero generale, che unisca in una sola lotta giovani studenti, operai, insegnanti e lavoratori del pubblico impiego. Il 17 novembre deve diventare l’occasione per rilanciare, anche in Italia, la mobilitazione di massa che qui da noi stenta a decollare. Se è responsabilità degli apparati concertativi di Cgil, Cisl e Uil l’assenza di una risposta adeguata all’attacco in corso (basta pensare al patto di fine giugno sottoscritto dai tre sindacati con Confindustria), anche il sindacalismo di base continua a dimostrarsi frammentato e diviso. Tristemente emblematica è la decisione settaria dell’Esecutivo di Usb di non aderire a questa giornata di sciopero, preferendo indire un proprio sciopero separato (il 2 dicembre): sciopero che peraltro si sono detti disponibili a revocare di fronte alla presunta novità costituita dal governo Monti.
Il Partito di Alternativa Comunista, sezione della Lit-Quarta Internazionale, partecipa a questa giornata di lotta, e rivendica:
• No al pagamento del debito! Questo non è il nostro debito: è il debito dei padroni, dei banchieri e dei loro governi!
• Ritiro delle manovre finanziarie di Tremonti e Berlusconi! No all’aumento dell’età pensionabile, no al licenziamento dei lavoratori pubblici, no alla privatizzazioni dei servizi locali!
• No agli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, mobilità, contratti di solidarietà, ecc): i lavoratori hanno diritto ad uno stipendio dignitoso e a un posto di lavoro sicuro!
• Assunzione a tempo indeterminato di tutti i lavoratori precari!
• Chiusura dei Cie! Permesso di soggiorno per tutti gli immigrati!
• Scuola laica, pubblica e gratuita! Piano di finanziamenti per la scuola pubblica!
• Esproprio sotto controllo dei lavoratori delle aziende che chiudono e licenziano!
• Opposizione di classe al governo Monti! Per un governo dei lavoratori! Per un’Europa socialista!