Partito di Alternativa Comunista

NE' NATIVI NE' MIGRANTI! Unire le lotte per spezzare il sistema

NE' NATIVI NE' MIGRANTI!

Unire le lotte per spezzare il sistema

 


Pdac - sezione Caltanissetta

Un filmato mandato in onda qualche sera fa dal Tg2 ha scatenato una nuova ondata di insopportabile ipocrisia “istituzionale”. Le immagini, riprese e diffuse dagli stessi migranti, in cui si documenta il trattamento da loro subìto all'interno del Cie di Lampedusa, hanno fatto il giro del mondo. Persino la stampa di sistema è stata costretta a commentare, apparentemente sdegnata, questi fatti. “Immagini che rievocano drammaticamente situazioni vissute nei campi di concentramento nazisti” ha commentato Repubblica davanti alle immagini delle persone denudate e messe in fila per essere sottoposte con gli spruzzatori “alla disinfestazione dalla scabbia”, patologia che - ricorda lo stesso quotidiano di De Benedetti - “a quanto pare, nessuno sembra avere”.
Patologia, aggiungiamo noi, che – contrariamente a quanto diffuso talvolta dalla stampa borghese, per alimentare un clima di caccia alle streghe – non viene portata in Italia dai migranti (!), ma è strettamente correlata alle condizioni di assenza di igiene cui costoro spesso vengono costretti, sia all'interno delle strutture di “accoglienza” sia, tanto più, negli spazi di fortuna in cui si trovano a sopravvivere in mancanza (e nelle lunghe attese) di spazi adeguati che le istituzioni borghesi – violando le loro stesse leggi – non concedono.

A tal proposito, solo per fare un esempio, noi del Pdac abbiamo denunciato in passato, fra le tante cose, il fatto che il sindaco di Caltanissetta – nel bel mezzo dell'estate! - abbia chiuso l'acqua corrente al Palacannizzaro, struttura abbandonata accanto la quale, sotto i portici di accesso agli spogliatoi, vivono all'aperto centinaia di migranti, impedendo loro in tal modo di potersi lavare e dunque favorendo lo sviluppo e la diffusione di malattie contagiose. Prodezza dopo la quale il sindaco pdiellino ha ben pensato anche di provare uno sgombero forzato degli spazi “occupati” con decine di agenti in assetto antisommossa, tentativo da noi sventato (era lo stesso giorno in cui il Papa predicava a Lampedusa!).

 

Politicanti, mass media, clero: il valzer dell'ipocrisia

Sembra proprio – ma è chiaro che trattasi di finzione - che questi giornalisti nostrani scoprano solo adesso, dopo la diffusione pubblica dei suddetti filmati, la realtà che si cela dietro le famigerate prigioni per migranti chiamate “Cie”. L'ipocrisia della stampa di regime, puntuale come un orologio svizzero, va a braccetto con quella delle forze politiche di cui costituiscono la cassa di risonanza. Da Letta ad Alfano, dal centrosinistra al centrodestra, dal Pd al Pdl, politicanti e forze politiche che in questi anni hanno risposto con la repressione al fenomeno migratorio, varando e votando (o magari astenendosi ad arte!) leggi razziste e xenofobe e usando a supporto di esse i cani da guardia dei mass media, oggi recitano il proprio sdegno.
Sono gli stessi personaggi che, dopo l'ennesima strage di Stato, avvenuta sempre a Lampedusa a inizio ottobre, e in seguito alla risonanza che questo evento ebbe a livello internazionale, arrivarono a conferire la cittadinanza italiana alle centinaia di migranti annegati (a quelli vivi non se ne parla nemmeno!) e a preparar per loro funerali di Stato in pompa magna, per ripulirsi la coscienza o per dare un contentino a un'opinione pubblica fortemente anestetizzata e, per questo, spesso ferma a un ribellismo infantile o allo sfogo fine a se stesso.

Al valzer dell'ipocrisia si è associato anche stavolta il clero, in particolare nella persona dell'arcivescovo di Agrigento, Montenegro, che – cadendo anche lui dalle nuvole, o forse semplicemente disabituato a stare in mezzo agli ultimi, di cui sembra non saper nulla - esprime “profonda indignazione”, chiede che la giustizia borghese faccia luce “sulla verità dei fatti” e si appella alle forze politiche di sistema (le stesse che regalano miliardi alle casse del Vaticano sottraendoli alla povera gente) !

Anziché limitarsi ai soliti proclami fumosi, per dimostrare un minimo di coerenza i nostri clericali dovrebbero iniziare ad aprire i propri spazi – che non sono pochi - alla povera gente, nativa e migrante, cui le istituzioni borghesi negano persino l'elementare diritto all'abitazione. Potrebbero cominciare a spalancare le porte delle mense, a partire da Caltanissetta, piuttosto che limitare l'accesso a poche decine di persone che ne hanno “diritto” perché iscritte a speciali “liste di accesso” rigorosamente stilate dai detentori del potere sui banchi alimentari.

 

Da Caltanissetta a Mineo: la drammatica situazione dei migranti in Sicilia

La situazione dei migranti in Sicilia è davvero drammatica. Al Cie di Caltanissetta – anche se i media preferiscono non parlarne – le rivolte sono all'ordine del giorno, così come a Mineo, dove in settimana, dopo il suicidio di un giovane eritreo, gli immigrati del Cara (sovraffollato oltre l'inverosimile) hanno dato vita all'ennesima mobilitazione. Una rivolta che tuttavia ha assunto delle proporzioni ancora maggiori, con centinaia di persone che hanno invaso la statale 417 Catania-Gela, scontrandosi con le forze dell'ordine all'ingresso del centro abitato di Palagonia. Tutto questo mentre un operatore della comunità di Sant'Egidio denunciava pubblicamente lo squallido sfruttamento della prostituzione a danno delle donne immigrate, persino minorenni, operato all'interno (e all'esterno) del Cara di Mineo da parte anche degli stessi operatori del centro.
La vita dei migranti è durissima in Sicilia, e lo è in tutta Italia, sia per coloro che sono in attesa di entrare nei centri di "accoglienza" o vi sono già entrati, sia per coloro i quali hanno trovato un lavoro, concesso loro dai padroni nella quasi totalità dei casi in condizioni di sfruttamento selvaggio. Non è casuale che la società che gestisce i “servizi” all'interno del Cie di Lampedusa sia una cooperativa aderente alla Lega Coop, che in questi anni si è distinta per il trattamento disumano riservato ai migranti, e contro la quale i lavoratori del settore della logistica in Emilia Romagna - per lo più immigrati - hanno dato vita negli ultimi mesi alle lotte più radicali presenti sul territorio italiano, con blocchi e picchetti che hanno sfidato anche la repressione violenta delle forze dell'ordine borghese.

 

Governi e ministri borghesi, di ogni colore, non sono la soluzione

Davanti a tutto questo, è utopico sperare che la drammatica situazione dei migranti possa essere risolta da governi borghesi, nazionali o internazionali che siano, o da singoli rappresentanti degli stessi. In tal senso, noi del Pdac avevamo denunciato come l'investitura a ministro dell'integrazione della Kyenge costituisca soltanto uno specchietto per le allodole, in quanto – indipendentemente dal colore della pelle e dai proclami – un ministro di un governo borghese, un esponente di un partito filopadronale come il Pd (corresponsabile nelle politiche razziste varate in Italia in questi anni) non rappresenta gli interessi delle masse oppresse, ma solo gli interessi delle banche e del capitale.
Il Pd cerca squallidamente di capitalizzare il malcontento dei migranti con operazioni mediatiche, come ad esempio la sceneggiata a beneficio delle telecamere del suo deputato Khalid Chaouki che all'improvviso si ricorda di essere marocchino e immigrato! Con la piccola differenza che Khalid si è chiuso dentro il Cie volontariamente, può uscirne quando vuole e soprattutto indenne, potendo disporre peraltro dell'ingente conto in banca di parlamentare realizzato dopo essersi venduto al sistema!

Così come il Pd, anche le altre forze di sistema provano a guadagnare visibilità sulla pelle dei migranti: ci limitiamo a citare il caso dei parlamentari di Sel che il giorno di Natale hanno fatto una visita al Cie di Roma, per poi dichiarare alla stampa che la vita degli immigrati nei Cie è “peggio che in prigione” e che per questo motivo Sel farà un appello... al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano!

Peccato che quelli di Sel sono stati tra coloro (allora erano nel Prc) che hanno votato la Legge che ha istituito i Cpt ! Una legge che porta il nome della Turco e di quel Napolitano a cui Sel intende appellarsi!

 

Unire le lotte contro il sistema capitalista

Dalle bocche cucite dei migranti del Cie di Ponte Galeria alle urla disperate di quelli di Lampedusa; dagli spogliatoi del Palacannizzaro di Pian del Lago invasi dai ratti ai falò delle ragazze immigrate costrette a prostituirsi per pagare il debito alle mafie internazionali che le hanno trasportate sul territorio illudendole di farle giungere sulla terra promessa.
Lavoriamo e lavoreremo affinché questi drammatici disagi si trasformino in focolai di lotta, collegando la battaglia dei migranti per il diritto alla vita con quelle combattute sul territorio nazionale e internazionale da studenti, lavoratori, precari, disoccupati, senza tetto.

Il nemico è uno, il sistema capitalista! Pertanto, unico e il più ampio possibile dev'essere il fronte di lotta contro di esso. La vittoria di tutte queste battaglie passa attraverso l'abbattimento definitivo del nemico e la presa del potere politico da parte delle masse oggi oppresse.

E' in funzione di questo obiettivo che stiamo costruendo la Lit (Lega Internazionale dei Lavoratori), il partito rivoluzionario internazionale di cui il Pdac è sezione italiana.

 

Costruire una reale integrazione per gli immigrati!

Abolire la legge Bossi-Fini!

Chiudere le prigioni per migranti e abbattere le frontiere!

 

 

 

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